Istat e Indici prezzi al consumo luglio 2019: variazione nulla rispetto mese precedente

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Luglio 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le fam...

19/08/2019

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Luglio 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di luglio 2019 ha registrato una variazione nulla rispetto al mese precedente e dello 0,4% su base annua (era +0,7% a giugno).

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Luglio 2019 ed il 14 Agosto 2019, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2018 del +1,315744.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Nel mese di luglio 2019, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una variazione nulla rispetto al mese precedente e aumenti dello 0,4% su base annua (era +0,7% a giugno); la stima preliminare era +0,5%.

La decelerazione dell’inflazione è dovuta quasi esclusivamente all’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +4,3% di giugno a -5,2%), solo in parte bilanciata dall’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +0,7% a +1,5%) e di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,5% a +1,8%) e dal ridursi dell’ampiezza della flessione dei prezzi dei Beni durevoli (da -1,9% a -1,4%).

Sia l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sia quella al netto dei soli beni energetici accelerano di un decimo di punto, rispettivamente da +0,4% a +0,5% e da +0,5% a +0,6%.

La stabilità congiunturale dell’indice generale è dovuta a dinamiche opposte: da un lato calano i prezzi dei Beni energetici regolamentati (-3,6%), dei Beni alimentari non lavorati (-0,9%) e dei Beni energetici non regolamentati (-0,8%); dall’altro crescono, per lo più per fattori stagionali, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona e dei Servizi relativi ai trasporti (+0,7% per entrambi).

Invertono la tendenza i prezzi dei beni (da +0,5% a -0,1%), mentre rimane stabile l’inflazione dei servizi (a +1,0%); il differenziale inflazionistico tra i due raggruppamenti è quindi positivo e pari a +1,1 punti percentuali (era +0,5 a giugno).

L’inflazione acquisita per il 2019 è +0,7% per l’indice generale e +0,6% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,6% (da +0,2% di giugno), quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto dello 0,7% (da +0,5%), registrando in entrambi i casi, quindi, una crescita più sostenuta di quella riferita all’intero paniere.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dell’1,8% su base mensile, a causa principalmente dei saldi estivi di Abbigliamento e calzature di cui il NIC non tiene conto, e cresce dello 0,3% su base annua (rallentando da +0,8% di giugno); la stima preliminare era +0,4%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione nulla su base mensile e un aumento dello 0,2% rispetto a luglio 2018.

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,150% e l'indice biennale al +1,275%
L'Istat spiega che, nel mese di luglio 2019, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi (+1,8%), Altri beni e servizi (+1,4%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,1%), Alimentari e bevande analcoliche (+0,8%), Trasporti, (+0,8%), Salute (+0,5%), Abbigliameno e calzature (+0,2%).

Variazioni nulle si sono registrate nel capitolo Mobili, articoli e servizi per la casa, Istruzione.

 Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni (-8,8%), Abitazione, acqua, energia (-0,3%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,1%).

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Tabacchi (+2,9%), Servizi relativi ai trasporti (+1,8%), Servizi vari (+1,5%).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1%), Servizi relativi alle comunicazioni (+0,6%), , Beni alimentari (+0,7%), Servizi relativi all'abitazione (+0,6%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.

Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Beni energetici (-1,8%), Altri beni (-0,4%).

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bari (+1,2%), Bolzano (+1,0%), Catania, Modena, Trieste e Verona (+0,9 % per tutte e quattro), Brescia e Genova (+0,8% per tutte e due), Milano (+0,6%), Catanzaro, Messina, Napoli e Torino (+0,5% per tutte e quattro), Reggio Calabria (0,4%), Aosta, Parma, Potenza, Reggio Emilia, Roma e Trento (+0,2% per tutte e sei), Padova e Venezia (+0,1% per tutte e due), Cagliari, Firenze e Palermo (0,0% per tutte e tre), Bologna (-0,1%), Perugia (-0,2%), Ancona, Livorno e Ravenna e (-0,3% per tutte e tre).

I prossimi indici saranno pubblicati il 16 settembre 2019.        

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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