"No allo Split payment": parte la raccolta firme

06/02/2015

La "scissione dei pagamenti" (c.d. split payment) non piace alle imprese. Se era già evidente, adesso lo è ancor di più. È partita, infatti, ufficialmente la protesta dell'Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), a cui si è subito accodata l'Associazione delle società di ingegneria italiane aderente a Confindustria (OICE), contro la norma varata dalla legge di stabilità che prevede il pagamento da parte delle P.A. dell'IVA sulle fatture ricevute per forniture di beni e servizi direttamente all'erario e non più alle aziende fornitrici.

Protesta che si è tradotta nella petizione on line "no allo split payment che può essere firmata direttamente sul sito dell'Ance da tutte le aziende che lavorano con la pubblica amministrazione e che, con lo split payment, si vedranno togliere una liquidità fondamentale per la propria sopravvivenza.

"Dalle parole siamo passati ai fatti - ha dichiarato il Presidente dei costruttori italiani, Paolo Buzzetti - perché non possiamo accettare che per colpire un'azienda che evade vengano punite tutte quelle imprese oneste che al posto dei soldi dovuti si troveranno in cassa solo crediti Iva".

"Ancora una volta - ha continuato Buzzetti - viviamo il paradosso di uno Stato che applica una presunzione di colpevolezza nei confronti di tutte le imprese, quando è il primo a non rispettare le regole". Viene ricordato dall'ANCE che l'Unione europea tiene l'Italia sotto osservazione per i ritardi nei rimborsi dei crediti Iva, che superano i 2 anni, e dei pagamenti della PA, che vanno oltre i 6 mesi di ritardo.

"Lo split payment - afferma l'ANCE - aggrava la vessazione fiscale che ha raggiunto livelli tali da pregiudicare la sopravvivenza stessa delle aziende".

L'OICE, contrario sin dal principio alla norma (leggi articolo), ha accolto con favore l'iniziativa dell'ANCE. "Siamo del tutto favorevoli ad ogni azione di mobilitazione contro una misura che rischia di avere effetti pesantissimi su tutte le imprese - ha affermato il presidente OICE, Ing. Patrizia Lotti - In particolare le società di ingegneria che lavorano con il settore pubblico rischiano il collasso definitivo perché già soffrono una contrazione del mercato rilevantissima e sopportano fortissimi ritardi nei pagamenti; adesso arriva anche questa novità dalla dubbia compatibilità europea con la quale si toglie liquidità senza alcuna garanzia di recuperare in tempi rapidi il credito IVA strutturale che si determinerà. E questo in un momento delicatissimo in cui si sta facendo di tutto per mantenere manodopera professionale altamente specializzata e per rimanere competitivi sui mercati nazionali ed esteri".

L'OICE ha, inoltre, auspicato che intorno all'iniziativa ANCE si possa concentri una massiccia e convinta adesione, proponendo anche forme di un coordinamento permanente fra tutti i soggetti imprenditoriali coinvolti e interventi in sede europea: Si tratta di un problema - continua il Presidente Lotti - che interessa ogni tipologia di impresa ed è importante che vi sia un forte coordinamento e coinvolgimento di tutti. Per parte nostra agiremo, anche a livello europeo, per evitare che questo ennesimo colpo basso alle imprese - e in particolare a quelle ad elevato tasso di manodopera qualificata - vada in porto con le sue potenzialmente devastanti conseguenze".

A cura di Gianluca Oreto - @lucaoreto


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