Nella gallery di Urbanpromo focus su standard urbanistici e servizi ecosistemici

18/07/2019

Urbanpromo Progetti per il Paese propone nella gallery disponibile su www.urbanpromo.it i progetti che hanno partecipato all’ultima edizione della manifestazione. Tra i temi centrali dell’evento, quello relativo agli standard urbanistici nel cinquantesimo anniversario dell’entrata in vigore del decreto interministeriale che li ha introdotti, con contributi nel dibattito attorno alla necessità di riformarli in una direzione più attenta alla garanzia dei servizi ecosistemici.

Tra i progetti che richiamano la questione nella gallery di www.urbanpromo.it, il Piano operativo del Comune di Prato, che ha l’ambizioso obiettivo di definire modelli di sviluppo locale sostenibili da un punto di vista sociale, culturale ed economico, declinando nella specificità pratese i temi centrali del dibattito europeo e nazionale in corso sulle politiche urbane: il riuso e l’ambiente. I due temi, intimamente connessi, sono la traccia delle scelte progettuali che tendono alla riduzione del consumo di suolo ed allo sviluppo della resilienza urbana. Un lungo processo conoscitivo e partecipativo ha prodotto un progetto di Piano teso alla qualità dell’ambiente e del paesaggio urbano e rurale: dotare la città di una nuova infrastruttura verde, su cui si innestano interventi di trasformazione urbanistica che contemporaneamente incrementino la componente naturale della città, contenere il contenimento del consumo di suolo attraverso il riuso del costruito. Sul patrimonio edilizio di pregio è stata condotta una campagna di ricerca, anche iconografica, dagli edifici di antico impianto fino ai complessi di archeologia industriale che hanno fatto la storia della Prato produttiva, ognuno corredato da schede conoscitive che sono di supporto alla disciplina degli interventi ma soprattutto un contributo alla memoria collettiva. Per gli edifici più recenti, non più funzionali o utilizzati, è immaginata la sostituzione con nuove altezze che liberano suolo e permettono la creazione o l’ampliamento di aree verdi, in un processo graduale di demineralizzazione, dove pareti e coperture si lasciano invadere da una rinnovata naturalità. Le nuove edificazioni sono consentite a fronte di cessioni al patrimonio pubblico di edifici utili ai fini istituzionali o aree non edificate interne al territorio urbanizzato, ove collocare nuove attrezzature collettive, parchi, aree per gli orti sociali o per la forestazione urbana: capisaldi della mitigazione climatica, del miglioramento degli impatti acustici e visuali, della qualità dell’aria e quindi della benessere della collettività.

Poi il piano strutturale di Livorno, che si fonda si fonda sul principio “consumo zero del territorio” inteso come assenza di consumo di suolo al di fuori del perimetro del territorio urbanizzato incentrando di conseguenza la sua priorità sulla riqualificazione dell’esistente in piena sintonia con le politiche di rigenerazione contenute nella legge regionale sul governo del territorio. Il Comune di Livorno ha inteso infatti disegnare le opportunità del futuro della città attraverso il riconoscimento di 35 aree “da rigenerare”, concentrate quasi esclusivamente all’interno della città costruita, per le quali sono stati individuati obiettivi strategici e funzioni compatibili con il tessuto urbano e le nuove forme di sviluppo economico della città.

Le aree, attraverso le quali si veicola gran parte del dimensionamento del piano, si concentrano per la maggior parte nella zona nord della città (Forte San Pietro, Garibaldi, Luogo Pio, San Marco, Quartieri nord, Stazione Marittima, via Firenze, Aurelia nord). Passano da queste aree i cambiamenti più significativi dell’intero territorio urbano, esempio su tutti lo spostamento del depuratore cittadino, oggi collocato impropriamente nel centro della città storica e la rigenerazione di questa zona nel cuore della Venezia. Il piano pone altresì, in modo innovativo, le basi per sviluppare nella pianificazione operativa il tema della Resilienza Urbana approfondito attraverso uno specifico laboratorio attivato con l’INU nella fase di redazione del piano.



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