Emergenza Covid-19: andrà tutto bene, se...lettera aperta al Ministro Paola De Micheli

Lettera aperta al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Paola De Micheli sull'emergenza Covid-19 e i Laboratori per prove e controlli sui materiali

di Giacomo Mecatti - 10/04/2020

La Fase 2 ci sarà? Se sì, con quali forze? La frase comincia a circolare nella mente di tutti, notizie contrastanti, flebili entusiasmi, programmazioni tra perplessità ed incertezze. Tutti i settori produttivi stanno vivendo un clima di possibile ridimensionamento ed instabilità; che fine farà quello dei professionisti, dei tecnici ogni giorno impegnati sul campo, sulle strutture, sugli edifici esistenti, sulla diagnosi del costruito? Nel clima di annebbiamento in cui ci sta lasciando l'emergenza COVID, la vicenda del crollo del ponte di Aulla ci riporta in quella cruda realtà che in Italia, da troppo tempo, si traduce in emergenze che si sommano ad urgenze: emergenza sisma, emergenza sicurezza scuole, emergenza sicurezza strade, senza parlare di tanti altri aspetti che tutti abbiamo, ora, giornalmente sotto gli occhi.

Andrà tutto bene? Dipende da noi, anzi dipende - nel caso specifico - da chi deciderà le mosse giuste in questa partita a scacchi, in cui è palese che l'emergenza economica è dietro l'angolo.

Ho raccolto in questi giorni le preoccupazioni di tanti colleghi che stanno alimentando con ancora più veemenza, vista la situazione contingente, il disagio verso una "burocratizzazione", sempre mal digerita, del nostro "sistema Italia": lo sbandierato "smart working" ci insegnerà qualcosa? Non è forse questo, o solo, ciò a cui pensiamo o dobbiamo ambire.

Là fuori, in quel mondo che frequentavamo più assiduamente fino ai primi di marzo, esistono ancora tutte quelle necessità di operare bene e velocemente sul costruito; la vicenda del ponte ci richiama proprio a questo: allora a che punto eravamo rimasti prima di marzo?

Il prossimo 3 giugno è una data che molti professionisti e società si sono segnati sul calendario con un circoletto rosso… sarà il giorno da cui sarà possibile presentare, al Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, la richiesta di autorizzazione per operare come "Laboratori per prove e controlli sui materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti"; la relativa circolare n.633/STC, risalente allo scorso 3 dicembre 2019, ha infatti istituito un preciso iter temporale: 3 giugno 2020 inizio richieste di autorizzazione, 3 dicembre 2020 inizio rilascio autorizzazioni. Una circolare controversa e perfettibile, ancora più oggi alla luce di tante modifiche che stiamo vivendo nel nostro modo di rapportarci col mondo e che da domani dovremo applicare sicuramente a quello professionale. Le grandi incertezze che stanno emergendo da questo momento storico non possono lasciare indifferenti ovviamente neanche il Ministero delle Infrastrutture, visto anche come i ministeri di altri settori (istruzione, salute, sviluppo economico,…), stanno giustamente già facendo molto.

Il mondo professionale (ingegneri, architetti, geometri, …) è variegato e tante - e diverse, se non talvolta contrarie - sono le esigenze, qui parliamo di quelle che, viste da più vicino, riguardano - unitariamente - chi si occupa giornalmente di strutture (come analisi e come diagnosi).

Indubbiamente qualche suggerimento sentiamo di poterlo dare, dall'esperienza giornaliera "sul campo", per rendere da subito più efficiente ed operativo l'assetto del settore italiano della "diagnostica"… per non disperdere un patrimonio professionale importante: non una rivoluzione, ma un semplice allineamento al buon senso ed al mondo che, oggi più che mai, sta cambiando o è già cambiato.

