Mare, Corte Conti: Bene interventi di tutela, ma riduzione risorse non coerente

La Corte dei Conto con la deliberazione 27/12/2019, n. 20 definisce positivamente gli interventi di tutela sul degrado ambientale ma chiede maggiori risorse

15/01/2020

La Corte dei Conti - Sezione centrale del controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, con la deliberazione 27 dicembre 2019 n. 20 avente ad oggetto “Lo stato di attuazione degli interventi per la protezione dell’ambiente marino volti a conseguire un buono stato ambientale entro il 2020 (ex d. lgs. 190/2010)”, auspica un “Maggiore impulso nel processo di realizzazione di un sistema di contabilizzazione dei costi del degrado ambientale nei bilanci pubblici, miglioramento del sistema di informazione ambientale, una più attiva partecipazione dei rappresentanti degli enti territoriali al comitato tecnico istituito per la Strategia marina, massimizzazione del coordinamento nell’impiego delle risorse e dei mezzi delle attività di monitoraggio continuo dell’ambiente marino".

Per tale scopo dal 2011 ad oggi risultano spesi 72,1 dei 76 milioni destinati dal bilancio dello Stato alle specifiche attività coordinate dal Ministero dell’ambiente, in collaborazione con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Unioncamere, le Regioni, le Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e gli enti gestori delle aree marine protette.

Ai positivi risultati raggiunti dovrebbe seguire, nel secondo ciclo di sei anni della Strategia marina, un costante monitoraggio sull’effettiva applicazione e sull’efficacia delle misure.

La progressiva diminuzione degli stanziamenti ordinari destinati al funzionamento delle aree marine protette (passati nell’ultimo decennio da 12 milioni a 4 circa annui) non appare, tuttavia, coerente con gli ampliamenti in corso del loro numero ed estensione, punto di forza della tutela del mare.

Gli sforzi futuri vanno, ora, concentrati alla rimozione dei fattori ostativi, tuttora presenti, al raggiungimento dei risultati ambientali: l’inquinamento tellurico, dovuto a inquinanti e rifiuti provenienti dalle acque interne; la pesca illecita; i rifiuti marini, contro i quali di recente si è rafforzata la lotta con la c.d. legge “salva mare”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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