Edilizia scolastica e Sicurezza nelle scuole: i dati del XVIII Rapporto di Cittadinanzattiva

Impietoso il XVIII Rapporto di Cittadinanzattiva evidenzia ancora una volta lo stato di salute carente della scuola italiana

di Redazione tecnica - 22/11/2020

Durante questi mesi di pandemia si è spesso parlato delle scuole come possibile luogo di contagio. Dopo il lockdown totale di marzo, siamo arrivati a settembre senza un vero e proprio piano di emergenza che coinvolgesse l'istruzione e i trasporti, con la conseguenza che con l'aumento esponenziale si è arrivati alla chiusura delle scuole secondarie di secondo grado e alle proposte di alcuni Sindaci e Governatori regionali di chiudere completamente quelle di ogni ordine e grado perché ritenute "poco sicure".

La scuola è un luogo sicuro?

Da qui sono partite una serie di riflessioni spaccando l'opinione pubblica tra chi ritiene che la scuola debba essere l'ultima delle istituzione da chiudere e chi, invece, crede che sarebbe meglio evitare luoghi di assembramento come le istituzioni scolastiche.

Senza voler aggiungere nulla a queste già complicate considerazioni e dibattiti, arriva come ogni anno il nuovo Rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza nelle scuole, il XVIII, che ancora una volta mostra con dati e numeri una fotografia allarmante che dovrebbe far riflettere proprio su quanto oggi possiamo stare "tranquilli" sapendo che i nostri figli si istruiscono i luoghi spesso carenti sotto tutti i punti vista.

Il XVIII Rapporto di Cittadinanzattiva sulla sicurezza delle scuole

Solo tra agosto 2019 e novembre 2020, Cittadinanzattiva ha censito 50 fra episodi di crolli, distacchi di intonaco, caduta di finestre, muri di recinzione ed alberi in prossimità delle scuole, che diventano allungando l'osservazione al 2013, rilevandone 11 solo nei mesi di settembre, ottobre e novembre 2020.

Una situazione di "decadimento" strutturale che va anche letto rilevando che 17.343 scuole italiane, il 43% dei 40.160 istituti scolastici presenti sul nostro territorio, sono situate in zone a rischio sismico elevato (zona 1 e 2) dove vivono 4 milioni e 300mila bambini e ragazzi. Di queste scuole, appena 4.176 hanno inoltrato richieste di finanziamento al Ministero dell’Istruzione per effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica, ma solo 1.564 indagini sono state finanziate a fronte di 2.612 non finanziate (oltre il 60%) per mancanza di fondi.

Cosa pensa Cittadinanzattiva?

La crisi pandemica non può far passare in secondo piano i problemi annosi della scuola: edilizia, digitalizzazione, qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento, dispersione, estensione dei servizi della fascia 0-6 - ha dichiarato Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva - Riguardo all’edilizia entro il prossimo biennio occorre intervenire a tappeto con le indagini diagnostiche di soffitti e solai e relativi interventi, stanziando 150 mln di euro all’anno per scongiurare tragedie e danni provocati dai troppi ed incontrollabili episodi di crollo; è necessario prorogare i poteri commissariali a Sindaci e Presidenti di Provincia perché accelerino gli interventi con i fondi a disposizione, visti i ritardi nel loro utilizzo; è indispensabile puntare su adeguamento sismico-efficientamento energetico degli edifici in zone sismiche a rischio elevato e, ove non sia possibile né conveniente, costruire nuovi edifici con criteri innovativi, come nelle zone colpite dal sisma 2016, con piani a medio termine grazie ai fondi di New Generation EU”.

La XVIII Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole

Nel corso della XVIII Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole Cittadinanzattiva ha anche illustrato alcuni casi eclatanti, parlando ad esempio del caso della scuola Girolami, I.C. Margherita Hack di Roma, quartiere Monteverde: un edificio dichiarato inagibile a seguito del crollo di un controsoffitto, ad aprile 2019 con oltre 700 studenti ricollocati in diverse strutture, addirittura in un altro Municipio, con pesanti ripercussioni sulle famiglie. Senza che ad oggi sia stata prevista una data di inizio lavori.

Le scuole e il rischio sismico

Numeri impietosi raccolti e pubblicati da Cittadinanzattiva da anni. Il rapporto del 2018 evidenziava già come solo il 5% delle scuole fossero adeguate sismicamente ed il 9% migliorate dal punto di vista sismico. Da qui la necessità di effettuare su tutte le altre scuole, particolarmente su quelle in zone ad elevata sismicità, le verifiche di vulnerabilità sismica per sapere quali interventi siano necessari e possibili per adeguarle sismicamente.

