Assemblea Ance 2013: investimenti pubblici per tornare a crescere
12/07/2013

“Serve un grande piano di investimenti pubblici da 70 miliardi
in 5 anni, per rimettere in moto l’edilizia e far crescere il
Pil del Paese”. E’ questo il messaggio forte lanciato dal
presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, all’Assemblea
annuale dei costruttori, che si è svolta ieri a Roma al Palazzo
dei Congressi, alla presenza del presidente di Confindustria,
Giorgio Squinzi, del sottosegretario alla presidenza del
Consiglio dei Ministri, Filippo Patroni Griffi, del ministro
delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, e del vicepresidente
della Commissione europea, Antonio Tajani.
Per Buzzetti i provvedimenti recentemente approvati dal Governo sono un passo nella giusta direzione, ma ora bisogna fare di più, è necessaria una terapia choc.
Mentre gli altri Paesi, dagli Stati Uniti al Giappone alla Gran Bretagna, lo hanno capito e stanno varando provvedimenti coraggiosi a sostegno dell’industria delle costruzioni, in Italia la politica di rigore assoluto ha penalizzato fortemente l’edilizia e non ha prodotto i risultati sperati. E oggi il settore, che è stato sempre trainante per l’economia del Paese, è ridotto allo stremo.
Il ministro delle Infrastrutture ha riconosciuto l’importanza delle costruzioni per rimettere in moto l’economia e ha affermato che i tagli lineari del passato alla spesa pubblica sono inaccettabili perché l’edilizia ha pagato di più rispetto ad altri settori. Tra le priorità su cui intervenire, Lupi ha indicato la questione dell’Imu, che sull’invenduto considera “una vergogna”.
Il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani ha ribadito l’urgenza che tutti i debiti della Pa nei confronti delle imprese vengano saldati. Tajani ha dichiarato inoltre di condividere la proposta dell’Ance di un grande piano di rilancio del Paese che parta proprio dagli investimenti in edilizia e infrastrutture.
Fonte: www.ance.it
© Riproduzione riservata
Per Buzzetti i provvedimenti recentemente approvati dal Governo sono un passo nella giusta direzione, ma ora bisogna fare di più, è necessaria una terapia choc.
Mentre gli altri Paesi, dagli Stati Uniti al Giappone alla Gran Bretagna, lo hanno capito e stanno varando provvedimenti coraggiosi a sostegno dell’industria delle costruzioni, in Italia la politica di rigore assoluto ha penalizzato fortemente l’edilizia e non ha prodotto i risultati sperati. E oggi il settore, che è stato sempre trainante per l’economia del Paese, è ridotto allo stremo.
Il ministro delle Infrastrutture ha riconosciuto l’importanza delle costruzioni per rimettere in moto l’economia e ha affermato che i tagli lineari del passato alla spesa pubblica sono inaccettabili perché l’edilizia ha pagato di più rispetto ad altri settori. Tra le priorità su cui intervenire, Lupi ha indicato la questione dell’Imu, che sull’invenduto considera “una vergogna”.
Il vicepresidente della Commissione Ue Antonio Tajani ha ribadito l’urgenza che tutti i debiti della Pa nei confronti delle imprese vengano saldati. Tajani ha dichiarato inoltre di condividere la proposta dell’Ance di un grande piano di rilancio del Paese che parta proprio dagli investimenti in edilizia e infrastrutture.
Fonte: www.ance.it
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