IMU, la proposta degli Ingegneri: si alla tassa sugli immobili che producono reddito

12/07/2013

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 117 del 21 maggio scorso del Decreto-legge 21 maggio 2013, n. 54 è stato sospeso (art. 1, comma 1) il versamento della rata di giugno dell'IMU, al fine di concedere un lasso di tempo necessario per la riforma della disciplina dell'imposizione fiscale sul patrimonio immobiliare. Nello stesso comma sono indicate le categorie di immobili alle quali opera la suddetta sospensione, ossia: le abitazioni principali e le relative pertinenze, ad esclusione delle abitazioni di tipo signorile (categoria catastale A/1), delle abitazioni in ville (categoria catastale A/8) e dei castelli e palazzi di eminenti pregi artistici o storici (categoria catastale A/9), le unità immobiliari appartenenti alle cooperative a proprietà indivisa e gli alloggi regolarmente assegnati dagli Istituti autonomi per le case popolari (IACP) o dagli enti di edilizia residenziale pubblica, aventi le medesime finalità, qualunque sia la relativa denominazione, nonché i terreni agricoli e i fabbricati rurali.

All'indomani del rinvio della tassa, continuano i dibattiti in merito alla possibilità di effettuare una riforma della tassazione degli immobili. In tal senso è intervenuto il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano ammettendo la necessità di rivedere l'imposta in modo da non incrementare ulteriormente i carichi nel settore dell'edilizia. "Ogni provvedimento che cerca di mettere in sesto l'edilizia va perseguito con grande determinazione, essendo un settore strategico per il Paese, al momento, però, in profonda crisi". Queste le parole del Presidente Zambrano che ha auspicato che il Governo possa intraprendere tutte le azioni e le misure che possano aiutare a sostenere il settore.

La proposta del Presidente Zambrano
"L'azione del Governo potrebbe essere orientata a prevedere questa tassa solo sugli immobili che producono reddito, andando ad incidere su tutte quelle situazioni che generano introiti". Un meccanismo che sposterebbe il raggio d'azione dal valore della proprietà a quella del reddito, evitando così che si possa associare ad una sorta di "tassa espropriativa".

A cura di Ilenia Cicirello


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