Aumento IVA al 22% rinviato all'1 ottobre 2013

27/06/2013

Sarà certamente ricordato come il Governo delle sospensioni e dei rinvii. Nella seduta n. 11 del 26 giugno 2013, il Governo Letta ha, infatti, deciso ufficialmente di rinviare l'aumento dell'aliquota ordinaria dell'IVA dal 21 al 22% a partire dall'1 ottobre 2013 e non dall'1 luglio come previsto dal comma 1-ter del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito dalla legge 15 luglio 2011, n. 111.

Dopo la sospensione dell'IMU (leggi news), il Governo ha ancora una volta deciso di soprassedere ad un aumento che avrebbe portato un miliardo di euro alle casse dello Stato, ma avrebbe anche dato un nuovo colpo alle tasche dei contribuenti già alle prese con una crisi che sembra non avere fine.

Il Governo con una decisione annunciata, ma un po' a sorpresa se si pensa che nella maggior parte dei Paesi europei vengono tassati i consumi e non i redditi, ha deciso di bloccare un aumento che avrebbe contribuito al blocco dei consumi (già sufficientemente fermi), finanziando il mancato gettito (stimato in un miliardo di euro) raddoppiando la tassa sulle sigarette elettroniche (probabilmente dal 2014), aumentando alcune accise e anticipando il saldo di alcune imposte. Senza, dunque, operare nuovi tagli alla spesa pubblica.

Il risultato sarà, dunque, che mentre l'1 luglio non aumenterà l'IVA, a novembre avremo un rincaro sui saldi Irpef, Ires e Irap e sugli acconti dovuti dagli istituti di credito sulle ritenute nel 2013, con l'anomalia tutta italiana che gli anticipi saranno in alcuni casi superiore ai saldi. Si tratta, quindi, di un "prestito forzato" da parte di imprese e lavoratori autonomi allo Stato per un importo stimato pari a 2,6 miliardi euro che consentirà il rinvio dell'aumento dell'IVA a novembre.



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