Inarcassa, dagli Architetti di Torino 5 proposte per il rilancio della professione

20/06/2013

Inarcassa con una recente delibera del Consiglio di amministrazione, si fa carico della crisi economica che investe il paese e dei problemi che assillano sopratutto i giovani professionisti ed ha congelato i recenti aumenti dei contributi minimi posticipandone il pagamento della prima rata al 31 luglio 2013.
In verità sul problema relativo all'aumento dei contributi minimi si è fatto, recentemente, un gran parlare (a volte, anche, a sproposito) ma la posizione più legata ai veri problemi reali è possibile riscontrarla in alcune proposte dell'Ordine degli Architetti di Torino che, senza la paura di chi fa affermazioni contro la normale tendenza, ha giustificato l'aumento di Inarcassa e prospettato alcune proposte per il rilancio della professione.

L'Ordine degli Architetti di Torino ha, infatti, pubblicato una missiva inviata al Presidente del Consiglio, Enrico Letta, al Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ai Presidenti degli Ordini degli Architetti PPC provinciali e per conoscenza al Presidente del CNAPPC, Leopoldo Freyrie e al Presidente Inarcassa, Paola Muratorio.

In particolare, la lettera dell'OAT rilevando l'estrema condizione di difficoltà in cui versano i professionisti italiani iscritti ad Inarcassa ha voluto ricordare a cosa servono i contributi versati ad Inarcassa ovvero ai supporti previdenziali e assistenziali che consentono di:
  • fornire un sostegno alle professioniste madri (indennità di maternità);
  • assicurare un sostegno ai colleghi che dovessero subire incidenti invalidanti permanenti e/o temporanei (pensione di invalidità, inabilità);
  • fornire sussidi a coloro che si trovano in difficoltà;
  • assicurare una pensione ai superstiti di colleghi deceduti prematuramente (pensione di reversibilità e figli con disabilità);
  • fornire prestiti d'onore, agevolati, mutui e sussidi;
  • fornire una copertura sanitaria di base;
  • agevolare la contribuzione dei giovani colleghi;
  • promuovere iniziative volte a creare nuove opportunità di lavoro.

L'OAT, nel ricordare a cosa servono i contributi, ha affermato che l'eventuale sospensione degli stessi (come richiesto da molte associazioni di professionisti) significherebbe dover sospendere anche le suddette prestazioni con al conseguenza di non alimentare il montante contributivo per far maturare la pensione a chi oggi cerca di lavorare, con il risultato di ridurre ulteriormente l'entità del trattamento pensionistico all'acquisizione del diritto.

Riconoscendo l'importanza di aiutare chi si trova in difficoltà, l'OAT ha proposto:
  1. di pensare ai professionisti come a prestatori di servizi di carattere intellettuale che operando all'interno del mercato contribuiscono allo sviluppo del paese e che quindi vanno aiutati con strumenti, azioni e strumenti specifici o analoghi a quelli delle imprese;
  2. di riflettere sull'effettiva utilità ed efficacia dei bandi di gara basati sul principio del massimo ribasso;
  3. di invertire la dinamica che vede la continua creazione di società "in house" alle quali affidare servizi di architettura e ingegneria, che spesso vengono da questa subappaltati a liberi professionisti a compensi poco dignitosi;
  4. di riconoscere pienamente, pur conservandone l'autonomia, la funzione pubblica della cassa previdenziale, riducendo di conseguenza la tassazione a cui Inarcassa deve far fronte, che pone in una situazione più penalizzante rispetto ad un qualunque altro operatore finanziario;
  5. di rivedere la recente riforma "Fornero" in modo da poter consentire:
    • di trattenere nelle casse dell'Ente i risparmi ottenuti con la spending review;
    • di far entrare in suo patrimonio, accumulato negli anni, nel calcolo della sostenibilità.

A cura di Ilenia Cicirello


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