Rigenerazione Urbana: sarà la volta buona?

Favorire la rigenerazione urbana, trasformando, per sempre, quelle aree degradate che si trovano all'interno delle città

di Redazione tecnica - 23/10/2020

Favorire la rigenerazione urbana, trasformando, per sempre, quelle aree degradate che si trovano all'interno delle città. Ecco l'obiettivo della proposta del disegno di legge presentato da Andrea Ferrazzi (PD) come primo firmatario in Senato e alle due commissioni, la nona (agricoltura e produzione agroalimentare) e la tredicesima (Territorio, ambiente e beni ambientali).

Rigenerazione Urbana: il disegno di legge

Il disegno di legge intende definire i principi fondamentali in materia di rigenerazione urbana e i relativi incentivi economici da realizzarsi sulle aree giù urbanizzate, ma degradate e da riqualificare. Il nuovo disegno di legge prevede che in questi interventi vengano coinvolti sia i soggetti pubblici che quelli privati. "Rigenerare le nostre città e i nostri territori è uno dei compiti più impegnativi e più urgenti che ci viene richiesto dai nostri tempi - dice il senatore Ferrazzi - Serve dunque una nuova cultura della sostenibilità ambientale che tenga insieme sia le politiche urbane di mitigazione che le politiche urbane di adattamento, ovvero, mentre si riducono le emissioni nocive allo stesso tempo si adattano gli spazi urbani ad un clima che risulta essere ormai cambiato. Serve che si accompagni alla cultura della sostenibilità ambientale quella della sostenibilità economica. Ma serve anche mettere insieme gli investimenti pubblici con quelli privati, i quali devono poter operare in un quadro normativo che, seppur resta sempre definito dal pubblico, consenta la partecipazione dei cittadini sin dal momento della progettazione".

Rigenerazione Urbana: sarà la volta buona?

Di rigenerazione urbana, in realtà, in Italia si parla ormai da decenni. Il primo step riguarda il percorso virtuoso avviato negli anni '70 per le riqualificazioni dei centri storici. Ne seguì un altro, negli anni '80 per il recupero delle aree dismesse. Infine ecco quello nuovo e attuale, per la riqualificazione di quartieri residenziali costruiti nella seconda metà del Novecento. "Questi ultimi, talvolta, sono stati costruiti con criteri di bassa qualità edilizia, architettonica e urbanistica - spiega Ferrazzi - Per cui, oggi, oltre a dover completare i primi due cicli lì dove non si sono completati, la sfida diventa ancor più complessa, poiché, sin dalla fase di analisi e di progettazione degli interventi, bisogna considerare numerose variabili per poter adeguare l'opera al  contesto circostante e renderla, una volta completata, sostenibile dal punto di vista sia ambientale che economico".

Rigenerazione Urbana o nuovo disegno delle città?

Ma più che di rigenerazione, si deve parlare di ridisegnare le nostre città. "È sotto gli occhi di tutti che il fenomeno dello spopolamento delle città e della desertificazione commerciale anche nelle aree centrali riguarda ormai in modo consistente anche il nostro Paese - spiega il senatore - Si tratta allora non solo di rigenerare le nostre città, ma di ridisegnarle e ricostruirle attraverso un processo di demolizione e di ricostruzione, di rottamazione edilizia e di rifunzionalizzazione, avendo l'ambizione di garantire una nuova qualità e una sostenibilità della vita stessa dei cittadini all'interno degli spazi urbani. In tale direzione va dunque superato definitivamente un approccio urbanistico-espansivo e intrapresa con decisione una nuova visione urbanistico-rigenerativa, interdisciplinare ed olistica e non più settoriale". Il nuovo disegno di legge si compone di 9 capi e 20 articoli. Dalle finalità alle disposizioni, passando per le definizioni fino al piano nazionale della rigenerazione urbana e il riparto delle risorse economiche individuate dal ministero dell'economia e finanze in collaborazione con il ministero dell'ambiente, il ministero delle infrastrutture e il ministero per i beni culturali. Ora dovrà attendere il via libera dalle commissioni per continuare il suo iter legislativo.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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