Per questo Cittadinanzattiva era ricorsa all’istanza di accesso civico generalizzato rivolgendosi a tutti i Comuni che avevano ottenuto i finanziamenti per effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica e sapere a che punto fossero e conoscerne gli esiti. Ma a fornire risposte è stato un ente proprietario su cinque con informazioni dettagliate su 313 edifici scolastici. Pochissime le risposte fornite dalla Calabria e dalla Campania, entrambe con un alto numero di edifici sottoposti a verifica. Molte Province e Città Metropolitane hanno fornito dati sull’intero universo dei propri edifici sottoposti a verifica come Salerno, Frosinone, Roma, Imperia, Ancona, Pesaro Urbino, Isernia, Catania, Brescia, Belluno, Treviso, e quella di interi Comuni di medie dimensioni quali Ascoli Piceno, Pistoia, Perugia, Spoleto, Terni.

Rispetto ai 313 edifici scolastici, hanno effettuato le verifiche di vulnerabilità sismica il 98%. Il 94% (295) necessita di interventi strutturali – e si tratta di scuole che ad oggi sarebbero, tralasciando le chiusure per covid, funzionanti e aperte - ma solo il 32% di questi ha ottenuto finanziamenti ad hoc. Ad oggi risultano conclusi o quasi i lavori nel 10% delle scuole, il 6% li concluderà entro l’anno, il 36% nel 2021-2022, l’11% nel 2022-2023 e ben il 36% in data ancora da definire.

Circa lo stato della ricostruzione delle scuole nelle quattro regioni del Centro Italia (Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria) colpite dal sisma del 2016, dai dati sintetici pubblicati a giugno dall’Ufficio Ricostruzione Sisma, emerge che su 250 scuole oggetto di interventi o di ricostruzione, solo 17 sono stati conclusi. Cittadinanzattiva ha inviato lo scorso 6 ottobre 2020 quattro istanze di accesso civico a ciascuno degli Uffici della Ricostruzione regionali. In Abruzzo su 24 scuole, 2 sono in fase di esecuzione, 6 con affidamento della progettazione, 10 in fase di progettazione, 4 con gare in corso. In Umbria su 54 edifici oggetto di interventi, la situazione è più articolata e si riporta al report per il dettaglio. I due Uffici speciali per la ricostruzione sisma 2016 Marche e Lazio ad oggi non hanno fornito i dati analitici richiesti.

Le proposte di Cittadinanzattiva

APPROVARE LA LEGGE QUADRO SULLA SICUREZZA SCOLASTICA. Ad ottobre 2019 Save the Children e Cittadinanzattiva hanno depositato una proposta di legge sulla sicurezza scolastica allo scopo di completare e riordinare la normativa esistente. Molti gli ambiti sui quali è urgente intervenire come da anni proponiamo, tra i quali: definizione chiara delle responsabilità e degli obblighi degli enti proprietari e dei Dirigenti scolastici; regolamentazione delle procedure atte a garantire una effettiva partecipazione dei cittadini alla ricostruzione, in occasione di eventi calamitosi, ma soprattutto nella progettazione e costruzione di nuovi edifici/poli scolastici; emanazione di nuove linee guida per la costruzione degli edifici secondo standard di sicurezza, sostenibilità e innovazione; sostegno psicologico, economico e giudiziario alle vittime delle scuole.

ESTENDERE LE INDAGINI DIAGNOSTICHE DI SOFFITTI E SOLAI. Si propone di predisporre un piano urgente per un biennio sfruttando la temporanea chiusura delle scuole secondarie di II grado, per scongiurare eventi incontrollabili e drammatici.

PROSEGUIRE CON LE VERIFICHE DI VULNERABILITÀ E CON I RELATIVI INTERVENTI. Prevedere al più presto sia il rifinanziamento delle verifiche sia il finanziamento degli interventi nelle scuole che ne necessitano dopo l’esito delle indagini.

TENERE ALTA L’ATTENZIONE SULLA PREVENZIONE DEI RISCHI NATURALI. Esprimiamo una forte preoccupazione nel notare come si stia abbassando la guardia, in ambito scolastico e non solo, rispetto all’adozione di procedure e comportamenti corretti in caso di terremoto o alluvione. Il Covid non deve far dimenticare tali rischi così come non può far dimenticare lo stato in cui versano le scuole frequentate da oltre 10 milioni di bambine/i e ragazze/i e personale scolastico.

NEXT GENERATION EU. Insieme ad oltre 400 Associazioni riunite in “EducAzioni” chiediamo che sia destinato il 15% del totale degli investimenti per attestarsi sullo standard europeo di investimento in educazione pari al 4,5-5% sul PIL. Questa è l’occasione per dotare le scuole delle risorse necessarie, migliorare la qualità dell’istruzione rendendola più equa e incisiva, contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica, investire sull’edilizia scolastica.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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