Architetti: No all'espansione edilizia, Si al recupero, riqualificazione e rigenerazione urbana
01/06/2012

"E' urgente varare una nuova e moderna legge urbanistica, per
valorizzare il nostro territorio che - a differenza di quando
afferma la normativa vigente che risale al 1942 - non deve più
essere ricostruito, ma salvaguardato da inadeguate trasformazioni
urbanistiche, frenando l'espansione edilizia, incentivando i temi
del recupero, della riqualificazione e rigenerazione urbana
attraverso la qualità dell'architettura. In una realtà in continuo
cambiamento, gli attuali strumenti di governo del territorio si
sono rivelati inadeguati a gestire i nuovi processi di
sviluppo".
Questo il pensiero del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che, all'indomani del terremoto che sta sconvolgendo le regioni del nord Italia e nella consapevolezza che la riforma urbanistica debba essere preceduta dalla rideterminazione del contenuto della proprietà fondiaria, ha predisposto insieme al Consiglio Nazionale degli Ingegneri ed in cooperazione con Ance, Tecnoborsa, e CeNSU, e con la consulenza del professor Paolo Stella Richter, hanno predisposto una bozza di disegno di legge sul regime dei suoli denominata "Nuove norme in materia di contenuto della proprietà fondiaria, di determinazione dell'indennità di esproprio e di perequazione urbanistica".
"L'articolato presentato - ha sottolineato Ferruccio Favaron, presidente del dipartimento Politiche urbane e territoriali che insieme al Consigliere Lisa Borinato ha collaborato alla stesura della bozza del ddl - anticipando alcuni contenuti della riforma, rappresenta una proposta organica finalizzata a salvaguardare il principio di pianificazione, liberando il territorio dall'episodicità della contrattazione tra Comune e singoli proprietari. Consente altresì di avviare a soluzione l'annoso problema della determinazione dell'indennità di espropriazione".
"La mancanza di norme chiare a livello statale in materia di regime dei suoli - continua - in particolare riferite alle nuove misure della perequazione, ormai presenti in molte legislazioni regionali, oltre a produrre situazioni di confusione e contenzioso nella pratica della pianificazione, non incoraggia certamente l'ingresso di investimenti esteri nel mercato immobiliare italiano, già sufficientemente penalizzato da una burocrazia pressoché invulnerabile".
© Riproduzione riservata
Questo il pensiero del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che, all'indomani del terremoto che sta sconvolgendo le regioni del nord Italia e nella consapevolezza che la riforma urbanistica debba essere preceduta dalla rideterminazione del contenuto della proprietà fondiaria, ha predisposto insieme al Consiglio Nazionale degli Ingegneri ed in cooperazione con Ance, Tecnoborsa, e CeNSU, e con la consulenza del professor Paolo Stella Richter, hanno predisposto una bozza di disegno di legge sul regime dei suoli denominata "Nuove norme in materia di contenuto della proprietà fondiaria, di determinazione dell'indennità di esproprio e di perequazione urbanistica".
"L'articolato presentato - ha sottolineato Ferruccio Favaron, presidente del dipartimento Politiche urbane e territoriali che insieme al Consigliere Lisa Borinato ha collaborato alla stesura della bozza del ddl - anticipando alcuni contenuti della riforma, rappresenta una proposta organica finalizzata a salvaguardare il principio di pianificazione, liberando il territorio dall'episodicità della contrattazione tra Comune e singoli proprietari. Consente altresì di avviare a soluzione l'annoso problema della determinazione dell'indennità di espropriazione".
"La mancanza di norme chiare a livello statale in materia di regime dei suoli - continua - in particolare riferite alle nuove misure della perequazione, ormai presenti in molte legislazioni regionali, oltre a produrre situazioni di confusione e contenzioso nella pratica della pianificazione, non incoraggia certamente l'ingresso di investimenti esteri nel mercato immobiliare italiano, già sufficientemente penalizzato da una burocrazia pressoché invulnerabile".
A cura di Ilenia
Cicirello
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