Ristrutturazione edilizie e Bonus mobili 2020: cosa accade in caso di suddivisione dell'abitazione

Cosa accade al bonus mobili se dopo la ristrutturazione edilizia l'appartamento è stato suddiviso in due o più unità abitative?

di Redazione tecnica - 10/02/2020

Ristrutturazione edilizie e Bonus mobili 2020: cosa accade al bonus mobili se dopo la ristrutturazione edilizia l'appartamento è stato suddiviso in due o più unità abitative?

A rispondere questa domanda ci ha pensato FiscoOggi, la pubblicazione dell'Agenzia delle entrate, che ha chiarito una delle tante sfaccettature del bonus per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici, confermato per il 2020 dalla Legge 27 dicembre 2019, n. 160 (c.d. Legge di Bilancio per il 2020).


In questo articolo parlaremo dei seguenti argomenti:

  1. Ristrutturazione edilizie e Bonus mobili 2020: la domanda del contribuente
  2. Ristrutturazione edilizie e Bonus mobili 2020: la risposta
  3. Bonus mobili: la detrazione
  4. Bonus mobili: come ottenere la detrazione
  5. Bonus mobili: occhio alla data di inizio lavori
  6. Ristrutturazione edilizia e Bonus mobili: l'elenco degli interventi
  7. Esempi di lavori su singoli appartamenti o parti condominiali che danno diritto al bonus mobili

Ristrutturazione edilizie e Bonus mobili 2020: la domanda del contribuente

In particolare, il contribuente ammetteva che dopo la ristrutturazione edilizia dell'appartamento, ne aveva ricavati due più piccoli e chiedeva se il limite di 10.000 euro previsto per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici si sarebbe dovuto riferire ad un solo appartamento oppure ad entrambe, considerando come limite di spesa massima l’importo di 20.000 euro (10.000 per appartamento).

Ristrutturazione edilizie e Bonus mobili 2020: la risposta

L’Agenzia delle entrate ha chiarito che nel caso in cui gli interventi di ristrutturazione edilizia comportino l’accorpamento di più unità abitative o la suddivisione in più immobili di un’unica unità abitativa, per l’individuazione del limite di spesa bisogna far riferimento alle unità immobiliari censite in catasto all’inizio degli interventi edilizi e non a quelle risultanti alla fine dei lavori.

Nel caso proposto, quindi, la detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 10.000 euro, da ripartire in 10 quote annuali di pari importo.

Bonus mobili: la detrazione

Il bonus mobili consiste in una detrazione fiscale del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione edilizia. Come già rilevato, la detrazione fiscale è stata prorogata dalla nuova Legge di Bilancio fino al 31 dicembre 2020.

Bonus mobili: come ottenere la detrazione

Per poter ottenere la detrazione è necessario indicare le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi (modello 730 o modello Redditi persone fisiche).

Per avere l’agevolazione è indispensabile realizzare una ristrutturazione edilizia (e usufruire della relativa detrazione), sia su singole unità immobiliari residenziali sia su parti comuni di edifici, sempre residenziali. La detrazione spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio. Quando si effettua un intervento sulle parti condominiali (per esempio, guardiole, appartamento del portiere, lavatoi), i condòmini hanno diritto alla detrazione, ciascuno per la propria quota, solo per i beni acquistati e destinati ad arredare queste parti. Il bonus non è concesso, invece, se acquistano arredi per la propria abitazione.

Bonus mobili: occhio alla data di inizio lavori

Per ottenere il bonus è necessario che la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione preceda quella in cui si acquistano i beni. Non è fondamentale, invece, che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l’arredo dell’immobile. La data di avvio dei lavori può essere dimostrata, per esempio, da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione preventiva all’Asl, se è obbligatoria. Per gli interventi che non necessitano di comunicazioni o titoli abilitativi, è sufficiente una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.

Ristrutturazione edilizia e Bonus mobili: l'elenco degli interventi

Gli interventi edilizi necessari per poter accedere al bonus mobili sono:

  • manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti. I lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni) non danno diritto al bonus;
  • ricostruzione o ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza;
  • restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che entro 18 mesi dal termine dei lavori vendono o assegnano l’immobile;
  • manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia su parti comuni di edifici residenziali.

Esempi di lavori su singoli appartamenti o parti condominiali che danno diritto al bonus mobili

Manutenzione straordinaria

  • installazione di ascensori e scale di sicurezza
  • realizzazione dei servizi igienici
  • sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia di infisso
  • rifacimento di scale e rampe
  • realizzazione di recinzioni, muri di cinta e cancellate
  • costruzione di scale interne
  • sostituzione dei tramezzi interni senza alterazione della tipologia dell’unità immobiliare

Ristrutturazione edilizia

  • modifica della facciata
  • realizzazione di una mansarda o di un balcone
  • trasformazione della soffitta in mansarda o del balcone in veranda
  • apertura di nuove porte e finestre
  • costruzione dei servizi igienici in ampliamento delle superfici e dei volumi esistenti

Restauro e risanamento conservativo

  • adeguamento delle altezze dei solai nel rispetto delle volumetrie esistenti
  • ripristino dell’aspetto storico-architettonico di un edificio

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

© Riproduzione riservata