Comune di Palermo: chiesto Concorso internazionale per la nuova fermata metropolitana a Piazza Castelnuovo

di Danilo Maniscalco - 26/05/2015

Fango sul passato gambizzando il futuro. Lo dice l'assessore alla cultura di Tivoli Urbano Barberini immaginando l'assedio degli speculatori alla Villa di Adriano Imperatore, ma per come la vedo io possiamo continuare a saccheggiare il territorio e i tesori a noi giunti dal passato oppure sterzare nell'unica direzione oggi plausibile, quella cioè della piena valorizzazione del nostro oro, del nostro petrolio infinito, i beni culturali, quella materia, cioè, fatta di storia!

Già, l'unicità dell'Italia, i suoi paesaggi, i suoi edifici, i suoi luoghi di culto, sembrano apparire più belli quando a guadagnarci sono altri paesi, altri musei come il Louvre con la Gioconda di Leonardo Da Vinci ed I Prigioni di Michelangelo Buonarroti, il Getty Center di Los Angeles con i furti perpetrati ai nostri danni da localissimi ed ignorantissimi tombaroli.

Già, perché questo è il nodo stesso, la dicotomia tra "Cultura" e ignoranza.
Eppure, come non comprendere il business pulito legato alla macchina culturale?

Come non capire che il viso più bello della Sicilia, quel capolavoro di respiro europeo prerinascimentale che è l'Annunziata di Antonello da Messina, non può avere meno di un milione di visitatori l'anno?

Com'è possibile che ancora oggi si perda tempo a discutere se sia fattibile o meno ciclopedonalizzare il nostro centro storico inbarbarito da posteggiatori abusivi ed automobili al posto di pedoni e turisti come se non fosse già un grande Louvre a cielo aperto a cui agganciare l'economia locale in chiave ristorativa, turistica e ricettiva?

Non possiamo permetterci ulteriori ritardi decisionali e pianificatori.
Il fascino che i nostri tesori locali e senza tempo esercitano nei confronti del mondo, devono essere messi finalmente a reddito in maniera efficiente e sostenibile.

Le nostre città, i nostri centri storici non possono continuare a morire sotto l'indifferenza delle nostre coscienze generate da mediocri ominicchi politici.

Se il Museo di Palazzo Abatellis, scrigno esso stesso di tesori inestimabili, non è in grado di valorizzare quel che possiede, che chiuda! Da direttore del prestigioso sito allestito da un maestro dell'architettura mondiale come Scarpa, mi vergognerei dei numeri lì espressi e la vergogna quotidiana di una gestione da terzo mondo.
E non servono le scuse dell'esiguo numero dei custodi o dei fondi non reperibili o del "si fa quel che si può"!

Tutto si riduce alla volontà di onorare un patto, e di farlo bene, quello tra il glorioso passato ed il futuro sempre più incerto in un presente, il nostro, che ha bisogno di alzare la testa e dichiarare in maniera seria e trasparente le proprie intenzioni, la propria vision culturale.
Se non siete capaci, dimettetevi dai ruoli a cui siete stati appiccicati per appartenenza a lobby o quantaltro!

Siamo all'imbocco delle termopili culturali e le legioni della barbarie hanno già cominciato a combattere.
Senza i talenti migliori ai posti di comando, senza intellettuali coraggiosi a spingere i giusti tasti nelle stanze dei bottoni, non abbiamo speranze di farcela!

Servono concretezza di scopo e capacità virtuose illuminate dal rispetto per le nostre origini e dalla profonda convinzione che siamo il luogo dei natali di Sciascia e Verga, Pirandello e Bufalino, Greco e Guttuso, Tommasi di Lampedusa e dei Piccolo di Calanovella, di Samonà e dei Basile, di Marvuglia e Camilleri, di La Torre e Borsellino, di Caruso e Consagra, di Tornatore e Buttafuoco, di Tosini e Pecoraino e che dobbiamo chiudere con le stagioni la cui fortuna possa ancora esser affidata a piccole figure come Lombardo e Cuffaro, Lima e Ciancimino!

Solo la cultura del virtuosismo necessario può salvarci dalla mescolanza coi nuovi barbari.
Solo il desiderio di migliorarci, potrà donare ai nostri figli un futuro sicuramente migliore del nostro presente logoro e desertificato da una profonda ignoranza e da un meticoloso uso del non-senso.

Intanto sarebbe importante che domattina il Comune di Palermo bandisse un concorso di progettazione ad inviti tra i più grandi architetti del panorama internazionale da Libeskind a Hadid, da Pelli a Kuma, da Siza a Ferrater, da Grassi a Fuksas e chiedesse loro di immaginare semplicemente una copertura per la nuova fermata metropolitana a Piazza Castelnuovo degna dell'estetica della più importante piazza cittadina che custodisce già edifici di Ernesto Basile e Giuseppe Damiani Almeyda ma anche di Giuseppe Vittorio Ugo e Salvatore Caronia Roberti.

Hector Guimard a Parigi, Sir Foster a Bilbao e a Palermo?

Già, sarebbe davvero importante, se tra le istituzioni che hanno in mano la governance di questa città ci fosse ancora qualcuno che dimostrasse di avere a cuore la Bellezza, quella stessa bellezza capace di salvare il "mondo"!
 

A cura dell'Arch. Danilo Maniscalco
   


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