500 incidenti stradali ogni giorno: gli ingegneri combattono il fenomeno

Viva la vita è il titolo del Convegno sulla sicurezza stradale, organizzato dal Consiglio Nazionale Ingegneri, dall'Ordine degli Ingegneri della Provincia di...

27/10/2015
Viva la vita è il titolo del Convegno sulla sicurezza stradale, organizzato dal Consiglio Nazionale Ingegneri, dall'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, in collaborazione con il Mit, che si terrà nella Capitale il 28 ottobre e che vuole avanzare soluzioni con cui affrontare questa piaga italiana. Professionisti, amministratori e imprenditori si confronteranno su una tematica che riguarda la nostra vita quotidiana alla presenza del Vice Ministro Nencini.

Le strade di molte città italiane si sono trasformate troppo spesso nel tempo in una sorta di groviera ricca di buche, quando non proprio voragini, che ne rendono i tragitti quasi delle giungle: ogni giorno in Italia si verificano più di 500 incidenti stradali. Lo scorso anno, complessivamente, sono stati circa 174.000, con 3.300 vittime. Un dato ancora pesante ma che registra un calo del 3,77%. Il 65% di questi si verifica proprio nelle aree urbane, divenute lo scenario di un fenomeno dai costi estremamente elevati, in primis di vite umane, ma che incidono pesantemente sulla collettività anche quando, fortunatamente, ci troviamo infatti di fronte a casi non gravi. Deficit infrastrutturale, cattiva manutenzione delle rete viaria sono tra le cause principali di una tendenza che vede pertanto gli ingegneri italiani, in primo piano per combatterne gli effetti, talvolta drammatici. Ne è dimostrazione il Convegno "Viva la Vita", in programma nella Capitale il 28 ottobre, presso l'Hotel Nazionale, promosso proprio dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri, dall'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, in collaborazione con il Ministero alle Infrastrutture e ai Trasporti, al quale è prevista la presenza del Vice Ministro Riccardo Nencini.

"La sicurezza dei cittadini è una priorità tra le nostre attività, e quella stradale nei centri urbani non fa eccezione. Siamo infatti investiti direttamente da un fenomeno rispetto al quale i nostri professionisti possono garantire competenza ed esperienza, nel settore pubblico e in quello privato sia per quanto concerne il coordinamento delle manutenzioni che l'opera di progettazione", spiega il Presidente del CNI Armando Zambrano. "Un'ampia quota della mortalità sulle strade avviene, purtroppo, nelle aree urbane. I dati a disposizione dimostrano che gli incidenti più gravi si realizzano negli spostamenti legati alle attività quotidiane. E' necessario, pertanto, intervenire attraverso una metodologia di sistema e in maniera sinergica in tutto il Paese. Si deve sviluppare una cultura della sicurezza legata al rispetto delle regole e si deve incentivare la formazione costante e innovativa sui temi della mobilità urbana dei tecnici che agiscono sul territorio", afferma l'Ing. Carla Cappiello, presidente dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma.
Dunque gli ingegneri si pongono come punto di riferimento per una difficile battaglia.

Dal punto di vista tecnico, in un Paese alle prese con un dissesto idrogeologico oggi reso ancora più pesante da eventi climatici sempre più estremi, gli interventi infrastrutturali, anche e soprattutto nei contesti urbani, diventano essenziali, mentre una buona manutenzione stradale, così come la creazione o il potenziamento delle reti viarie, rappresentano la migliore garanzia per evitare che lo spostamento quotidiano di milioni di cittadini diventi una scommessa. L'assise romana si pone quindi come un campo aperto alle riflessioni ma anche alle esperienze vissute, da professionisti, imprenditori del settore, amministratori come i rappresentanti istituzionali dei Comuni di Genova e Bologna o alla presentazione di case history di successo che vedranno protagoniste, ad esempio, Assosegnaletica e Hauraton Italia, due realtà del mondo economico in prima fila nell'impegno per la sicurezza che relazioneranno rispettivamente su "Sistemi intelligenti per la sicurezza stradale" e "Sistemi di drenaggio per la raccolta delle acque di superficie".

Di sicuro perché si riesca a costruire un solido sistema preventivo servono investimenti. Le casse dei Comuni sono tuttavia spesso sigillate dal patto di stabilità, contro i cui effetti il Cni da tempo ha aperto un fronte: "In questi anni - rimarca Zambrano - si sono bloccate ingenti somme che potevano essere utilizzate per opere di cui il Paese ha bisogno come l'assetato dell'acqua. Non tanto "opere faraoniche", ma interventi in grado di modernizzare la nostra rete viaria dotandola di strutture adeguate. Ora sembra che l'attuale governo voglia venire incontro ai Comuni virtuosi permettendo loro di investire in questa direzione. Sicuramente una cosa positiva".
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