Ingegneria italiana all'estero: cresce la presenza delle società di ingegneria e architettura all'estero

L'engineering italiana che va oltre confine cresce di quasi il 37% nel 2014, con un'incidenza del 23,7% sulla produzione complessiva (era il 16,3% nel 2013),...

05/11/2015
L'engineering italiana che va oltre confine cresce di quasi il 37% nel 2014, con un'incidenza del 23,7% sulla produzione complessiva (era il 16,3% nel 2013), anche se i ricavi si riducono del 6%.La crescita del portafoglio ordini delle società di ingegneria, soprattutto nel settore dei trasporti, è elemento molto positivo che dimostra la capacità di aggregazione e di investimento delle società. Il mercato estero ormai rappresenta lo sbocco essenziale per cogliere maggiori e migliori opportunità rispetto al mercato nazionale che, per diverse ragioni, è in grande sofferenza.

Sono questi i dati di fondo che emergono dal "Primo Rapporto sulla presenza delle Società di Ingegneria e Architettura all'Estero" elaborato dall'OICE in collaborazione con l'Università degli Studi di Bergamo e presentato a Roma presso la sede dell'ICE alla presenza di una folta rappresentanza di ambasciatori di Stati esteri, di vertici di Ministeri e di altre Amministrazioni, oltre che di esponenti del mondo politico, imprenditoriale e bancario.

"Dal Rapporto - spiega Alfredo Ingletti, Vice Presidente OICE per l'Internazionalizzazione - si evince che la presenza delle società di ingegneria e architettura all'estero, quindi, si va consolidando seppure con le difficoltà che società di dimensioni organizzative come quelle italiane trovano nel confronto con i colossi stranieri che operano sui mercati internazionali. Il raffronto tra le dimensioni, sia di fatturato che di addetti, delle nostre aziende con quelle estere è quasi impietoso, tuttavia strategie intelligenti e capacità manageriali e progettuali italiane apprezzate in vaste aree del mondo hanno permesso di conquistare spazi interessanti in molti mercati internazionali".

Tutto ciò, però, non basta: "Si rendono sempre più necessari - aggiunge Ingletti - modelli organizzativi più evoluti e processi di aggregazione che consentano anche a società di dimensioni ridotte di farsi valere all'estero. Una buona organizzazione, infatti, può compensare un deficit dimensionale. Non necessariamente essere grandi significa essere efficienti ed efficaci".

Per il Presidente dell'OICE, Patrizia Lotti, "l'ottimo studio realizzato con la collaborazione dell'Università di Bergamo dimostra che il percorso di internazionalizzazione delle società di ingegneria e di architettura che l'Associazione ha promosso ormai da dieci anni e che con forza e determinazione sta portando avanti con il supporto del MISE e dell'ICE, rappresenta l'unica strada per superare le difficoltà che incontriamo ogni giorno in Italia e per fare crescere le nostre società".

A cura di Ufficio Stampa OICE
     
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