Appalti pubblici e Corruzione: il controllore non può essere indicato dal controllato

27/03/2015

Finalmente un po' di buon senso. Tra il convegno tenutosi a Napoli dal titolo "L'affidamento dei servizi attinenti all'architettura ed all'ingegneria nelle opere pubbliche: criticità e proposte" (leggi articolo) e quello di Roma "Open Government e Agenda Digitale: Trasparenza e Anticorruzione" ho potuto constatare molta concretezza nelle dichiarazioni e nelle analisi dei rappresentanti nazionali degli Ingegneri.

A Napoli, il Presidente Armando Zambrano ha affermato un concetto molto semplice quanto importante, ovvero che non esiste una norma perfetta, ma può esistere un funzionario serio e preparato che può ottenere buoni risultati anche da una normativa lacunosa.
Nella stessa giornata, il Presidente Zambrano è intervenuto al convegno "Open Government e Agenda Digitale: Trasparenza e Anticorruzione" facendo delle proposte concrete che hanno evidenziato la voglia del Consiglio Nazionale degli Ingegneri di partecipare attivamente al lavoro che l'Autorità Anticorruzione sta cercando di impostare.

Abolizione dell'attuale codice degli appalti, dare piena centralità al progetto e rotazione dei dirigenti. Sono queste le proposte che il CNI ha voluto lanciare nel corso del convegno in cui ha evidenziato un altro aspetto fondamentale, che personalmente ho sostenuto in diverse occasioni, il controllore non può essere indicato dal controllato.
Il Presidente Zambrano ha, infatti, toccato uno dei problemi più urgenti da risolvere nel Codice degli Appalti. Senza troppi giri di parole, ha sostenuto la necessità di abolire l'art. 176 del codice degli appalti dove l'esecutore dell'opera individua il direttore dei lavori. "È assolutamente necessario - ha spiegato il Presidente Zambrano - evitare concentrazioni di prestazioni professionali nelle mani di pochi soggetti. Siamo rimasti perplessi dinanzi al fatto che l'Antitrust non sia intervenuto rispetto a situazioni di evidente monopolio che avrebbero potuto essere gestite in maniera differente".

Altre interessanti proposte avanzate dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri riguardano:
  • rotazione dei dirigenti;
  • centralità del progetto sin dalle fasi iniziali in modo da evitare continue varianti con il conseguente incremento di costi;
  • individuazione del direttore dei lavori da parte delle stazioni appaltanti.

"Quanto deve attendere ancora il nostro Paese per dotarsi del freedom of information act?". Ha affermato il Consigliere nazionale CNI Angelo Valsecchi che ha anche sottolineato: "Solo attraverso la trasparenza è possibile combattere la corruzione e rilanciare la competitività del Paese. Ancora oggi, purtroppo, la responsabilità dell'opera è frammentata tra una pluralità di soggetti. Seppur sia significativo avere individuato il responsabile del procedimento dei lavori, risulta altrettanto importante indicare il soggetto responsabile di ogni singolo passaggio dell'opera appaltata. Il tutto utilizzando la digitalizzazione dei dati che vanno messi a disposizione della collettività".

Il consigliere Angelo Valsecchi ha anche rilevato come la normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza amministrativa (Legge n. 190/2012 e D.Lgs.n. 33/2013) fornisce ai cittadini gli strumenti per agire. "Non va dimenticato, però che prima dei diritti vengono i doveri come quelli dettati dalla deontologia professionale, ma anche dalla competenza e dalla conoscenza". A livello legislativo, bisogna, tuttavia, accelerare l'applicazione della direttiva europea del 2003 sulla trasparenza, "Riutilizzo dell'informazione nel settore pubblico", recepita in Italia con il decreto legislativo 36 del 2006", questo il monìto emerso nel corso del convegno. Concetti condivisi anche con il sottosegretario di Stato alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri.

Nella speranza che i concetti evidenziati dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri possano essere accolti sia dall'Autorità Nazionale Anticorruzione che dal legislatore, resteremo vigili per capire come questi riusciranno ad entrare all'interno del decreto legislativo che entro il 16 aprile 2016 (salvo proroghe) dovrà sostituire l'attuale codice degli appalti di cui al d.lgs n. 163/2006.

A cura di Gianluca Oreto - -


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