Commissioni riunite II ed VIII della Camera: si' al rilancio degli arbitrati negli appalti
05/03/2010

Le Commissioni riunite II (Giustizia) e VIII
(Ambiente) della Camera dei Deputati hanno concluso l'esame,
in sede di atti del Governo, dello schema di decreto
legislativo recante "Attuazione della direttiva 2007/66/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2007, che
modifica le direttive 89/665/CEE e 92/13/CEE del Consiglio per
quanto riguarda il miglioramento dell'efficacia delle procedure
di ricorso in materia d'aggiudicazione degli appalti pubblici",
esprimendo un parere favorevole con alcune osservazioni.
Lo schema di decreto legislativo, che recepisce in Italia la direttiva 2007/66/CE dell'11 dicembre 2007 del Parlamento europeo e del Consiglio sui ricorsi, prevede oltre agli arbitrati un rito speciale per gli appalti. Viene, infatti, introdotto un periodo di attesa di 35 giorni, tra l'aggiudicazione delle gara e la firma del contratto in modo da consentire ad eventuali soggetti interessati di presentare ricorso mentre vengono ridotti i tempi per presentare il ricorso che passano dagli attuali 60 a 30 giorni.
Il provvedimento passa, adesso alla competente commissione Lavori Pubblici del Senato il cui parere è atteso entro il giorno 10 marzo in modo da dare al Consiglio dei Ministri la possibilità di approvare entro il 20 marzo (termine per l'esercizio della delega da parte del Governo), definitivamente, il provvedimento stesso.
Vale la pena precisare che nel provvedimento di approvazione da parte delle due commissioni riunite:
Resta critica l'opposizione e Tino Iannuzzi del Pd, componente della commissione Ambiente della Camera, "Stigmatizza la volontà del Governo di procedere alla reintroduzione degli arbitrati nei contratti pubblici, che il precedente Governo aveva opportunamente vietato. Si tratta a suo avviso di una misura inaccettabile, palesemente contraria all'interesse pubblico, visto che i dati dimostrano inconfutabilmente il costo inaccettabile degli arbitrati e il loro esito disastroso per la pubblica amministrazione, risultata soccombente in oltre il 90 per cento dei casi.". Ricordiamo, per ultimo, che il Consiglio di Stato nel proprio parere n. 5098 del 25 gennaio scorso aveva espresso una serie di rilievi tra i quali ricordiamo quelli relativi:
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Lo schema di decreto legislativo, che recepisce in Italia la direttiva 2007/66/CE dell'11 dicembre 2007 del Parlamento europeo e del Consiglio sui ricorsi, prevede oltre agli arbitrati un rito speciale per gli appalti. Viene, infatti, introdotto un periodo di attesa di 35 giorni, tra l'aggiudicazione delle gara e la firma del contratto in modo da consentire ad eventuali soggetti interessati di presentare ricorso mentre vengono ridotti i tempi per presentare il ricorso che passano dagli attuali 60 a 30 giorni.
Il provvedimento passa, adesso alla competente commissione Lavori Pubblici del Senato il cui parere è atteso entro il giorno 10 marzo in modo da dare al Consiglio dei Ministri la possibilità di approvare entro il 20 marzo (termine per l'esercizio della delega da parte del Governo), definitivamente, il provvedimento stesso.
Vale la pena precisare che nel provvedimento di approvazione da parte delle due commissioni riunite:
- nessuna osservazione o condizione da parte dei deputati sul meccanismo di moralizzazione» delle parcelle d'oro che si basa sugli importi già ridotti stabiliti nel 2000 e vieta qualsiasi aumento extra;
- è stata inserita la richiesta di riammettere gli avvocati che hanno già svolto un arbitrato negli ultimi tre anni, dando loro la possibilità di ricevere nuovi incarichi per aziende diverse dalle precedenti;
- è precisato che deve esistere la possibilità che il verdetto dei giudici privati sia impugnabile anche per motivi di merito e non solo per vizi formali. Con la possibilità che l'operato degli arbitri sia verificabile anche da un magistrato ordinario.
Resta critica l'opposizione e Tino Iannuzzi del Pd, componente della commissione Ambiente della Camera, "Stigmatizza la volontà del Governo di procedere alla reintroduzione degli arbitrati nei contratti pubblici, che il precedente Governo aveva opportunamente vietato. Si tratta a suo avviso di una misura inaccettabile, palesemente contraria all'interesse pubblico, visto che i dati dimostrano inconfutabilmente il costo inaccettabile degli arbitrati e il loro esito disastroso per la pubblica amministrazione, risultata soccombente in oltre il 90 per cento dei casi.". Ricordiamo, per ultimo, che il Consiglio di Stato nel proprio parere n. 5098 del 25 gennaio scorso aveva espresso una serie di rilievi tra i quali ricordiamo quelli relativi:
- alla possibilità di rendere sempre obbligatorio l'accordo bonario in caso di riserve superiori al 10% dell'importo dei lavori;
- alla limitazione delle deroghe previste per il rito speciale nei ricorsi al Tar in materia di appalti;
- alle tariffe per gli arbitrati di competenza del ministero e non "legificati".
A cura di Paolo
Oreto
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