Autostrada A19 Palermo Catania: Cronaca di un "viaggio inaspettato"

15/04/2015

Se mi avessero detto che la mia passione per Tolkien e la Trilogia, e per i film di Peter Jackson avesse trovato una certa analogia con il percorrere la Palermo Catania, e allo stesso modo la "Divina Commedia" di Dante, fino ad una settimana fa avrei riso.

Pensandoci, ieri (e di tempo da ingannare, mentre ero ala guida, ne ho avuto a iosa in più) sorridevo tra me e me mentre mi accingevo a partire da Licata per tornare a Palermo, paragonandomi a Gandalf afflitto dall'atroce dubbio se condurre la compagnia attraverso il "passo di Caradhras" (uscita Tremonzelli) oppure per le "miniere di Moria" (scorrimento veloce Agrigento).

E come il grigio Stregone partorito dalla fantasia del professore di Cambridge ho voluto tentare la "via della montagna", anche se dentro di me risuonava empia la voce di Saruman: "E così Gandalf hai tentato di condurli per Caradhras. E se poi fallisci? Allora dove andrai? Se la montagna ti sconfigge...rischierai una via più insidiosa?"

E dunque, conoscendo i pericoli di Khazad Dùm (ovvero i lavori in corso senza fine, il traffico, gli autovelox, i rallentamenti della strada che unisce la città della valle dei templi al capoluogo siciliano) ho voluto tentare la "strada nuova" e testarne fattibilità, rischi e tempistiche.

Già uscendo all'altezza di Tremonzelli avevo il senso, quasi dantesco, di "ritrovarmi in una selva oscura, che la dritta via era smarrita". Anche se la selva non c'è, ma in compenso la vastità delle distese semidesolate delle campagne siciliane. Pur tuttavia con l'impressione di stare varcando uno degli infernali gironi in compagnia di altre "anime prave" che con me condividevano "lo tristo fato".
E così, alla presenza, dopo qualche centinaio di metri, di qualche addetto dell'ANAS (vestiti peraltro con delle divise giallo fosforescenti nuovissime, quasi a voler dare atto di una certa organizzazione) che sorveglia quell'iniziale tratto di strada, ecco campeggiare l'illusoria speranza: il verde cartello PA-CT che indica, come un faro per la nave nella tempesta, la direzione da intraprendere.

E quindi andiamo su, intraprendendo una serie impressionante di tornanti in direzione Castellana. Senza mai entrare nel paese, però. Perché poco prima, e dopo i primi 11 km di tratto, riecco i nostri "Virgilio" dell'ANAS indicarci la rotta, deviazione verso Polizzi Generosa. Che di "Generosa" non ha nulla (a parte gli abitanti, dato che ho tra gli amici alcune persone che sono originarie di lì) ed anzi è arcigna già nella condizioni climatiche, perché se in tutta la Sicilia c'era il sole e temperature primaverili, ecco che il paesino delle Madonie ci accoglie con una intensa foschia grigia e 5 gradi in meno rispetto a qualche km prima, esattamente come Mithrandir viene "accolto" dalla cima della montagna quando cerca di valicarla.

E mentre io e le altre animelle attraversiamo le vie della cittadina, notiamo gli sguardi diffidenti e quasi infastiditi dei pochi passanti, abituati fino a pochi giorni prima, a quiete, silenzio e mancanza di traffico. Come dar loro torto.

Una volta dall'altra parte, invece, inizia il tratto più "stressante" di questa deviazione. E'da questo lato che l'avanzata si fa più complicata, la strada è un budello stretto che si annoda abbarbicata al fianco della montagna, larga a malapena per far passare i due sensi di marcia sperando di non incrociare il classico "furbo" che nell'affrontare i tornanti alla Ayrton Senna non ci speroni o spacchi lo specchietto.

Ovviamente, a complicare il tutto, ci si mette anche la condizione dell'asfalto. Assolutamente inadeguato per questa mole di macchine ed in generale per un normale scorrimento, dissestato e smottato in più punti e sei lì a pregare che da una delle trazzere laterali non fuoriesca qualche camioncino.

Cosa che puntualmente si verifica: contadino che imbocca la strada, la SUA strada, quella che è abituato legittimamente a fare ogni giorno per svolgere il suo lavoro o semplicemente andare a casa, con il suo lambrettino che al massimo farà 30 km/h che forma una coda lenta e rassegnata.

Di più: un piccolo tratto di una decina di metri, ovviamente franato, costringe noi e i miseri che vengono dall'altra direzione, ad alternarci al transito, regolato dai prodi tecnici dell'ANAS con le loto tutine gialle, che ancora una volta ci mostrano efficienza e sprezzo del pericolo mentre dirigono il transito e nel frattempo lavorano alacremente al ripristino.

Ancora una decina di km ed ecco che la foschia si dirada, che il sole fa capolino, e che finalmente si vede lo svincolo di Scillato. E lo imbocchiamo, io e tutti gli altri, con un senso di sollievo dell'anima.

Ora, tutta questa prosopoea per dire:
- la distanza tra gli svincoli autostradali di Scillato e Tremonzelli è di 17 km, con un tempo di percorrenza, ad una velocità di 130 all'ora di circa 7 - 8 minuti;
- il tempo di percorrenza della "strada collaterale", con un traffico "medio" (che è quello che ho incontrato io) è di circa 52 minuti e allunga il tragitto di alcune decine di km.

La condizione della strada è come sopra descritta: tornanti a ripetizione, alcuni molto stretti e ora trafficati, manto della strada che spesso riserva "sorprese", un punto interrotto e con senso di percorrenza alternato, possibilità di cattive condizioni meteo aumentata (a prescindere dalla situazione soleggiata).

Tempo normale che impiegavo da Licata a Palermo, via PA - CT era di 1h 50 circa, ora è di 2h e 40. Consigliata? Se non avete altra scelta per tornare dalla zona dell'agrigentino....
Ma vi raccomando: seguite prima un corso da Sherpa.

A cura di Giovanni Luca D'Agostino


© Riproduzione riservata