I disturbi muscolo-scheletrici lavorativi: la nuova guida dell'INAIL

02/10/2012

I disturbi muscoloscheletrici da sovraccarico biomeccanico (in sigla "DMS") sono un rischio inevitabile?la risposta è, chiaramente, no e a tal scopo l'INAIL ha aggiornato al 2012 le linee guida messe a punto dall'ISPESL sui disturbi muscolo scheletrici derivanti da attività lavorative e in particolare dalla movimentazione manuale dei carichi.

La guida, dopo una breve introduzione in cui mette in luce i numeri e le cause, dei DMS è strutturata in 4 macroaree:
  1. l'analisi della normativa vigente e quindi del Titolo VI e Allegato XXXIII del D.Lgs. 81/2008, che recepiscono la Direttiva n. 90/269 CEE, e del Titolo VII e Allegato XXXIV del D.Lgs. 81/2008, che recepiscono la Direttiva n. 90/270 CEE;
  2. le patologie e i disturbi muscoloscheletrici e quindi l'analisi dei disturbi più comuni e la descrizione delle principali strutture del corpo che sono soggette a questi disturbi;
  3. la prevenzione dei DMS che prevede, prima di tutto, l'eliminazione delle cause meccaniche che li determinano, attraverso la meccanizzazione/automazione dei processi; la riduzione del rischio attraverso l'utilizzo di opportuni ausili meccanici, l'applicazione dei principi ergonomici alle postazioni e alle procedure di lavoro, un'appropriata organizzazione del lavoro (pause, turnazioni, ecc.), opportune modifiche delle strutture e delle attrezzature.

Ciò premesso, il documento dell'INAIL ha evidenziato come in Italia almeno cinque milioni di lavoratori svolgono abitualmente attività lavorative che prevedono la movimentazione manuale di carichi. Fra questi lavoratori, i disturbi e le malattie acute e croniche della schiena sono diffusi più che in altre collettività di lavoro. Nel periodo 2005-2009 i casi di DMS denunciati all'INAIL sono stati: 7.926 nel 2005; 9.198 nel 2006; 10.427 nel 2007; 12.094 nel 2008 e 16.593 nel 2009, con un trend di netta crescita. Ad essi vanno aggiunti alcune centinaia di casi di neuropatie periferiche, una parte delle quali è ascrivibile a sovraccarico biomeccanico, e meno di 200 casi in media di malattie osteoarticolari e angioneurotiche al sistema mano braccio causate da strumenti vibranti.

In linea con il resto dell'Europa ormai queste patologie in Italia sono divenute le patologie più frequentemente denunciate all'INAIL. Ad accelerare fortemente questo processo nel 2009 ha concorso l'effetto dell'entrata a regime del D.M. 9 aprile 2008 che, con l'inserimento della maggior parte dei DMS nella categoria delle patologie tabellate, ha favorito l'emersione del fenomeno e il miglioramento dei livelli di tutela dei lavoratori.

Le conseguenze dei DMS sono pesantissime, da un punto di vista sociale ed economico, per i lavoratori, ai quali procurano sofferenza personale e possibile riduzione di reddito; per i datori di lavoro, perché riducono l'efficienza aziendale; per il Paese, perché incidono sulla spesa sanitaria e previdenziale.

Ma i DMS non sono un rischio inevitabile. I datori di lavoro e gli stessi lavoratori possono contribuire a prevenire o comunque a ridurre in buona parte molti di questi problemi applicando ed osservando le norme vigenti in materia di salute e sicurezza e seguendo le indicazioni e le soluzioni disponibili per prassi lavorative corrette che evitino questi rischi.

A cura di Gabriele Bivona


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