Esperto del giudice e CTU: la norma sui compensi è un'imposizione inaccettabile

01/10/2015

Non sembra destinata a finire la rabbia dei professionisti contro il decreto-legge n. 83/2015 che ha recentemente modificato le disposizioni per l'attuazione del codice di procedura civile prevedendo, in particolare, l'inserimento di un nuovo comma alla fine dell'art. 161 (Giuramento dell'esperto e dello stimatore) che lega il compenso dell'esperto o dello stimatore nominato dal giudice o dall'ufficiale giudiziario al prezzo ricavato dalla vendita, prevedendo che non si possano liquidati acconti in misura superiore al cinquanta per cento del compenso calcolato sulla base del valore di stima.

Sul problema è intervenuto il Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Caltanissetta Fabio S. Corvo, che ha risposto ad alcune domande.

Cosa ne pensa di questa modifica?
"La norma lede la dignità professionale dell'esperto/stimatore, si tratta di una ulteriore "batosta" per i professionisti. La qualità delle prestazioni professionali deve essere premiata e non disincentivata, si tratta di una imposizione inaccettabile. La questione è gravissima perché la tariffa professionale viene legata ad una vendita all'asta che, vista la crisi immobiliare, potrebbe non avvenire mai. Per altro come è noto i valori degli immobili venduti all'asta non sono in linea con i prezzi di mercato ma nettamente al di sotto. Si tratta di attività molto complesse che riguardano l'urbanistica, gli impianti, le strutture, aspetti energetici, il catasto e spesso sono relative a quote di proprietà, il tecnico si troverà quindi nella condizione di effettuare verifiche ed accertamenti in ordine all'intero immobile percependo il compenso sulla base del prezzo delle sole quote vendute".

Il comma è stato inserito in sede di conversione del D.L., nel periodo estivo, senza che Ordini e Consigli Nazionali potessero in alcun modo intervenire. Pensa si potrà intervenire per modificare la norma?se si, come?
"Si tratta solo dell'ultima delle tante azioni volte a delegittimare profondamente gli Ordini ed i Consigli Nazionali. Tutto ciò non è più accettabile. Il Legislatore non coinvolgendo i nostri Organi istituzionali non li riconosce e non li legittima; si tratta di una delegittimazione vera e propria. Gli iscritti spesso non sono a conoscenza di questi retroscena e si allontanano sempre più dalla vita associativa. Il Legislatore da un lato favorisce interessi particolari (banche etc.) dall'altro non perde occasione per infliggere colpi alla credibilità del sistema Ordinistico. Intervenire per contrastare questa ingiustizia che rischia di comportare un decadimento della qualità delle prestazioni è un dovere, se sia possibile o meno lo vedremo! queste imposizioni ingiuste e lesive della dignità professionale dovrebbero innescare contestazioni eclatanti".

In un recente comunicato (leggi articolo) il CNI ha parlato di regalo alle banche, cosa ne pensa?
"Concordo con il Presidente Zambrano. In Italia, purtroppo, le lobby, pur non essendo regolamentate e legittimate, imperversano e dettano legge. Il ragionamento è semplice, chi trae giovamento da tutto ciò? la risposta è banale, le banche; come è noto infatti il costo delle perizie è a carico di chi procederne nella esecuzione. La mia opinione, personale, è che le banche unitamente a certi gruppi imprenditoriali siano apertamente contro il sistema delle professioni; il professionista indipendente che risponde solo ed esclusivamente a norme deontologiche ed alla propria coscienza è il nemico da battere e superare".

Che ruolo devono avere i Consigli Nazionali nella redazione di norme che coinvolgono i loro iscritti?
"Devono essere parte sociale, devono essere consultati e legittimati anche dal Parlamento. Gli Ordini Territoriali sono Enti Pubblici non economici e sono sottoposti ad una serie di gravami, non ricevono alcuna sovvenzione pubblica ma quando si devono discutere temi centrali nella vita professionale tutto ciò sembra non contare".

Conosce la Rete delle Professioni Tecniche?Se si, che ruolo dovrebbe avere all'interno del Parlamento?
"La rete può essere un ottimo strumento ma è necessario preservare l'autonomia e l'identità delle singole professioni che la compongono per cui la risposta non può essere univoca. Le faccio un esempio, in materia di ingegneria sanitaria e di infrastrutture la competenza degli Ingegneri è esclusiva per cui per tutelare questo diritto, spesso usurpato, il CNI è l'organo più adatto. Ci sono questioni aventi carattere generale , come per esempio l'adeguamento della Tariffa Giudiziaria, che invece possono e devono essere trattate dalla Rete. In questo senso sia la Rete delle Professioni Tecniche sia il CNI dovrebbero essere quanto meno consultati".

Ringrazio l'ing. Corvo per il prezioso contributo e lascio come sempre a voi l'ultima parola.

A cura di Ing. Gianluca Oreto
     


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Documenti Allegati

D.L. n. 83/2015