Superbonus 110%, Fondazione Inarcassa: Auspicabile che almeno il Sismabonus sia strutturale

La nostra intervista al Presidente di Fondazione Inarcassa Franco Fietta sulle detrazioni fiscali del 110% (c.d. superbonus) introdotte dal Decreto Rilancio

di Gianluca Oreto - 28/12/2020

Mentre la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di Legge di Bilancio per il 2021 (passato adesso al Senato) che riscriverà i contenuti dell'art. 119 del Decreto Rilancio, ho avuto il piacere di intervistare il nuovo Presidente di Fondazione Inarcassa, l'ing. Franco Fietta.

Superbonus 110%: l'intervista al Presidente di Fondazione Inarcassa

Riporto di seguito le domande e le risposte del Presidente Fietta.

Domanda - Le detrazioni fiscali del 110% sono state inserite all'interno di un decreto legge e hanno necessitato di 139 giorni dalla Gazzetta Ufficiale prima della pubblicazione degli ultimi provvedimenti attuativi (i due decreti del MiSE). Quattro mesi e mezzo in cui il settore dell'edilizia è rimasto paralizzato in attesa di certezze. Ritiene corretto il modus operandi del legislatore di utilizzare il Decreto Legge come strumento normativo per argomenti di questa natura?

Risposta - In considerazione della gravità della crisi sanitaria che stiamo attraversando, è opportuno distinguere il tipo di strumento normativo adottato dal legislatore dai tempi di concreta applicazione della misura promossa dall’art. 119 del decreto “Rilancio”. Il legislatore ha individuato nel decreto legge lo strumento normativo più adatto e consono in relazione alla crisi epidemiologica. L’intervento per motivi di necessità ed urgenza si è, infatti, reso necessario per le misure di sostegno all’economia promosse dal governo in questi ultimi mesi. Stiamo affrontando una dura crisi economica che non risparmia alcuna categoria professionale, compresa quella degli architetti e ingegneri liberi professionisti. Era ben chiaro, fin dai primi giorni del mese di marzo scorso, che presto ci saremmo ritrovati alle prese con una crisi economica senza precedenti. Da parte del governo, era fondamentale intervenire tempestivamente, senza mortificare il ruolo del parlamento che è stato opportunamente coinvolto in fase di conversione.

Altro discorso va fatto sui tempi di concreta applicazione della misura. Qui si consuma un paradosso. Se da un lato, infatti, il legislatore premia l’utilizzo di uno strumento normativo immediatamente efficace come il decreto legge, dall’altro abbiamo dovuto attendere alcuni mesi prima che si potesse beneficare della misura. Affinché la misura del superbonus 110% possa dispiegare i tanti benefici sul sistema economico sono però necessari tempi certi e rapidi di applicazione, mentre abbiamo atteso ben 139 giorni dalla pubblicazione dei decreti attuativi di competenza del MISE. Se da un lato la politica ha voluto operare con rapidità, dall’altra la volontà di controllo della nostra struttura burocratica, in questo caso ministeriale, ha messo sul tavolo in tempi inadeguati una quantità di adempimenti burocratici, che a loro volta necessitano di chiarimenti e interpretazioni. Certamente anche il dettato legislativo, impostato in tempi strettissimi dal governo, nella volontà di essere rapido era carente in alcune parti. La combinazione di questi aspetti ha generato incertezza e confusione tra gli operatori economici, compresi gli architetti e ingegneri liberi professionisti che vedono nel superbonus 110% una concreta possibilità per rilanciare la professione.

Domanda - Da settembre ad oggi sono arrivati 32 interventi (tra risposte e risoluzioni) dell'Agenzia delle Entrate e per ultimo la circolare n. 30/E del 22 dicembre 2020 (c.d. supercircolare) pubblicata a ridosso della definizione della prossima Legge di Bilancio che interverrà pesantemente sull'art. 119 del Decreto Rilancio. Non crede che l'Agenzia delle Entrate dovrebbe coordinarsi meglio con il Legislatore?

Risposta - Coincidenza vuole che la “supercircolare” dell’Agenzia delle Entrate del 22 dicembre sia arrivata mentre in Commissione Bilancio alla Camera si introducevano nuovi correttivi al superbonus 110%. Presumibilmente, dopo l’approvazione della legge di bilancio 2021, arriverà una nuova “supercircolare” da parte dell’Agenzia per chiarire le nuove misure correttive al superbonus appena introdotte. Comunque è bene ricordare che l’intervento di dicembre era stata annunciato dal Direttore generale dell’Agenzia delle Entrate in Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe Tributaria nel corso dell’audizione sull’applicazione del superbonus, cui ha partecipato anche Fondazione Inarcassa per avanzare una serie di proposte migliorative in merito. In materia di superbonus, l’Agenzia svolge un ruolo chiarificatore, necessario, circa le misure introdotte e gli interventi ammissibili ai fini della detrazione fiscale. In molti casi, va ricordato che sono gli stessi contribuenti e operatori economici, ad esempio attraverso l’istituto dell’interpello, a chiedere all’Agenzia delle Entrate di pronunciarsi in relazione all’interpretazione delle norme tributarie.

