Istat e Indici prezzi al consumo gennaio 2018: Stabile l’inflazione ad un +0,9%

26/02/2018

L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Gennaio 2018; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati ha avuto un nuovo incremento per il mese di gennaio 2018 con la nuova base 2015 attestandosi sul valore di 101,50 con un lieve aumento rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile, al lordo dei tabacchi è stata del +0,30% e quella annua del +0,90%. Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Dicembre 2017 ed il 14 Gennaio 2018, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2017 del + 0,421736%.

Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).

Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).

Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.

A gennaio 2018, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,3% su base mensile e dello 0,9% su base annua come a dicembre 2017 (la stima preliminare era +0,8).

La stabilità dell’inflazione risente del rallentamento della crescita dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,4%, da +2,4% di dicembre 2017), dei Beni energetici non regolamentati (+2,5% da +4,4%) e dei Servizi relativi ai trasporti (+1,3% da +2,8%), i cui effetti sono bilanciati dall’accelerazione dei prezzi degli Alimentari lavorati (+2,1% da +0,8%) e degli Energetici regolamentati (+6,4% da +3,7% del mese precedente)

A gennaio, sia l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sia quella al netto dei soli Beni energetici si attestano a +0,6% (la prima in salita di due decimi di punto percentuale e la seconda stabile rispetto al mese precedente).

Su base annua la crescita dei prezzi dei beni è in lieve accelerazione (+1,3% da +1,1% di dicembre), mentre il tasso di crescita tendenziale dei servizi rimane stabile rispetto al mese precedente (+0,6%).

L’inflazione acquisita per il 2018 è pari a +0,4% per l’indice generale e -0,1% per la componente di fondo.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dell’1,0% su base mensile e dell’1,2% su base annua (da +1,3% di dicembre 2017).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto salgono dello 0,7% in termini congiunturali e dell’1,3% in termini tendenziali (da +1,5% del mese precedente).

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dell’1,5% su base mensile e cresce dell’1,2% (la stima preliminare era +1,1%) su base annua (da +1,0% di dicembre). La flessione congiunturale è in larga parte dovuta ai saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui l’indice NIC non tiene conto.

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, aumenta dello 0,4% su base mensile e dello 0,9% rispetto a gennaio 2017.

Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +0,675% e l'indice biennale al +1,350%
L'Istat spiega che, nel mese di gennaio 2018, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nei capitoli Abitazione acqua elettricità e combustibili (+1,9%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Altri beni e servizi (+1,1% per tutti e due), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,9%), Comunicazioni (+0,4%), Ricreazione spettacoli e cultura (+0,2%), Mobili e servizi per la casa (+0,1%)

Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Abbigliamento e calzature, Istruzione, Servizi ricettivi e di ristorazione.

Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Trasporti (-1,3%), Servizi sanitari e spese per la salute (-0,2%).

Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+3,1%), Trasporti, Altri beni e servizi (+1,6% per entrambi), Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Bevande alcoliche e tabacchi  (+1,3% per entrambi), Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,2%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,0%).

Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Abbigliamento e calzature (+0,2%), Mobili articoli e servizi per la casa  (+0,1%).

Incrementi tendenziali nulli si sono registrati nel capitolo,.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Istruzione (-16,2%), Comunicazioni (-0,8%), Servizi sanitari e spese per la salute (-0,3%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+1,6%), Genova (+1,4%), Firenze (+1,3%), Aosta (+0,2%), Trento e Milano (+1,1% per entrambe), Bologna e Venezia (+1,0% per tutte e due), Catanzaro, Torino e Cagliari (+0,9% per tutte e tre), Roma e Perugia (+0,8% per tutte e due), Palermo (+0,7%), Trieste (+0,5%), Napoli (+0,4%), Bari (+0,1%), Potenza e Ancona e (+0,0%).

I prossimi indici saranno pubblicati il 16 Marzo 2018.                  

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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