Fondo investimenti: firmato primo Dpcm, Mit e Istruzione i favoriti per il 2017

05/06/2017

È stato firmato il 29 maggio scorso dal premier Paolo Gentiloni il primo Dpcm da 47 miliardi peri prossimi 15 anni sino al 2032. Il decreto ha premiato i ministeri più bravi a sapere avviare da subito i programmi di spesa: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per la messa in sicurezza delle ferrovie e le strade delle zone colpite dal sisma, e quello dell'Istruzione, a cui va la cifra più alta con 1,4 miliardi di euro da spendere fino al 2019 per la sistemazione degli edifici scolastici.

L’analisi delle spese a lungo termine fino al 2032 ha individuato gli obiettivi a breve scadenza cantierabili nel triennio 2017-19, per i quali è prevista una spesa massima di 7,1 miliardi dei 47,5 miliardi previsti per i prossimi 15 anni così suddivisi:

  • 2017 1,9 miliardi;
  • 2018 3,15 miliardi;
  • 2019 3,5 miliardi;
  • tre miliardi all’anno fino al 2032.

Per il 2017 il Dpcm sale da 1,9 a 1,16 mld
L’utilizzo dei fondi, attraverso “uno o più” Dpcm negli anni, ha come scopo quello di sbloccare la forte contrazione di spesa verso gli investimenti pubblici, attraverso decisioni prese non sulla destinazione dei fondi fissate a priori dalle tabelle di bilancio, ma attraverso decreti del premier: più flessibili e dinamici, legati alle effettive previsioni di spesa che andranno a maturarsi durante gli anni.
Col primo Dpcm 2017, 800 milioni, sono assegnati al Programma periferie 2016; altri 400 milioni della c.d. "manovrina" agli investimenti delle Regioni. Altre risorse sono state pre-assegnate all’edilizia scolastica e ai centri immigrati. Un Dpcm “dinamico” che ha portato le somme destinate per il 2017 da 1,9 a 1,16 miliardi di euro.

Istruzione
Al Ministero dell’Istruzione, va oltre la metà delle sue somme tra il 2017 e il 2019 (circa 4 miliardi). da impiegare per l’edilizia scolastica. Favorite in questo caso le scuole che hanno dimostrato piena capacità di muovere immediatamente gli investimenti fatti confluire nelle manutenzioni dei fabbricati e per la messa in sicurezza antisismica dei plessi scolastici.

Mit: Infrastrutture e Trasporti
Il Mit può contare su 2,6 miliardi fino al 2019, che dovrebbero andare soprattutto alla messa in sicurezza delle strade delle zone terremotate. Per il 2017 sono previsti impegni di spesa per 383 milioni di euro. Tra gli impegni di spesa per il 2017 quelli che riguardano la messa in sicurezza della rete regionale delle “ex concesse”, compresi i due accordi di programma 2017-2021 di Rfi (10 miliardi) e 2016-2020 di Anas (5,5 miliardi). Al palo anche i lavori per il Terzo Valico, il Brennero, la Brescia-Verona-Vicenza, il raddoppio della Messina-Catania, la manutenzione sulla Salerno-Reggio Calabria e la Orte-Mestre.

Sviluppo e Difesa
Per lo Sviluppo Economico, fino al 2019, ci sarà solo una piccola quota delle sue risorse, cioè 400 milioni dei 3,5 previsti, che saranno impegnati per forniture militari ad alta tecnologia.
Il ministero della Difesa avrà la restante parte dal 2020 in poi. Nel primo triennio 2017-2019, si limita a mezzo miliardo, che saranno impiegati per telecomunicazioni, alloggi e strutture militari.

Giustizia e Territorio
Al ministero della Giustizia, andranno quasi 400 milioni entro il 2019, che serviranno per l’informatizzazione dei processi e, in parte, per i lavori su tribunali e carceri.
Al ministero Economia e Finanze andranno 810 milioni da impiegare nei modi più vari: risanamento ambientale, immobili del demanio, periferie.

Sicurezza e Ambiente
Al Viminale andranno 253 milioni per le sedi di Polizia e Vigili, commissariati e caserme.
Ad Ambiente e Beni culturali,andranno 200 milioni, che saranno impiegati per il dissesto idrogeologico, le bonifiche, il miglioramento della vulnerabilità sismica dei musei.

Modalità di spesa
Saranno i singoli dicasteri a decidere come ripartire i propri fondi. E’ prevedibile che la spesa effettiva del 2017 sarà contenuta, con non oltre la spesa di 450 milioni contro i 1,9 miliardi previsti, considerando anche i tempi “legali” che si sono tra l’altro allungati rispetto alle attese, per via che le Camere hanno 30 giorni per i pareri; il Dpcm che dovrà andare alla Corte dei conti; la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Tempi che sommati porteranno alla prima uscita per l’inizio di agosto.

A cura di Salvo Sbacchis



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