Dissesto idrogeologico, continua l'appello di Ance, Architetti, Geologi e Legambiente

10/09/2014

E' partita lo scorso 6 febbraio e da lì non si è più fermata. Sto parlando di #DissestoItalia, la prima grande inchiesta multimediale frutto della rete creata da costruttori, professionisti e ambientalisti e realizzata dai giornalisti di Next New Media per denunciare le cause e le dimensioni del dissesto idrogeologico in Italia ma soprattutto per proporre soluzioni concrete e condivise.

Il nuovo appello è stato lanciato ieri con un nuovo comunicato in cui si richiede maggiore coraggio da parte del Governo con una politica che realmente intervenga su una situazione ormai stagnata da anni. "Il Piano di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico deve partire subito e devono essere spese in tempi brevi le risorse che da anni sono bloccate".

"Bene ha fatto il Governo, sin dal suo insediamento, a riaccendere l'attenzione su questo tema e ci auguriamo che l'unità di missione, coordinata da D'Angelis, riesca ad attuare una concreta azione di mitigazione del rischio su tutto il territorio nazionale, mettendo in campo subito i 2,5 miliardi di euro chiusi nei cassetti della pubblica amministrazione".

Il reperimento delle risorse è un punto fondamentale ma è anche importante mettere in atto un'efficace politica di prevenzione e difesa del suolo, che non si limiti a interventi puntuali di messa in sicurezza ma che ragioni a scala di bacino idrografico puntando alla riqualificazione e alla rinaturalizzazione dei corsi d'acqua e del territorio. Territorio diventato oggi sempre più vulnerabile agli effetti dei cambiamenti climatici anche a causa di una cattiva gestione e di un'intensa urbanizzazione molto spesso abusiva che ha coinvolto anche le aree a maggior rischio, come hanno dimostrato anche i tragici eventi di questi giorni. La cabina di regia nazionale dovrà quindi garantire che gli interventi siano ispirati a un modello di efficacia ambientale ed economica e trasparenza delle procedure.

Ance, Architetti, Geologi e Legambiente ricordano, inoltre, che due mesi fa "abbiamo consegnato a Palazzo Chigi direttamente nelle mani del Sottosegretario Delrio una petizione popolare che continua a raccogliere migliaia di firme, ma l'autunno è alle porte e i cantieri della manutenzione non sono ancora partiti".

"La rete di società civile, professionisti e costruttori è pronta per fare la propria parte, ma la risposta dello Stato deve essere adeguata alla drammaticità degli eventi: non possiamo più permetterci ulteriori attese né risorse col contagocce. C'è bisogno di un'assegnazione di fondi che sia strutturale e continuata e un'esclusione di questi interventi dal patto di stabilità".

Servirà a qualcosa questo nuovo appello?francamente visti i precedenti il dubbio lacera i miei pensieri anche se la speranza è rimane viva nel mio cuore.

A cura di Ilenia Cicirello


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