IV Rapporto sulla previdenza privata: crisi nera per le libere professioni tecniche

16/12/2014

Benché chi governa continui ostinato a suon di comunicati dai toni sensazionalistici, la realtà che l'italiano medio vive ogni giorno è ben diversa da quella virtuale fatta di tweet e hashtag della serie #lavoltabuona, #italiariparte, #italiasicura o #labuonascuola che il nostro Premier ormai utilizza da quando si è insediato a Palazzo Chigi.

Non parliamo poi dei lavoratori autonomi e, in particolare, dei professionisti dell'area tecnica che dal 2006 ad oggi vivono un costante declino economico, sociale e culturale, che sta spaventosamente degenerando in una vera e propria crisi d'identità delle professioni intellettuali.

Tempo fa ricordavo come in una speciale classifica realizzata da Doing Business che ha messo a confronto 185 Paesi, l'Italia sia stata collocata al 73esimo posto, dopo Romania, Turchia, Kirghizistan (Stato indipendente dell'Asia centrale), Trinidad e Tobago (Stato insulare dell'America centrale caraibica), Dominìca e Azerbaijan. Posizione che è discesa dal confronto di alcuni parametri tra cui:
  • Permessi di costruire (procedure, tempi e costi): 103esimo posto;
  • Energia elettrica (procedure, tempi e costi per l'allacciamento): 107esimo posto;
  • Facilità a ottenere un credito: 104esimo posto;
  • Tasse: 131esimo posto - è stata stimata una pressione fiscale totale pari al 68,3% del totale!!!Senza andare troppo lontano, in Svizzera la pressione fiscale è del 30,2%.

Tassazione, burocrazia e servizi sono tasselli di uno stesso puzzle che descrive un Paese che non ha assolutamente idea di come sarà il proprio futuro e che ha perso di vista ogni tema legato alla progettualità.

La situazione dei professionisti dell'area tecnica era già stata certificata da Inarcassa (leggi articolo) che aveva già rilevato come circa 40.000 ingegneri ed architetti (il 27% degli iscritti attivi) versassero in condizioni economiche al di sotto della soglia di povertà, e dall'ISTAT (leggi articolo) che nella sua consueta analisi del prodotto interno lordo (PIL) ha messo in luce come nel II trimestre 2014 il settore delle costruzioni sia stato quello maggiormente colpito dalla crisi.

Una nuova attestazione è, però, arrivata dal IV Rapporto sulla previdenza privata italiana a cura dell'Associazione degli Enti di Previdenza Privati (AdEPP) che ha messo in luce una situazione drammatica diffusa verso quasi tutte le professioni tecniche. Le categorie professionali tecniche analizzate nel rapporto sono le seguenti:
  • Agronomi e forestali, Chimici e Geologi - Cassa di Previdenza EPAP
  • Geometri e geometri laureati - Cassa di Previdenza CIPAG
  • Architetti e Ingegneri - Cassa di Previdenza INARCASSA
  • Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati - Cassa di Previdenza EPPI

L'analisi dei redditi medi delle professioni ha evidenziato come l'area che ha maggiormente sentito la crisi è quella relativa alle professioni tecniche con una contrazione del reddito medio di circa il 39,2%, contro il 35,6% nell'area Giuridica, il 25,1% nell'area Sanitaria e una contrazione del 26% nell'area Economico-Sociale.



L'analisi dei redditi medi delle libere professioni ha evidenziato che l'area delle Professioni Tecniche ha vissuto un ulteriore peggioramento dal 2011 al 2013, sintomo che la crisi che ha colpito l'economia reale è tutt'altro che alle spalle.



Nonostante i dati abbiano dimostrato una crisi diffusa su tutto il settore tecnico, c'è chi non si può lamentare dei propri numeri. Gli Agrotecnici e gli Agrotecnici Laureati hanno registrato un incremento del 6,02% del proprio reddito professionale. Dato eccezionale se confrontato alle altre professioni tecniche:
  • Geometri -5,69%;
  • Ingegneri ed Architetti -4,67%;
  • Agronomi e forestali e Geologi -1,00%;
  • Periti industriali +,099%.
Nei giorni scorsi, la Cassa previdenziale degli Agrotecnici ha approvato il bilancio preventivo 2015 prevedendo per il 2051 un incremento dei redditi complessivi del 17,5%.

"Nel 2014 - ha commentato Roberto Orlandi Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati - gli effetti di questa congiunta "politica di sviluppo" della professione si vedranno, se possibile, ancora di più. Infatti, per la prima volta, la rivalutazione dei contributi previdenziali sarà per tutte le Casse negativa (precisamente -0,1927%) purtroppo con il risultato di diminuire addirittura il risparmio previdenziale già accumulato. Una situazione paradossale, dalla quale però -unici fra tutti- sfuggono gli Agrotecnici: per loro infatti anche nel 2014 la rivalutazione sarà del +1,50%, così garantendo loro pensioni più adeguate ed un sereno orizzonte previdenziale".



Nel grafico, con il colore nero, è indicata la rivalutazione dei contributi previdenziali di tutte le Casse di previdenza (INPS compresa), in costante diminuzione dal 2009 ad oggi, ed in arancione la rivalutazione applicata dalla Cassa di previdenza degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati ai propri iscritti.

A cura di Gianluca Oreto - @lucaoreto


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