Emergenza Coronavirus COVID-19: che fine faranno i liberi professionisti e le imprese?

La Rete delle Professioni Tecniche ha inviato al Premier Conte una lettera con le proposte a sostegno dei professionisti

di Gianluca Oreto - 14/03/2020

Emergenza Coronavirus COVID-19: che fine faranno i liberi professionisti dell’area tecnica e le imprese? la domanda arriva in redazione da più parti (mail, messenger, facebook, twitter, linkedin…) e mira a comprendere quali siano le misure essenziali per quella fascia di lavoratori “di mezzo” e sempre dimenticata dalle più semplici misure di tutela da parte dello Stato.

Proprio ieri la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha aggiornato le FAQ relative al decreto #iorestoacasa parlando di edilizia solo in un punto, quando ha confermato che il DPCM 11 marzo 2020 non ha chiuso le attività che riguardano i cantieri edili che per questo possono continuare a lavorare.

Sempre nella giornata di ieri è arrivata la deliberazione da parte della Cassa di previdenza di architetti e ingegneri (Inarcassa) con un primo pacchetto di provvedimenti per fronteggiare l’impatto economico del COVID-19 sui liberi professionisti. La definizione “primo pacchetto” lascia sottintendere che saranno emanate nuove deliberazioni con tutele maggiori.

Ieri è partita anche la lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, da parte dei rappresentanti dei Consigli Nazionali di Ingegneri, Chimici e Fisici, Periti Agrari, Periti Industriali, Geometri, Geologi, Architetti, Dottori Agronomi e Dottori Forestali e Tecnologi Alimentari e della Rete delle Professioni Tecniche. Lettera con la quale sono condivise le misure rigorose che il Governo ha deciso di assumere al fine di rallentare la diffusione del contagio ma che, necessariamente, avranno un impatto economico negativo tutte le attività produttive che risultano ridotte o sospese.

Allo stato attuale, però, esiste un unico provvedimento a favore dei lavoratori autonomi: l’art. 16 del D.L. 2 marzo 2020 che ha previsto un’indennità mensile di 500€ per un massimo di tre mesi, per i lavoratori autonomi operanti nelle “zone rosse”. Misura che, evidenzia la Rete delle Professioni Tecniche, oltre ad avere una limitazione geografica, sembra escludere tutti quei professionisti che non sono iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria perché iscritti, per legge, ad altre forme previdenziali.

Emergenza Coronavirus COVID-19: le proposte della Rete delle Professioni Tecniche

Di seguito le proposte inviate dalla Rete delle Professioni Tecniche:

  1. Sospendere le ritenute alla fonte di cui agli artt. 23, 24 e 29 D.p.r. 600/73 per i professionisti;
  2. Estensione dell’indennità mensile prevista dall’articolo 16 del decreto del 2 marzo 2020 a tutti i lavoratori autonomi senza alcuna esclusione geografica o di iscrizione all’Assicurazione Generale Obbligatoria ma con limitazioni basate sulla media del reddito dichiarato nell’ultimo triennio (soglia 30.000 Euro);
  3. Sospensione tra il 16 marzo 2020 ed il 30 giugno 2020, salvo proroghe, di tutti gli adempimenti e dei versamenti di natura tributaria, contributiva ed assicurativi;
  4. Sospensione versamenti scadenti tra il 16 marzo 2020 ed il 30 giugno 2020, salvo proroghe, derivanti da cartelle di pagamento emesse dall’Agenzia di Riscossione, da avvisi, atti, ingiunzioni nonché pagamenti derivanti dall’adesione alla definizione agevolata delle cartelle;
  5. Sospensione del pagamento delle utenze relative all’energia elettrica, alla luce ed al gas fino al 30 giugno 2020, salvo proroghe;
  6. Sospensione del pagamento delle rate di mutui e finanziamenti di qualsiasi natura, scadenti tra il 16 marzo 2020 ed il 30 giugno 2020, salvo proroghe;
  7. Costituzione di un fondo di garanzia per l’accesso al credito al fine di garantire liquidità a copertura dei costi fissi di struttura;
  8. Costituzione di un fondo di garanzia per l’anticipazione fatture;
  9. Per tutti i versamenti sospesi, prevedere una rateizzazione degli stessi senza aggravio di interessi, per un periodo non inferiore ai 24 mesi;
  10. Sospensione degli atti impositivi, in materia previdenziale tributaria, con rinvio di ogni termine sostanziale, di pagamento o di impugnazione nonché processuale, ivi compreso tutte le altre scadenze di contenzioso o contraddittorio con gli uffici;
  11. Consentire alla Casse di Previdenza private di destinare somme al sostegno delle attività professionali nonché possibilità di rilasciare certificati di regolarità contributiva per gli iscritti che abbiano compensi da incassare dalla P.A.;
  12. Prevedere norme di semplificazione ed accelerazione delle procedure nel campo della realizzazione delle opere pubbliche;
  13. Accelerare il pagamento dei compensi dovuti ai professionisti dalla P.A;
  14. Prorogare, di almeno dodici mesi, tutti i termini di scadenza relativi a Permessi di costruire, SCIA, obblighi di convenzione per l’attuazione di programmi e piani urbanistici attuativi, autorizzazioni paesaggistiche etc.;
  15. Istituire immediatamente un fondo rotativo per il finanziamento delle progettazioni di opere pubbliche;
  16. Prorogare di sei mesi i termini previsti da bandi di gara per bandi di incarico di servizi di ingegneria ed architettura nonché le scadenze di certificati o SCIA per prevenzione incendi, nonché i termini per consegna certificati di collaudo e relazioni a strutture ultimate ex L.1086/1971, consegna perizie ex L.Sabatini;
  17. Prorogare di sessanta giorni i termini per produrre la documentazione richiesta dai competenti uffici regionali per le pratiche presentate ai sensi degli arti.65, 93, 94 e 94 bis del DPR 380/2001;
  18. Chiedere all’UE un rinvio dei termini per l’utilizzo dei fondi europei;
  19. Assunzione, a tempo determinato, di professionisti Chimici e Fisici nelle strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale per fronteggiare l’emergenza sanitaria in atto e garantire l’espletamento di analisi e controlli sanitari.

Viene, infine, richiesto di consentire ai professionisti e alle società tra professionisti e società di ingegneria:

  • di usufruire della Cassa Integrazione in Deroga, anche nei casi in cui non possono accedere agli strumenti di sostegno al reddito già individuati dal Decreto Legislativo n. 148/2015;
  • di poter accedere ad interventi oggi indispensabili per il prosieguo delle loro attività, attualmente a rischio di chiusura.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

© Riproduzione riservata