Decreto Sviluppo e Fotovoltaico, prevista la perequazione degli incentivi e la SCIA
21/10/2011
Novità per il settore delle rinnovabili. L'ultima bozza del decreto
sviluppo prevede, infatti, al fine di uniformare il valore
dell'incentivo su tutto il territorio nazionale, un correttivo per
le tariffe incentivanti del IV Conto Energia, sulla base dei
gradi-giorni delle zone climatiche elencate nell'allegato A al DPR
26 agosto 1993, n. 412. Inoltre, il Dl Sviluppo prevede delle
semplificazioni e razionalizzazioni delle procedure autorizzative e
di connessione per l'esercizio degli impianti per la produzione di
energia alimentati da fonti rinnovabili.
In particolare, l'art. 47 del dl Sviluppo prevede "Ai fini del raggiungimento degli obiettivi nazionali per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e della maggiore efficienza in campo energetico, alle tariffe incentivanti sulla produzione di energia elettrica prodotta da impianti solari fotovoltaici, (...), è applicato un correttivo perequativo (...) collegato ai gradi-giorni delle zone climatiche elencate nell'allegato A al DPR 26 agosto 1993, n. 412, e successive modificazioni, in modo da uniformare il valore dell'incentivo su tutto il territorio nazionale."
Mentre, l'art. 49 prevede che "la costruzione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica con potenza inferiore o uguale a 200 kW e superiore a 20 kW alimentati da fonti rinnovabili, gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, nonché le opere connesse e le infrastrutture necessarie indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli impianti stessi, sono sottoposti alla disciplina della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), da presentare all'amministrazione competente. Mentre per gli impianti di potenza inferiore o uguale a 20 kW, i suddetti interventi sono considerati di manutenzione ordinaria, dunque non soggetti alla disciplina della SCIA.
Grande stupore da parte delle principali associazioni di categoria delle rinnovabili che non hanno visto di buon occhio l'inserimento di nuove modifiche al settore, dopo appena 5 mesi dalla già tormentata approvazione ed entrata in vigore del IV Conto Energia, e dopo che la normativa del settore ha vissuto mesi travagliati con passaggio dal III al IV Conto Energia nel giro di 9 mesi. Come evidenziato da Assosolare, APER e GIFI, un'ulteriore modifica della normativa non può essere accettato in quanto sarebbe nuovamente messa in discussione la regolamentazione di un settore divenuto strategico per l'intera economia italiana.
In un comunicato, le 3 principali associazioni hanno evidenziato il momento delicato che sta passando il Paese a livello economico (ne sono la prova i continui downgrading delle agenzie di rating internazionali) e manifestato il loro disappunto verso un cambiamento che imprese e lavoratori dovrebbero subire in corso d'opera, considerato anche l'alto numero di investimenti nel settore e quindi il conseguente rischio di una riduzione del personale /chiusura delle aziende, cosa peraltro già accaduta con il passaggio al IV Conto Energia.
"Le associazioni chiedono ancora una volta e congiuntamente quella stabilità normativa e certezza di diritto in merito alla regolamentazione del settore auspicata da anni senza riscontri, senza scorciatoie come il paventato condono e sollecitano per l'ennesima volta una maggiore concertazione tra Governo e industria, ribadendo la totale apertura ad aprire un tavolo di dialogo costruttivo con tutti gli attori coinvolti nel complesso dibattito sull'elaborazione di un piano energetico nazionale di lungo periodo. A questo scopo, diamo la nostra piena disponibilità a presenziare ai tavoli tecnici istituiti dal Ministero dello Sviluppo Economico in un confronto propositivo con produttori di energia tradizionale, gestore di rete e tavolo della domanda, per trovare soluzioni efficienti per tutti, affinché si arrivi a una seria strategia di sviluppo industriale per le rinnovabili e il comparto energetico italiano".
© Riproduzione riservata
In particolare, l'art. 47 del dl Sviluppo prevede "Ai fini del raggiungimento degli obiettivi nazionali per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e della maggiore efficienza in campo energetico, alle tariffe incentivanti sulla produzione di energia elettrica prodotta da impianti solari fotovoltaici, (...), è applicato un correttivo perequativo (...) collegato ai gradi-giorni delle zone climatiche elencate nell'allegato A al DPR 26 agosto 1993, n. 412, e successive modificazioni, in modo da uniformare il valore dell'incentivo su tutto il territorio nazionale."
Mentre, l'art. 49 prevede che "la costruzione e l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica con potenza inferiore o uguale a 200 kW e superiore a 20 kW alimentati da fonti rinnovabili, gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, nonché le opere connesse e le infrastrutture necessarie indispensabili alla costruzione e all'esercizio degli impianti stessi, sono sottoposti alla disciplina della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), da presentare all'amministrazione competente. Mentre per gli impianti di potenza inferiore o uguale a 20 kW, i suddetti interventi sono considerati di manutenzione ordinaria, dunque non soggetti alla disciplina della SCIA.
Grande stupore da parte delle principali associazioni di categoria delle rinnovabili che non hanno visto di buon occhio l'inserimento di nuove modifiche al settore, dopo appena 5 mesi dalla già tormentata approvazione ed entrata in vigore del IV Conto Energia, e dopo che la normativa del settore ha vissuto mesi travagliati con passaggio dal III al IV Conto Energia nel giro di 9 mesi. Come evidenziato da Assosolare, APER e GIFI, un'ulteriore modifica della normativa non può essere accettato in quanto sarebbe nuovamente messa in discussione la regolamentazione di un settore divenuto strategico per l'intera economia italiana.
In un comunicato, le 3 principali associazioni hanno evidenziato il momento delicato che sta passando il Paese a livello economico (ne sono la prova i continui downgrading delle agenzie di rating internazionali) e manifestato il loro disappunto verso un cambiamento che imprese e lavoratori dovrebbero subire in corso d'opera, considerato anche l'alto numero di investimenti nel settore e quindi il conseguente rischio di una riduzione del personale /chiusura delle aziende, cosa peraltro già accaduta con il passaggio al IV Conto Energia.
"Le associazioni chiedono ancora una volta e congiuntamente quella stabilità normativa e certezza di diritto in merito alla regolamentazione del settore auspicata da anni senza riscontri, senza scorciatoie come il paventato condono e sollecitano per l'ennesima volta una maggiore concertazione tra Governo e industria, ribadendo la totale apertura ad aprire un tavolo di dialogo costruttivo con tutti gli attori coinvolti nel complesso dibattito sull'elaborazione di un piano energetico nazionale di lungo periodo. A questo scopo, diamo la nostra piena disponibilità a presenziare ai tavoli tecnici istituiti dal Ministero dello Sviluppo Economico in un confronto propositivo con produttori di energia tradizionale, gestore di rete e tavolo della domanda, per trovare soluzioni efficienti per tutti, affinché si arrivi a una seria strategia di sviluppo industriale per le rinnovabili e il comparto energetico italiano".
A cura di Ilenia
Cicirello
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