Istat e Indici prezzi al consumo febbraio 2020: variazione negativa dello 0,1% rispetto mese precedente

di Redazione tecnica - 20/03/2020

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Febbraio 2020; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di febbraio 2020 ha registrato una diminuzione dello 0,1% su base mensile ed un aumento dello 0,3% su base annua; la stima preliminare era +0,4%.

Trattamento di fine rapporto

Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Febbraio 2020 ed il 14 Marzo 2020, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2019 del +0,250000.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

Nel mese di febbraio 2020, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento dello 0,3% su base annua; la stima preliminare era +0,4%.

Decelerazione dell'inflazione

La decelerazione dell’inflazione è imputabile prevalentemente alla dinamica dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (la cui crescita passa da +3,2% a +1,2%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,6% a +1,5%) e, in misura minore, dei Tabacchi (da +2,9% a +1,5%) e dei Beni alimentari non lavorati (da +0,8% a +0,1%); tali andamenti sono stati solo in minima parte compensati dal ridursi dell’ampiezza della flessione dei prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (da -5,2% a -2,8%)

L'inflazione

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici rallentano entrambe di un decimo di punto (da +0,8% del mese precedente a +0,7%).

Il calo congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-1,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,8%), solo in parte bilanciata dall’aumento dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+0,6%).

L’inflazione rallenta per i beni (da +0,1% di gennaio a -0,3%), mentre è stabile per i servizi (+1,0%); il differenziale inflazionistico, pertanto, rimane positivo e si amplia (+1,3 punti percentuali da +0,9 a gennaio).

L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a -0,1% per l’indice generale e per la componente di fondo.

Prezzi dei beni alimentari

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,3% su base annua e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto dello 0,8% (entrambi in netto rallentamento rispettivamente da +0,6% e da +1,3% del mese precedente).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,5% su base mensile, a causa principalmente delle ulteriori riduzioni di prezzo registrate per i saldi invernali di abbigliamento e calzature, di cui l’indice NIC non tiene conto. L’IPCA aumenta dello 0,2% su base annua, da +0,4% del mese precedente. La stima preliminare era +0,3%.

Indice dei prezzi al consumo

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento dello 0,2% rispetto a febbraio 2019.

Indici locazioni

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,150% e l'indice biennale al +0,750%

Incrementi congiunturali più significativi

L'Istat spiega che, nel mese di febbraio 2020, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Altri beni e servizi (+1,7%), Trasporti (+1,6%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,4%), Istruzione (+1,2%), Bevande alcoliche e tabacchi (+1,1%), Abbigliameno e calzature (+0,8%), Servizi sanitari e spese per la salute (0,6%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,4%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,3%).

Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni (-4,3%), Abitazione, acqua, energia (-2,8%), Ricreazione, spettacoli, cultura e (-1,4%).

Incrementi tendenziali

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Servizi vari (+1,6%), Tabacchi (+1,5%), Servizi relativi ai trasporti (+1,5%).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli  Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%), Beni alimentari (+0,7%), Servizi relativi all'abitazione (+0,3%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.

Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Beni energetici (-3,4%), Servizi relativi alle Comunicazioni (-2,8%).

Aumenti tendenziali nei capoluoghi di regione

Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+1,4%), Napoli (1,0%),  Bari (+0,9%), Venezia (+0,7%), Trento (+0,6%),  Trieste, Palermo e Catanzaro (+0,5% per tutte e tre), Torino, Modena, Firenze e Catania (+0,4% per tutte e quattro), Perugia, Milano e Genova (+0.3% per tutte e tre), Padova e Cagliari  (+0,3% per entrambe), Reggio Calabria, Ravenna e Messina (+0,1% per tutte e tre), Verona, Parma e Brescia (0,00% per tutte e tre), Roma, Reggio Emilia Livorno e Ancona (-0,1% pr tutte e quattro), Potenza (-0,2%), Bologna (-0,3%), Potenza, Aosta (-0,4%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 15 aprile 2020.        

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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