Fumata nera al Consiglio dei Ministri: Brusco stop alla riforma degli arbitrati
15/03/2010

Il Consiglio dei Ministri di venerdì scorso 12 marzo avrebbe dovuto
approvare in via definitiva il decreto legislativo recante
"Attuazione della direttiva 2007/66/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, dell'11 dicembre 2007, che modifica le direttive
89/665/CEE e 92/13/CEE del Consiglio per quanto riguarda il
miglioramento dell'efficacia delle procedure di ricorso in
materia d'aggiudicazione degli appalti pubblici" che aveva già
incassato il previsto parere del Consiglio di Stato e delle
Competenti commissioni di Camera e Senato ma , a sorpresa, il
provvedimento è stato stralciato dall'ordine del giorno con l'unica
possibilità che sia approvato nella prossima seduta del Consiglio
dei Ministri convocata per venerdì 19 marzo e, quindi., comunque,
entro il 20 marzo termine per l'esercizio della delega da parte del
Governo.
Non si ha una comunicato ufficiale e tecnicamente si tratterebbe di un rinvio dovuto ad approfondimenti tecnici richiesti dal Ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Sembra che i problemi sollevati dal Ministro dell'Economia e delle Finanze siano legati alle norme sull'arbitrato ed, anche, alle sanzioni pecuniarie previste per le stazioni appaltanti ed al fatto che il decreto debba essere a costo zero per le finanze pubbliche.
Il Ministro Altero Matteoli precisa che la riforma, visto che non vengono modificate le parcelle degli arbitri, non comporta alcun aumento di spesa ma, di fatto, il problema esiste ed è legato allo scontro tra coloro che sostengono il ripristino totale della giustizia privata e quelli che, anche in riferimento alle parcelle d'oro emerse nell'inchiesta di Firenze sui lavori del G8, vorrebbero cancellare definitivamente l'istituto.
Ricordiamo che lo schema di decreto legislativo in 15 articoli introduce importanti modifiche alle attuali norme sui contenziosi negli appalti pubblici tra le quali quelle relative:
Ovviamente tali modifiche, dopo la definitiva approvazione, comporteranno una ulteriore modifica dell’articolato del Codice dei contratti (D.Lgs. n. 163/2006) già ampiamente modificato ed integrato negli anni trascorsi.
© Riproduzione riservata
Non si ha una comunicato ufficiale e tecnicamente si tratterebbe di un rinvio dovuto ad approfondimenti tecnici richiesti dal Ministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Sembra che i problemi sollevati dal Ministro dell'Economia e delle Finanze siano legati alle norme sull'arbitrato ed, anche, alle sanzioni pecuniarie previste per le stazioni appaltanti ed al fatto che il decreto debba essere a costo zero per le finanze pubbliche.
Il Ministro Altero Matteoli precisa che la riforma, visto che non vengono modificate le parcelle degli arbitri, non comporta alcun aumento di spesa ma, di fatto, il problema esiste ed è legato allo scontro tra coloro che sostengono il ripristino totale della giustizia privata e quelli che, anche in riferimento alle parcelle d'oro emerse nell'inchiesta di Firenze sui lavori del G8, vorrebbero cancellare definitivamente l'istituto.
Ricordiamo che lo schema di decreto legislativo in 15 articoli introduce importanti modifiche alle attuali norme sui contenziosi negli appalti pubblici tra le quali quelle relative:
- al termine dilatorio per la stipulazione del contratto;
- alla forma, termini e destinatari della comunicazione dell'aggiudicazione definitiva;
- a misure di incentivazione dell'accordo bonario;
- a disposizioni razionalizzatici dell'arbitrato;
- alla tutela processuale;
- alle disposizioni processuali in caso di impugnazione dell'aggiudicazione definitiva;
- alla privazione di effetti del contratto e sanzioni alternative.
Ovviamente tali modifiche, dopo la definitiva approvazione, comporteranno una ulteriore modifica dell’articolato del Codice dei contratti (D.Lgs. n. 163/2006) già ampiamente modificato ed integrato negli anni trascorsi.
A cura di Paolo
Oreto
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