La circolare citata (n.633/STC) presenta, senza dubbio, aspetti che oggi - aprile 2020 - stridono ancor più con la realtà che stiamo vivendo; non è infatti corretto - ora più che mai - legare l'autorizzazione ad una scelta solo "imprenditoriale" fatta di assetti societari con dipendenti (su cui poi non vige, nell'autorizzazione a regime, alcun obbligo di percorso di studi qualificante specifico e di abilitazione professionale): il mondo professionale e qualificato che ci circonda, ha veramente bisogno, obbligatoriamente, di queste sovrastrutture ingessate? Non è una deregolamentazione del mercato del lavoro, quella a cui alludiamo, ma di prendere atto che il mondo professionale oggi (e così ci è stato imposto…) è altro, che senso ha appesantirlo ed ingabbiarlo in maniera ormai anacronistica? La professionalità che vediamo ogni giorno in tante realtà importanti (singoli professionisti o società di servizi, di ingegneria, …) si basa sul percorso di studi e di crescita "professionale", sugli investimenti in percorsi formativi, non sul contratto di dipendenza o meno… Ben vengano quindi qualificazioni del personale (ISO 9712, PdRUNI56/19), se queste possono aggiungere competenza a chi, ripetiamo: professionista iscritto all'albo professionale, deve - solo - operare sulle strutture.

Allora... "andrà tutto bene", Ministro De Micheli:

  • se apriremo ad una forma di "laboratorio" più vicina al mondo professionale e meno al solo ambito imprenditoriale
  • se punteremo più sulla qualità dei tecnici che ci possono operare e meno al soddisfacimento di un freddo organigramma societario fatto di 2, 3, 5,… dipendenti
  • se ammetteremo (pur lasciando invariata la dead line del 3 giugno) un regime (almeno iniziale) di autocertificazione e meno invece se lasceremo un lasso di tempo così lungo (3 dicembre 2020 o oltre…) per avviare le prime autorizzazioni
  • se punteremo più sul patrimonio di cultura ed esperienza già presente nel panorama professionale italiano, meno se lasceremo la possibilità di operare su certi ambiti ai soli laboratori "lett.a" (che di altro si occupano e si devono occupare)
  • se renderemo il mondo delle professioni di nuovo in prima linea, garante della sicurezza di strutture ed infrastrutture, meno se ci illuderemo di arrivarci con un percorso tortuoso fatto di lungaggini burocratiche, che potrebbero non essere in grado di restituire ai professionisti quelle competenze che invece hanno già, per definizione e per legge
  • se comprenderemo, insomma, che questa contingente e tragica circostanza in cui siamo piombati è anche un'occasione per cambiare, davvero, in meglio questo nostro paese, meno se ci arroccheremo ancora su posizioni già, storicamente superate, forse anche prima di marzo (si ricordi quanto già avvenuto con la limitazione delle prove sul costruito esistente del § 8.5.3 NTC2018)…

Ora più che mai è urgente l'attuazione dell'art.59 (DPR380), lett. c bis: laboratori per "prove e controlli su materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti "… se questo coinciderà con uno sguardo realista e lungimirante anche sul mondo delle professioni tecniche, se terrà conto anche dei tanti professionisti e società già "autorizzati" sul campo, nei fatti, nella storia del vissuto, ad operare sulle strutture. Se non si terrà conto di ciò la fase 2 dovrà fare i conti con migliaia di persone (tra professionisti, società, indotto) senza più un reddito… É quindi improcrastinabile un confronto aperto e costruttivo, con tutte le associazioni ed i soggetti coinvolti in questo processo di innovazione, che oggi deve accelerare, senza più alcuna remora ed incertezza, con uno spirito illuminato verso il futuro che ci attende.

Quel circoletto rosso si avvicina sul calendario e ora è il momento di una risposta, di nuova speranza e di presa di coscienza reale del mondo, qualificato, della professione tecnica, un mondo che è cambiato e sta cambiando giorno per giorno, ormai.

Ministro De Micheli, ci aspettiamo misure straordinarie sì, di straordinario buon senso.

A cura di Ing. Giacomo Mecatti

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