Servizi di ingegneria e architettura: sotto i 40.000 euro P.A. pochi affidamenti diretti

Il rapporto del Consiglio Nazionale degli Ingegneri sui bandi di progettazione nell’ambito dei servizi di ingegneria e architettura pubblicati nel 2019

di Redazione tecnica - 20/02/2020

Nonostante l'evidente fase espansiva, un consistente numero di gare per i servizi di ingegneria e architettura (il 40% circa) di importo a base d’asta inferiore ai 40 mila euro va in gara e non in affidamento diretto, a conferma della tendenza a preferire le procedure ordinarie a quelle semplificate previste dal Codice dei contratti.

Lo dimostra il consueto rapporto del Consiglio Nazionale degli Ingegneri sui bandi di progettazione nell’ambito dei servizi di ingegneria e architettura pubblicati nel 2019.

Il mercato dei Servizi di ingegneria e architettura nel 2019

Rapporto che evidenzia come il mercato dei servizi di ingegneria e architettura abbia superato il miliardo di euro nel 2019, con una variazione in positivo del 49,4% rispetto al 2018, dimostrando per il quarto anno di fila una tendenza in positivo per la progettazione.

Servizi di ingegneria e architettura: sotto i 40.000 euro P.A. pochi affidamenti diretti
* sono compresi gli accordi quadro
** si tratta di una stima degli importi destinati ai soli servizi di ingegneria escludendo i costi di esecuzione

In riferimento ai dati relativi alle gare aggiudicate, il mercato delle gare di maggiore importo (sopra i 100.000 euro) appare saldamente in mano alle società di ingegneria che si sono aggiudicate circa il 45% delle gare e il 68% degli importi; mentre i liberi professionisti mantengono saldamente la propria nicchia di mercato nell’ambito delle gare più piccole, in particolare laddove l’importo a base d’asta è inferiore ai 40mila euro, essendo riusciti, in questo segmento di bandi, a prevalere in quasi i due terzi delle gare e ad aggiudicarsi circa il 60% degli importi.

I dati del 2019 evidenziano, tuttavia, come i liberi professionisti siano sempre più propensi ad associarsi con le società in raggruppamenti temporanei per poter ambire anche alle gare di importo più elevato. Con il risultato che, aggiungendo alla quota “esclusiva” dei liberi professionisti quella delle aggiudicazioni di RTI o ATI miste (ossia di raggruppamenti o associazioni tra società e professionisti), essi si sono aggiudicati complessivamente, da soli o in associazione con altri professionisti o imprese, ben oltre la metà delle gare e più di un quarto degli importi.

Le dichiarazioni di Michele Lapenna

Solo nel medio periodo sarà possibile comprendere se il ciclo espansivo proseguirà nella sua corsa - commenta Michele Lapenna, Consigliere CNI e responsabile bandi - Certo è che i presupposti sembrano favorevoli. Il picco, in termini di importi a base d’asta, registrato nell’anno appena concluso è, infatti, il risultato di una ripresa che si era manifestata a partire dal 2016 e che si è progressivamente irrobustita negli anni successivi, complici anche le nuove norme del Codice dei Contratti Pubblici”.

Le dichiarazioni di Armando Zambrano

Occorre cogliere questa fase favorevole di maggiore attenzione, soprattutto delle Amministrazioni locali, verso il tema delle opere pubbliche per affrontare in modo organico la questione dei ritardi infrastrutturali del Paese e del rilancio dei cantieri - riflette Armando Zambrano, Presidente CNI - All’incremento della capacità di spesa e di investimento, evidenziati dai dati più recenti sui bandi SIA, deve poi corrispondere un’effettiva capacità di realizzazione delle opere programmate, riducendone i tempi. Su questi aspetti molto resta da fare ed occorre non abbassare la guardia e non accontentarsi del trend di crescita in atto”.

Le dichiarazioni di Giuseppe Margiotta

Analizzando i dati positivi evidenziati dal nostro rapporto - fa notare Giuseppe Margiotta, Presidente del Centro Studi CNI - si può cogliere al contempo un cambiamento nell’atteggiamento dei liberi professionisti: essi infatti, mantengono saldamente la propria nicchia di mercato nell’ambito delle gare più piccole, in particolare laddove l’importo a base d’asta è inferiore ai 40mila euro (in questo segmento di bandi sono riusciti a prevalere in quasi i due terzi delle gare e ad aggiudicarsi circa il 60% degli importi), ma allo stesso tempo appaiono sempre più propensi ad associarsi con le società in raggruppamenti temporanei per poter ambire anche alle gare di importo più elevato".

La nota del CNI

"L’analisi del rapporto del Centro Studi CNI attesta  conclude una nota del CNI - come, sebbene in termini economici il mercato dei servizi di ingegneria ed architettura sia tornato ai livelli pre crisi, non ci troviamo di fronte ad un mero ritorno al passato. Una sostanziale differenza balza agli occhi: se nei primi anni 2000 l’ammontare complessivo degli importi a base d’asta era costituito per circa i due terzi da quelli destinati alla progettazione e agli altri servizi di ingegneria nelle gare di appalto integrato o di project financing, negli ultimi anni la situazione si è completamente rovesciata. Nel 2019, infatti, gli importi provenienti dai bandi per appalto integrato costituiscono appena il 15,5% dei valori base d’asta nelle gare del 2019. Anche questo è un effetto delle recenti novità normative, il primis il nuovo Codice degli appalti".

In allegato il rapporto completo del Centro Studi CNI.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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