Certificazione energetica, Italia deferita dalla Corte Ue

02/05/2012

Italia bocciata in riferimento alla certificazione energetica. Era nell'aria da diversi mesi e lo stesso Comitato Termo tecnico Italiano (CTI), attraverso il suo rapporto annuale sull'attuazione della Certificazione Energetica degli Edifici in Italia, aveva rilevato l'impasse normativo che ha portato l'Italia ad essere messa in mora dalla Commissione Europea in merito al recepimento della Direttiva 2010/31/Ue relativa alla certificazione energetica degli edifici.

In Italia, infatti, la Direttiva 2010/31/Ue è stata recepita dal Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 26 giugno 2009 recante "Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici" che all'allegato A, paragrafo prevede che per gli edifici di superficie utile inferiore o uguale a 1000 mq il proprietario possa scegliere di ottemperare agli obblighi di legge attraverso una dichiarazione in cui si afferma che l'edificio è di classe energetica G e i costi per la gestione energetica dell'edificio sono molto alti.

Se si tratta di ignavia o furbizia all'italiana non è dato sapere, fatto sta che con il pretesto dell'autocertificazione, nelle Regioni dove è consentito (Abruzzo, Calabria, Campania e Sicilia, che non avendo legiferato hanno recepito le linee guida nazionali) quella G è divenuta la classe energetica preferita nella stragrande maggioranza delle compravendite con l'unica conseguenza che l'obiettivo principale della certificazione energetica (intervenire sul valore dell'immobile) è completamente decaduto. In Italia si dice "mal comune mezzo gaudio". Bene, facendo un giro presso le agenzie immobiliari italiane, la maggior parte degli annunci riportano la classe G, con la conseguenza che la classe energetica dell'immobile ha perso completamente di significato.

Inoltre, la normativa comunitaria prevedeva che l'attestato di certificazione energetica avrebbe dovuto accompagnare sia le compravendite che gli affitti di ogni immobile. La normativa italiana prevede, invece, che in caso di locazione il certificato è obbligatorio solo per gli edifici di nuova costruzione. L'autocertificazione in classe G è poi un'altra operazione tutta all'italiana di aggirare la normativa comunitaria.

Ricordiamo che la certificazione energetica dovrebbe (se fatta bene) stabilire quanto l'immobile consuma dal punto di vista energetico. Un immobile in classe A (bassi consumi) avrebbe avuto un valore di mercato a mq nettamente superiore a un immobile in classe G (alti consumi). I buchi normativi italiani hanno però vanificato ogni sforzo con l'unica conseguenza che acquirenti e venditori vedono nel certificato solo un ulteriore pezzo di carta da consegnare al momento del rogito. Pessima figura tutta all'italiana...

A cura di Gabriele Bivona


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