Bando per la Riqualificazione aree degradate: Professioni Tecniche messe da parte

28/10/2015

Entro il 30 novembre 2015 tutti i Comuni potranno presentare la domanda di inserimento nel piano nazionale per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate del proprio territorio.

Con la pubblicazione in Gazzetta del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 15 ottobre 2015 recante "Interventi per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate" (G.U. 26/10/2015, n. 249) sono state definite le modalità e le procedure per la presentazione dei progetti e della documentazione da parte dei comuni interessati e i criteri di selezione dei progetti.

In particolare, è prevista l'istituzione di un Comitato per la valutazione dei progetti di riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate composto da:
  • due rappresentanti del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, di cui uno con funzioni di presidente;
  • due rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
  • due rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze;
  • due rappresentanti del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
  • un rappresentante della Conferenza delle regioni e delle province autonome;
  • un rappresentante del Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei ministri per gli affari regionali, le autonomie e lo sport;
  • un rappresentante del Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei ministri per la programmazione e il coordinamento della politica economica;
  • un rappresentante dell'Agenzia del demanio;
  • un rappresentante dell'Associazione nazionale dei comuni italiani.

Da precisare subito che ai componenti del Comitato e della segreteria tecnica non è corrisposto alcun emolumento, indennità o rimborso di spese.

Ciò premesso, appare utile ricordare ciò che è accaduto nel 2012 quando il Governo approvò l'ennesimo Decreto Legge che conteneva all'interno quello che fu definito "Piano nazionale per le città" che avrebbe avuto l'obiettivo di riqualificare le aree urbane degradate e sviluppare le città per rilanciare il settore dell'edilizia, se non fosse stato che alla fine si rivelò solo un vero e proprio flop anche a causa del fatto che all'interno della cabina di regia per la valutazione dei progetti erano state previste tante figure istituzionali e non un solo professionista dell'area tecnica (ad esempio un architetto).

La storia insegna e rappresenta la pietra miliare su cui fondare le strategie per un futuro migliore. Questo è quello che dovrebbero pensare tutti e a maggior ragione chi del nostro Paese dovrebbe tracciare le linee guida per la crescita e rinascita. La domanda nasce, dunque, spontanea: perché, ancora una volta, i professionisti dell'area tecnica sono stati messi da parte?

Personalmente ritengo che all'interno del Comitato si sarebbero dovute prevedere almeno due figure (un Architetto e un Ingegnere). Ricordiamo che i Consigli Nazionali hanno a disposizione dei Gruppi di Lavoro che potrebbero aiutare il legislatore ad indirizzare nel modo più opportuno le loro scelte, senza alcun aggravio per lo Stato.

A cura di Ing. Gianluca Oreto
     


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Documenti Allegati

DPCM 15 ottobre 2015