Codice dei contratti, Salvatore (CNGeGL): 'La riforma degli appalti non ha dato i risultati attesi'

28/06/2018

Continua il nostro viaggio all'interno del mondo degli appalti pubblici con una nuova intervista che questa volta ha coinvolto il Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati (CNGeGL).

Dopo aver interpellato il vicepresidente ANCE Edoardo Bianchi (leggi articolo) e il segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi Arcangelo Francesco Violo (leggi articolo), questa volta abbiamo posto le nostre domande al Consigliere del CNGeGL nonché Responsabile per il settore del Lavori Pubblici Pasquale Salvatore. Di seguito le domande e le risposte.

D. Dal momento in cui si è insediato il nuovo Governo si è cominciato a parlare del nuovo Codice dei contratti e della posizione dell'Autorità Nazionale Anticorruzione. Complessivamente come giudica la riforma degli appalti dal punto di vista strutturale e dei contenuti?

Desidero fare una premessa: la riforma degli appalti non ha pienamente soddisfatto le aspettative di chi intendeva superare le criticità applicative della previgente normativa e non ha dato i risultati attesi dai principi espressi nella legge delega, i cui contenuti erano stati pienamente condivisi anche dal mondo delle professioni tecniche.

Il nuovo codice risulta, pertanto, non attuato per la mancanza di numerosi provvedimenti di rango inferiore, la cui emanazione è di competenza di alcuni Ministeri o dell'ANAC. Questo comporta la scarsa operatività ed una incertezza applicativa che, in alcuni casi, blocca l'attività delle stazioni appaltanti, soprattutto delle più piccole.

Infine, non si può non rilevare una ridotta attenzione al mondo delle professioni dell'area tecnica, la cui attività risulta fondamentale per il buon andamento dell'intera filiera delle opere pubbliche. Aver voluto trattare i servizi tecnico-professionali, dalla progettazione ai concorsi, nell'ambito di un articolato dedicato principalmente ai lavori ed alle forniture, ha senz'altro svilito l'essenza stessa del ruolo professionale, generando confusione e dubbi interpretativi in diversi casi.

D. Quali sono le criticità principali che avete riscontrato in questi 2 anni di applicazione del D.Lgs. n. 50/2016?

L'assenza di un quadro normativo di riferimento organico e completo, per il ritardo con cui sono stati e vengono emanati i decreti di competenza dei Ministeri e delle varie Autorità delegate, comporta un rallentamento notevole, al punto che, in alcuni casi, si registra il fermo della macchina burocratica. La mancanza della formazione del personale dipendente ed il ritardo nel processo di informatizzazione delle procedure, inoltre, sono gli altri aspetti che contribuiscono a frenare tutta l'attività correlata agli appalti pubblici.

D. Ritiene che la scelta di suddividere il vecchio regolamento D.P.R. n. 207/2010 (non ancora completamente abrogato) in tanti provvedimenti attuativi sia stata corretta?

E' stata una scelta che si è rivelata foriera di una delle criticità più evidenti e che comporta una oggettiva difficoltà applicativa: gli operatori si sono trovati di fronte ad un vero e proprio ‘diluvio’ legislativo difficilissimo da gestire, al contrario di quello che si immaginava quando ci si è orientati verso questa tipologia di normazione (soft law). Gli aggiornamenti continui non sono controllabili e si corre spesso il rischio di riferirsi a provvedimenti che nel frattempo sono cambiati, inficiando procedimenti amministrativi già avviati. Le ricadute negative sui costi e sulla tempistica sono evidenti e misurabili.

D. Entrando nel dettaglio, come giudica le innovazioni che riguardano:

- l'appalto sul progetto esecutivo

Noi professionisti dell'area tecnica ci siamo sempre battuti per la centralità del progetto, per una progettazione di qualità che fosse garanzia di risultato in termini di costi e di fruibilità delle opere, nonché di certezza nei tempi di realizzazione. Per cui abbiamo condiviso che l'appalto di basasse sul progetto esecutivo, quale elemento fondamentale per il rispetto della spesa e della realizzazione in coerenza con la programmazione.

- l'offerta economicamente più vantaggiosa come principale criterio di aggiudicazione

E' stata da noi condivisa pienamente l'esigenza di calmierare i ribassi eccessivi e valorizzare l'offerta economicamente più vantaggiosa: finalmente si è preso atto che il prezzo più basso era spesso fonte di scarsa qualità e contenzioso. Pur tuttavia qualche perplessità emerge dal fatto di aver compresso, per legge, il prezzo da zero a venti punti facendo diventare preponderante l'offerta tecnica, indipendentemente dalla tipologia di opera o di lavori. In questo modo, si corre il rischio di avere un appiattimento rendendo più difficoltosa l'individuazione della migliore proposta; una libertà di scelta lasciata alla stazione appaltante avrebbe consentito una più efficace applicazione.

- il subappalto

Aver voluto limitare il ricorso al sub appalto, che, con l'applicazione di una serie di artifici, in alcuni casi nel passato poteva interessava la maggior parte della commessa, è da ritenere senz'altro positivo. Stabilire una percentuale massima del 30% è' stata una scelta che condividiamo e che riteniamo possa concorrere a garantire la qualità delle opere realizzate. La salvaguardia delle piccole realtà professionali e imprenditoriali operanti sul territorio non si ottiene con il sub-appalto, ma coinvolgendole in fase di gara spingendo verso le associazioni, rendendo così trasparenti i rapporti intercorrenti fra i vari componenti.  

D. Quali sono i punti principali su cui il Governo dovrebbe agire per migliorare la riforma degli appalti? Provi a stilare una sua road map.

Sulla base della iniziale esperienza, non propriamente positiva, e fatta nel primo biennio di applicazione del codice, è auspicabile che il Legislatore valuti quanto prima l'opportunità di redigere un unico strumento attuativo (come il Regolamento) o una raccolta coordinata, snella e di immediata applicazione.

In tale provvedimento dovrebbe essere prevista una apposita sezione dedicata ai servizi tecnico-professionali, salvaguardando i giovani ed i singoli professionisti (che rappresentano la maggior parte della platea di riferimento), allargando le maglie dei requisiti di partecipazione, non ponendo limiti di fatturato o temporali anche all'esperienza, in cui includere la valutazione della formazione specifica.

Tanto in considerazione che i professionisti tecnici sono tenuti ad aggiornarsi, per garantire prestazioni di qualità, e sono dotati di assicurazione a copertura dell'attività professionale.

Ringrazio il Consigliere del CNGeGL Pasquale Salvatore per il prezioso contributo e lascio a voi ogni commento.

A cura di Ing. Gianluca Oreto



© Riproduzione riservata