Tutto questo però non giustifica i 32 interventi finora proposti. Anzi, questa intensa attività da parte dell’Agenzia è ancora effetto della nostra ipertrofia legislativa, un moltiplicarsi di norme, regolamenti, prescrizioni emanati da strutture diverse che amplificano i processi burocratici.

Domanda - Requisiti e adempimenti necessari per accedere al superbonus stanno scoraggiando molti contribuenti e costringendo professionisti e imprese ad un tour de force per comprendere le tante complessità della norma. Ci potrebbe dare un giudizio complessivo sull'art. 119 del Decreto Rilancio e sui provvedimenti attuativi?

Risposta - La misura proposta con il superbonus 110% si presenta come eccezionale in termini di benefici economico-fiscali e risulta evidente come la volontà di controllo da parte delle strutture ministeriali si sia espressa attraverso misure burocratiche molto importanti e complesse nella loro interpretazione. Purtroppo nell’amministrazione pubblica la funzione di controllo, assieme a quella di programmazione, nel nostro paese si esprime più attraverso complessi e farraginosi adempimenti formali e dure minacce sanzionatorie, che con controlli reali e snelli, ma qui servirebbe un’inversione culturale. L’incertezza dei tempi e delle interpretazioni, oltre al carico burocratico, frenano, ritardano, a volte anche bloccano gli operatori, in primis architetti e ingegneri che svolgono un ruolo di perno fondamentale. Di conseguenza i cittadini che dovrebbero fare investimenti importanti, in queste condizioni sono incerti, vanificando in parte l’importante spinta alla ripresa dell’edilizia e dell’economia.

Il superbonus 110% nella sua impostazione è indubbiamente uno strumento valido per rimettere in moto i comparti dell’edilizia e della progettazione ma è soprattutto una grande opportunità per mettere in sicurezza il Paese dal punto di vista della riduzione del rischio sismico e dell’efficientamento energetico. Siamo certi che rappresenti un vero stimolo anche alla ripresa del mercato dei servizi di architettura e ingegneria. Visto con il senno del poi, anziché generare una nuova ulteriore misura, forse si sarebbe potuto ampliare gli effetti fiscali, temporali e di intervento dei preesistenti bonus, ottenendo così una base normativa più consolidata e certa. Ma è anche vero che dal punto di vista politico l’effetto annuncio sarebbe stato inferiore.

Inoltre senza entrare troppo nei dettagli della normativa, anche alla luce degli orientamenti operativi che si stanno delineando, risulta evidente che mentre gli aspetti di risparmio energetico sono ampiamente considerati e le relative misure utilizzate, nel campo della prevenzione sismica siamo quasi fermi. Evidentemente sarebbe stato opportuno un maggiore sostegno agli aspetti sismici. Questo anche perché deve essere superato il gap della percezione dei due temi: risparmio energetico e sicurezza sismica. Mentre il risparmio energetico viene colto immediatamente e quotidianamente attraverso il risparmio economico, la sicurezza sismica può essere rilevata solo in momenti rari anche se con perdite consistenti e tragiche, ne consegue un assolutamente inopportuno effetto “meglio un uovo oggi che una gallina domani”. Tra l’altro questo “svantaggio” viene rinforzato anche in genere dalla maggiore invasività degli interventi strutturali sismici.

Domanda - Il Ministro dell'Economia e delle Finanze ha più volte evidenziato l'assenza di fondi per la proroga del Superbonus all'interno della Legge di Bilancio. La speranza resta il Recovery fund. Quali saranno le richieste di Fondazione Inarcassa?

Risposta - Come già evidenziato precedentemente, l’incertezza legata ai tempi ed alle interpretazioni danneggiano l’efficacia delle misure, quindi il tempo di validità della misura deve essere sufficientemente ampio, almeno a tutto il 2023, anzi sarebbe auspicabile che quantomeno per le misure sismiche gli incentivi fiscali fossero strutturali. Non dimentichiamo gli effetti in termini di perdite di vite ed economiche che il nostro Paese ha subito nei recenti e purtroppo ricorrenti terremoti.

Sempre in relazione alla sicurezza sismica, anche per superare l’handicap, chiediamo che il costo della valutazione del rischio sismico degli edifici possa essere ricompreso nell’incentivo e rendendo obbligatoria la valutazione in ogni caso di intervento con superbonus, anche se poi non si realizzano le opere relative. Avremo così reso consapevoli i proprietari e creato un importante base conoscitiva del nostro patrimonio edilizio.

Ciò non toglie che gli interventi correttivi ormai approvati in sede di legge di Bilancio 2021 siano da considerare assolutamente opportuni e condivisibili.

Ringrazio il Presidente Fietta per il contributo e lascio come sempre a voi ogni commento.

A cura di Ing. Gianluca Oreto

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