Decreto Semplificazioni e Rigenerazione urbana: quali modifiche al Testo Unico Edilizia?

L'intervista al Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Roma Carla Cappiello in merito alle modifiche apportate al DPR 380/2001 dal Decreto Semplificazioni

di Gianluca Oreto - 10/09/2020

Decreto Semplificazioni e Rigenerazione urbana: con il voto di fiducia della Camera dei Deputati al disegno di legge di conversione del Decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76 (c.d. Decreto Semplificazioni), sono ufficialmente in vigore le modifiche al DPR n. 380/2001 (c.d. Testo Unico Edilizia) sulle quali abbiamo chiesto un giudizio all'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma che proprio sulle modifiche contenute nell'articolo 10 si era espresso parlando di un "ritorno al passato".

Decreto Semplificazioni, Testo Unico Edilizia e Rigenerazione urbana: un ritorno al passato

In particolare, gli Ingegneri di Roma hanno definito "assurdo e lesivo" per i professionisti, per i cittadini e per le imprese le modifiche che stabilirebbero il blocco della rigenerazione urbana e la paralisi del lavoro dei tecnici.

"La norma - afferma il Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Roma, ing. Carla Cappiello - porta a un “ritorno al passato” di più di quindici anni. Gli interventi effettuati sugli immobili posti nelle aree con vincolo paesistico e di zona omogenea “A” divengono più complessi. La disposizione normativa prevede un'identica disciplina per i fabbricati vincolati ai sensi del D. Lgs. n. 42/04 e per quelli ricadenti in Zona Omogenea “A” ex D.M. n. 1444/68. Il legislatore ha reso, cioè, equivalenti i centri storici e le zone connotate da una prevalente funzione abitativa (edifici di zona A) con i nuclei storici. Le azioni di demolizione e ricostruzione dovranno attenersi ai piani urbanistici di recupero e di riqualificazione di competenza comunale. Ciò significa che le limitazioni alla rigenerazione non saranno rivolte solo agli immobili di pregio, ma anche a quelli che non dispongono di alcun valore solo perché situati nei centri storici. Nel caso di rifacimento si dovranno rispettare tutte le caratteristiche dell'edificio preesistente (sagoma, prospetti, sedime, caratteristiche plani volumetriche e tipologiche). Non è, infatti, concessa nessuna variazione".

"Con riferimento alla città di Roma - continua l'ing. Cappiello - pensiamo all’edificio crollato recentemente a Ponte Milvio. Il palazzo era parte integrante di una serie di palazzine popolari edificate negli anni ’50 senza pregio architettonico e realizzato in termini di risparmio anche in termini di efficienza energetica. In un caso come questo, a meno che non si desideri ricorrere a incerti programmi di recupero urbano, i proprietari del bene potrebbero solamente ricostruirne un suo clone".

In definitiva, secondo l'Ordine degli Ingegneri di Roma "I fabbricati saranno solo “restaurati” e non rigenerati, con un'immensa difficoltà nel rispettare le norme collegate al rischio sismico, idrogeologico e idraulico. Sono, inoltre, esclusi dai recenti vantaggi del Bonus 110% certe categorie di immobili, che avrebbero, invece, tanta necessità di  rinnovamento. Da una parte si tenta di incentivare, dall'altra si bloccano le azioni di sviluppo".

Al fine di comprendere meglio le modifiche al Testo Unico Edilizia e l'impatto sulla rigenerazione urbana, abbiamo posto alcune specifiche domande alll'Ing. Carla Cappiello.

Cosa comporterà in termini di rigenerazione urbana?

Quanto espresso dall'articolo 10 comporterà una paralisi architettonica delle città italiane, poiché queste non potranno svilupparsi come i tempi moderni richiedono. Le misure introdotte cancellano la possibilità di rigenerazione edilizia e funzionale anche per gli immobili non vincolati e privi di qualsiasi pregio architettonico. Credo, quindi, che saremo sempre più lontani dalle tanto auspicate smart cities. Si complica invece di semplificare. Si assiste, inoltre, a un altro assurdo dato, che a molti nella lettura di questo decreto è sfuggito. Se da una parte si pongono sullo stesso piano edifici di pregio a edifici di scarso o nullo interesse, dall'altra è accettato lo spostamento o la demolizione di beni culturali di valore per la costruzione di stadi...... Dove si tutela l'interesse del cittadino?

Sarebbe bastata un'armonizzazione delle norme edilizie già esistenti, per strutturarle in maniera organica nel rispetto dell’operato delle amministrazioni, dei professionisti e degli operatori del settore sia sotto il profilo tecnico sia sotto il profilo economico. Ad esempio, sarebbe stata necessaria una complessiva, concreta ed efficace revisione del TU dell’edilizia DPR 380/01.

Quali i danni per i professionisti?

I danni non sono quantificabili, poiché davvero ingenti. I professionisti sono condannati a nuovi e ulteriori vincoli, dovendo seguire normative stringenti e …. senza senso. Per gli interventi di demolizione e ristrutturazione si allungheranno i tempi di approvazione. Anziché di una Scia, servirà un permesso di costruire e un parere della Sovraintendenza. Se questa tipologia di operazioni può aver senso per gli immobili di pregio, non ha alcun senso per gli altri. In questo periodo post-pandemia, caratterizzato da un futuro incerto e da una forte crisi di tutti i settori dell'economia, ci si sarebbe aspettato un provvedimento che semplificasse e snellisse gli adempimenti burocratici e amministrativi. Si sarebbe, nel caso specifico dell'articolo 10, dovuto dare forza e impulso alla legislazione regionale di rigenerazione/recupero edilizio e funzionale del patrimonio immobiliare esistente. Bloccando la riqualificazione urbana, nessuno avrà interesse ad investire nel cambiamento, che diventerà sempre più ipotetico con riflessi gravissimi sul piano economico ed occupazionale.

Secondo lei la politica ha compreso i danni di quanto potrà avvenire?

Le troppe differenti anime della maggioranza del Governo non hanno né avuto una visione chiara delle problematiche né voluto trovare un'intesa sul tema, nonostante imprese e professionisti abbiano fatto sentire per tutto il periodo estivo la propria voce, creando un irreparabile danno per il nostro Paese. La politica ci sta negando, e parlo da cittadina, reali interventi di modernità, di innovazione, di efficienza energetica, di bellezza architettonica e di rigenerazione urbana. I danni di questo provvedimento “poco avveduto” lo pagheremo tutti: cittadini, professionisti e imprese. E la politica se ne renderà amaramente conto.

Ringraziando la Presidente e collega Ing. Carla Cappiello, lascio come sempre a voi ogni commento.

A cura di Ing. Gianluca Oreto

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