BIM, l'OICE chiede un approccio graduale che coniughi processi di IT e di Project Management

28/09/2016

"Il BIM è uno strumento che apporta benefici al sistema, in primo luogo al committente che gestirà il bene realizzato. Sarà necessaria una gradualità di approccio per capire le esigenze del committente, partendo dal concetto di complessità tecnologica e impiantistica e quindi guardando alle opere che hanno maggiori livelli di criticità".

Lo ha affermato il Presidente dell'OICE (Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria) ing. Gabriele Scicolone nel corso dell'audizione in Commissione ministeriale, presieduta dal Provveditore alle opere pubbliche della Regione Lombardia, Pietro Baratono, incaricata di studiare l'implementazione nel sistema degli appalti pubblici delle metodologie BIM ai sensi del comma 13 dell'articolo 23 del nuovo codice dei contratti pubblici.

All'audizione ha partecipato una delegazione OICE composta dal Presidente, ing. Gabriele Scicolone, dall'ing. Antonio Vettese, Coordinatore regionale OICE della Lombardia e membro della BIM Task force Efca e del EU BIM Group, e dal Direttore Generale, avv. Andrea Mascolini.

Durante l'audizione il Presidente OICE ha sottolineato non solo l'importanza del BIM ma soprattutto del compito affidato alla Commissione ministeriale affinché le nuove metodologie possano essere utilizzate efficacemente all'interno della pubblica amministrazione e dagli operatori del settore. "Siamo coscienti e preoccupati su come si dovranno appoggiare queste innovazioni nella pubblica amministrazione e fra gli operatori - ha affermato il Presidente Scicolone - Il BIM è uno strumento (n.d.r. in realtà il BIM è una metodologia e non uno strumento) che apporta benefici al sistema, in primo luogo al committente che gestirà il bene realizzato. Sarà necessaria una gradualità di approccio per capire le esigenze del committente, partendo dal concetto di complessità tecnologica e impiantistica e quindi guardando alle opere che hanno maggiori livelli di criticità".

Nel corso dell'audizione, il coordinatore regionale OICE della Lombardia e membro della BIM Task force Efca e del EU BIM Group ing. Vettese ha sottolineato il ritardo del nostro Paese quando si parla di BIM e ricordato che questa metodologia è stata sviluppata nei Paesi anglosassoni e quelli scandinavi in un contesto decisamente diverso da quello italiano. "Oggi - ha affermato Vettese - a livello europeo i paesi più maturi si stiano ponendo il problema dell'individuazione di linee guida allineate sugli standard internazionali".

Per questo motivo Vettese ha suggerito alla Commissione di "procedere prima alla ricognizione delle disomogeneità e alla loro mappatura, poi all'individuazione di linee guida di riferimento anche per i processi formativi e poi alla loro sperimentazione; per avviare una sperimentazione occorrerà investire su opere complesse ma anche su opere ripetitive, segmenti della domanda sui quali si potrebbero allineare oltre agli operatori, anche i produttori".

Da qui la proposta (già avanzata anche dall'ANCE - leggi articolo) di avviare una road map che prenda in considerazioni le difficoltà del nostro Paese e la "forte disomogeneità culturale fra committenze e operatori che rende difficile arrivare ad una filiera interoperabile dal punto di vista organizzativo e strumentale" e conduca gradualmente verso livelli sempre crescenti di digitalizzazione.

Secondo l'OICE il punto di partenza è rappresentato dall'adozione di sistemi integrati di Project and Information Management, l'identificazione nelle best practice internazionali i riferimenti sui quali organizzare il corpo delle conoscenze da utilizzare nei processi formativi, quindi l'omogeneizzazione degli attori della filiera sulla stessa base formativa. Il tutto evitando l'introduzione di sistemi sovrastrutturali di certificazione che appesantirebbero lo sforzo di crescita del sistema-filiera.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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