Jobs Act Lavoratori autonomi: Partite Iva liberate dal sospetto elusivo

26/02/2016

"Lo Statuto del lavoro autonomo è il completamento della riforma del lavoro. Con il Jobs act abbiamo puntato a rilanciare il contratto di lavoro subordinato, con una forte politica di incentivazione, e contemporaneamente abbiamo fatto pulizia di quell'area grigia che stava intorno al lavoro autonomo e che purtroppo si era annidata nei contratti di lavoro a progetto".

Lo ha affermato Maurizio del Conte, presidente dell'Anpal ed estensore del disegno di legge sullo Statuto del lavoro autonomo, a margine della conferenza organizzata il 18 febbraio 2016 da Confprofessioni Lazio (leggi articolo), ribadendo il concetto che il ddl è nato dall'esigenza di eliminare le partite IVA dal "sospetto di essere una forma di lavoro elusiva, per riconoscerne il valore e la funzione in un mercato moderno".

Riportiamo di seguito l'interessante intervista condotta da Confprofessioni.

Domanda. Professor Del Conte, lo Statuto si pone l'obiettivo di separare nettamente il lavoro autonomo da quello subordinato. Come?
Risposta.
Lo Statuto chiarisce il concetto di collaborazione autonoma con i caratteri della continuità e del coordinamento. La nuova norma stabilisce che la collaborazione autonoma è coordinata e continuativa quando il coordinamento avviene non in virtù di una regolamentazione unilaterale del committente, ma è oggetto di accordo comune tra le parti e l'organizzazione della prestazione del collaboratore è riservata al collaboratore stesso.

D. Professionisti e partite Iva dovranno passare attraverso i centri per l'impiego per svolgere la propria attività?
R.
Non c'è alcun obbligo di rivolgersi ai centri per l'impiego, che passano da una logica burocratica a una di servizio: il lavoratore autonomo ha diritto di usare gli strumenti che già ci sono per chiedere un aiuto indirizzato alla ricerca di un lavoro autonomo appunto.

D. Nel suo parere, però, la Conferenza Unificata ha rilevato alcune criticità proprio sui centri per l'impiego. Mancano le risorse?
R.
Non credo ci sia un reale aggravio di oneri per i centri per l'impiego. È vero che gli si chiede un servizio che fino a oggi non hanno offerto, ma questa è una questione di formazione professionale rispetto alla quale non c'è dubbio che Anpal anche attraverso l'agenzia Italia Lavoro effettuerà un'azione proprio in termini di formazione e supporto per dotarli di quelle competenze necessarie per orientare il lavoratore che è in cerca di un'attività e non di un impiego.

D. In questo ambito le parti sociali potrebbero dare una mano?
R.
Assolutamente sì. Attraverso un'opera di organizzazione dell'orientamento e della formazione. Le parti sociali vengono oggi a diverso titolo ricomprese nella rete dei servizi per le politiche attive del lavoro e dovranno attrezzarsi per aiutare chi cerca un attività autonoma e non solo chi cerca un'attività di lavoro subordinata.

D. Si apre un nuovo scenario?
R.
È una sfida nuova: bisogna capire come funziona il nuovo mercato del lavoro e dei servizi. Dobbiamo dare una risposta a un'economia che è cambiata e che ha una quota di lavoro autonomo più importante e soprattutto sempre più di qualità.

D. Lo Statuto ha riconosciuto una serie di tutele per le partite Iva. Misure tampone o una vera conquista?
R.
Le tutele previste dallo Statuto sono ritagliate sulla specificità del lavoro autonomo, non sono clonate dal lavoro subordinato. Prendiamo ad esempio, la parte dedicata alle clausole abusive: lavoro autonomo e impresa committente sono sullo stesso piano. Lo Statuto riconosce come il contratto di lavoro autonomo abbia necessità di essere equilibrato sotto il profilo dell'invasività di una parte sull'altra. Poi ci sono le tutele sulla malattia, la maternità, l'accesso agli appalti pubblici, aprire un mercato dal quale i professionisti erano stati esclusi, la tutela della proprietà intellettuale...

D. Il provvedimento passa ora alle Commissioni parlamentari. Prevede tempi lunghi?
R.
Il governo è fortemente impegnato perché il percorso parlamentare sia il più veloce possibile per arrivare a una sua rapida emanazione. Mi pare di registrare un generale consenso sul testo licenziato dal Consiglio dei ministri. Chiaramente è un testo sempre migliorabile se ci saranno contributi di affinamento potranno trovare spazio, ma senza toccare le linee fondamentali di intervento e non nel senso di rallentarne il percorso parlamentare.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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