NTC 2018: il ruolo della conoscenza geologica negli interventi sulle costruzioni esistenti

03/07/2018

La conoscenza degli aspetti geologici diventa imprescindibile non solo quando si devono realizzare gli interventi strutturali ma anche per quelli non strutturali e per la valutazione della sicurezza dell’opera.

Le norme tecniche sulle costruzioni, pur evidenziando una carenza generale di cultura geologica, introducono, comunque, importanti novità dal punto di vista geologico e sismico sia nella progettazione geotecnica sia sulle costruzioni esistenti.

Il Cap. 8 – costruzioni esistenti – affronta la problematica definendo i criteri generali sia per la valutazione della sicurezza e sia per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo degli interventi sulle costruzioni esistenti

Riguardo la valutazione della sicurezza delle costruzioni esistenti, la norma introduce ed esplicita in modo chiaro, proprio a rafforzare il necessario e indispensabile contributo della geologia per la valutazione della sicurezza dell’opera, che la verifica in fondazione deve essere fatta “qualora sussistano condizioni che possano dare luogo a fenomeni di instabilità globale o se si verifica una delle seguenti condizioni:

  • nella costruzione siano presenti importanti dissesti attribuibili a cedimenti delle fondazioni o dissesti della stessa natura si siano prodotti nel passato;
  • siano possibili fenomeni di ribaltamento e/o scorrimento della costruzione per effetto: di condizioni morfologiche sfavorevoli, di modificazioni apportate al profilo del terreno in prossimità delle fondazioni, delle azioni sismiche di progetto;
  • siano possibili fenomeni di liquefazione del terreno di fondazione dovuti alle azioni sismiche di progetto”

“Allo scopo di verificare la sussistenza delle predette condizioni, si farà riferimento alla documentazione disponibile e si potrà omettere di svolgere indagini specifiche solo qualora, a giudizio esplicitamente motivato del professionista incaricato, sussistano elementi di conoscenza sufficienti per effettuare le valutazioni precedenti”.

Vengono introdotti, quindi, degli elementi di conoscenza che attengono al campo esclusivo della professione del geologo e, solo quest’ultimo, ha le competenze per poter fornire queste informazioni al progettista incaricato.

Il limite della norma sta nel fatto che finalizza questo approfondimento di conoscenza alla verifica del sistema fondale; visione miope se si pensa che la sicurezza di una costruzione non dipende solo dalla sua struttura ovvero dall’interazione terreno struttura ma andrebbe anche contestualizzata in un ambito territoriale significativo che solo il geologo sa determinare affinché si possano valutare anche gli effetti di cause esterne sulla costruzione stessa.

Inoltre, le NTC 2018 chiariscono, cosa che non veniva fatta nelle NTC 2008, che “nella definizione dei modelli strutturali necessari per la valutazione della sicurezza dell’opera, si dovrà considerare che sono conoscibili, con un livello di approfondimento che dipende dalla documentazione disponibile e dalla qualità ed estensione delle indagini che vengono svolte, le seguenti caratteristiche:

  • la geometria e i particolari costruttivi;
  • Le proprietà meccaniche dei materiali e dei terreni;
  • i carichi permanenti.”

Anche in questo caso, nel definire le proprietà meccaniche dei terreni, non si può prescindere dalla propedeutica ricostruzione del modello stratigrafico. Quindi, mentre nelle NTC 2008 la conoscenza dell’opera riguardava solo la parte strutturale, oggi dovrà essere indagato e conosciuto anche il sottosuolo.

Riguardo la progettazione degli interventi sul costruito, le NTC 2018, a differenza delle NTC 2008, prevedono la verifica d’idoneità del sistema di fondazione anche per gli interventi non strutturali ovvero “Per gli interventi di miglioramento e di adeguamento l’esclusione di provvedimenti infondazione dovrà essere in tutti i casi motivata esplicitamente dal progettista, attraverso 
una verifica di idoneità del sistema di fondazione in base ai criteri indicati nel §8.3 (sopra riportati)”. Questo significa che la valutazione della sicurezza dell’opera ovvero dell’idoneità del sistema di fondazione, non potrà prescindere dalla conoscenza delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche del sito su cui insiste l’opera.

La motivazione che il progettista dovrà dare, in caso di esclusione di provvedimenti in fondazione, dovrà essere basata su un’effettiva conoscenza delle condizioni del sottosuolo e di un ambito geomorfologico significativo all’opera  e potrà omettere di svolgere indagini specifiche solo ove sussistano elementi di conoscenza sufficienti per effettuare le necessarie valutazioni sulla idoneità del sistema di fondazione. In caso contrario si dovrà procedere con indagini specifiche, esattamente come previsto per le nuove costruzioni.

Pertanto, alla luce delle considerazioni innanzi riportate, sul patrimonio edilizio esistente, le aree di sedime dovranno essere indagate al fine di valutare i possibili fenomeni di instabilità di pendii e di cedimenti permanenti causati da fenomeni di liquefazione o eccessivo addensamento in caso di terremoto, nonché di rottura di faglia in superficie e, più in generale per la valutazione delle pericolosità geologiche che interferiscono con la costruzione. Per costruzioni su pendii le indagini devono essere convenientemente estese al di fuori dell'area edificatoria per rilevare tutti i fattori occorrenti alla valutazione delle condizioni di stabilità del complesso opera-pendio in presenza delle azioni sismiche. I risultati di tali accertamenti devono essere illustrati nella relazione geologica e nella relazione sismica. Per gli accertamenti potranno essere considerate anche le eventuali indagini esistenti.

Per quanto attiene agli edifici monumentali e/o catalogati dalle Sovrintendenze ai BB.AA., occorre applicare i contenuti della Direttiva PCM 2007: in essa si ritrovano, al paragrafo 4.1.8 "Terreno e fondazioni", utili indicazioni sulle indagini da effettuare, anche se queste sono riferite agli aspetti geotecnici, prevedendo dei fattori di confidenza anche per l’analisi geologica e geotecnica.

In conclusione, quindi, le NTC 2018 sicuramente migliorano le precedenti in termini di sicurezza delle opere e acclarano la necessità della conoscenza geologica sia in fase di valutazione della sicurezza di un opera che nella fase della progettazione degli interventi siano essi strutturali o non; però conservano ancora quei limiti di carattere culturale legati principalmente al mancato e necessario contributo interdisciplinare, in fase di redazione della norma oltre a insistere sul definire le responsabilità professionali rischiando di andare in contrasto con norme di rango giuridico superiore finalizzate a definire competenze e responsabilità.

A cura di Raffaele Nardone
Consigliere Consiglio Nazionale dei Geologi e Componente Assemblea Generale del CSLLPP



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