Istat e Indici prezzi al consumo maggio 2020: variazione negativa dello 0,2% rispetto mese precedente

La flessione tendenziale dell’indice generale è imputabile prevalentemente alla marcata dinamica dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati

di Redazione tecnica - 22/06/2020

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Maggio 2020; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di maggio 2020 ha registrato una diminuzione dello 0,2% sia su base mensile sia su base annua (ad aprile la variazione tendenziale era nulla); la stima preliminare era -0,1%.

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Maggio 2020 ed il 14 Giugno 2020, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2019 del +0,625000.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,4% su base annua

La flessione tendenziale dell’indice generale è imputabile prevalentemente alla marcata dinamica dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, che accentuano il loro calo (da -7,6% a -12,2%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rimangono stabili rispettivamente a +0,8% e a +1,0%.

Anche la flessione congiunturale dell’indice generale è dovuta per lo più alla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-4,2%), solo in parte compensata dall’aumento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,2%).

L’inflazione acquisita nel 2020 è pari a -0,1% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo.

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano lievemente da +2,5% a +2,4%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto registrano una variazione tendenziale nulla (da +0,8% di aprile).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,3% sia su base mensile sia su base annua (da +0,1% del mese precedente); la stima preliminare era -0,2%.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,2% su base mensile e dello 0,4% su base annua.

Gli indici dei prezzi al consumo di maggio sono stati elaborati nel contesto dell’emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del Coronavirus in Italia, che ha visto prolungarsi la sospensione delle attività di ampi segmenti dell’offerta di beni e servizi di consumo. L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni. La situazione che si è venuta determinando e le modalità con le quali è stata affrontata sono illustrate nella Nota metodologica, alle pagine 19 e 20.

Indice annuale e biennale locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al -0,300% e l'indice biennale al +0,225%.

Variazioni congiunturali

L'Istat spiega che, nel mese di maggio 2020, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,6%), Bevande alcoliche e tabacchi, Servizi ricettivi e di ristorazione  (+0,3% per entrambi), Mobili, articoli e servizi per la casa (+,1%)

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Abbigliameno e calzature, rvizi sanitari e spese per la salute, Istruzione, Altri beni e servizi.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Trasporti (-1,6%), Comunicazioni ,(-1,3%), Ricreazione, spettacoli, cultura e (-0,5%), Abitazione, acqua, energia (-0,4%),

Variazioni tendenziali

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Prodotii alimentari e bevande analcoliche (+2,6%), Bevande alcoliche e Tabacchi (+2,4%), Altri beni e servizi (+1,6%), Istruzione (+1,2%), Servizi ricettiv e di ristorazione (+0,9%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,8%), Abbigliamento e calzature (+0,8% per entrambi), Servizi sanitari e per la salute (+0,5%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.

Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli si sono registrati nei capitoli Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-4,4%), Trasporti (-4,1%), Comunicazioni (-3,8%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,2%).

Variazioni tendenziali nelle 20 città capoluogo

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Napoli (+0,7%), Palermo (+0,5%), Perugia (+0,4%) , Bolzano e Trieste (+0,2% per entrambi), Bari, Livorno e Trento (+0,0%), Firenze, Reggio Calabria e Roma (-0,1% per tutte e tre), Catania, Catanzaro e Messina (-0,2% per tutte e tre), Brescia, Cagliari, Genova, Padova e Torino (+0,3% per tutte e cinque), Milano (-0,4%), Ancona, Potenza e Venezia e (-0,5% per tutte e tre), Modena e Parma (-0,6% per tutte e due), Bologna e Ravenna e (-0,7 per entrambe), Verona (-0,8%), Reggio Emilia e (-1,1%) e Aosta (-1,2).

I prossimi indici saranno pubblicati il 15 luglio 2020.        

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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