Nuovo Codice Appalti, Anci: No a progettazione esecutiva per manutenzioni ordinarie e collaudi per lavori di piccolo importo

23/11/2016

"Anci condivide assolutamente il percorso del nuovo Codice appalti, volto alla semplificazione e alla trasparenza ma dopo sette mesi sono solo sette su sessantacinque i decreti attuativi varati. Serve quindi accelerare, magari affrontando le criticità all'interno della cabina di regia istituita presso la Presidenza del Consiglio, per completare e migliorare una riforma che può permettere al Paese di tornare a correre".

Queste le parole del presidente dell'Associazione Nazionale Comuni d'Italia (Anci) e sindaco di Bari, Antonio Decaro, in riferimento alle nuove regole sugli appalti pubblici previste dal decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.

Nonostante le ultime rilevazioni dell'ANCE (leggi articolo) abbiano messo in luce una situazione difficile soprattutto per i Comuni, i cui bandi continuano a diminuire (flessione del 5,1% nel numero e del 29,2% in valore nel mese di ottobre 2016), per Anci il percorso intrapreso (la cui fine però è ancora sconosciuta ai più) è positivo salvo un'accelerazione sui decreti attuativi. Nessun problema, quindi, se la normativa non sarà più di facile lettura (prima della riforma avevamo il D.Lgs. n. 163/2006 e il D.P.R. n. 207/2010, oggi abbiamo il DLgs. n. 50/2016 e un poco precisato numero di provvedimenti attuativi tra decreti, linee guida ANAC vincolanti e linee guida ANAC non vincolanti, il cui significato di quest'ultime è ancora tutto da decifrare).

"Con la Legge di bilancio - ha spiegato Decaro - abbiamo ritrovato finanziamenti sui Comuni: dai due miliardi e cento milioni di euro per rammendare le periferie, ai 700milioni di avanzi di amministrazione sbloccati, 300 dei quali da destinare all'edilizia scolastica. A fronte di questi investimenti, però, la necessità è quella di definire un nuovo quadro regolatori sugli appalti pubblici, che superi le criticità legate a ritardi di applicazione che oggi continuano ad esserci".

Per quanto concerne gli aspetti che riguardano direttamente i Comuni, Decaro ha elencato i provvedimenti per i quali si spera possa esserci una accelerazione, ovvero: "la qualificazione delle stazioni appaltanti, la definizione dei livelli di progettazione e ‎l'appesantimento degli appalti sotto la soglia di 40 mila euro, che ritarda inevitabilmente le procedure soprattutto nei piccoli Comuni".

‎Ricordando poi come negli ultimi tempi siano "diminuiti dell'11% i bandi e del 57% gli importi degli stessi, a causa del periodo di transizione tra vecchio e nuovo Codice" Decaro ha auspicato e ribadito "una riflessione sui correttivi da introdurre, magari lavorando nella cabina di regia istituita presso la Presidenza del Consiglio dove possiamo trovare un punto di caduta, monitorando al contempo le fasi attuative della norma".

Infine Decaro ha elencato altre due criticità legate alle progettazioni esecutive e ai collaudi. Sul primo aspetto ‎"servirebbe evitare la progettazione esecutiva per la manutenzione ordinaria, poiché aumenta i tempi di esecuzione e ritarda gli interventi. Pensiamo ai rubinetti rotti nelle scuole o alle buche nelle strade, evenienze non individuabili a monte dalla progettazione esecutiva".

Anche sui collaudi la richiesta è di "non prevederli per lavori di piccoli importi, lasciando la certificazione al certificato di regolare esecuzione. Questo sarebbe un intervento importante, soprattutto per i piccoli Comuni dove molto spesso non ci sono le professionalita' adatte a fare un collaudo, con la conseguenza di collaudi da fare all'esterno dell'ente che porterebbero inevitabilmente costi ulteriori e aggiuntivi".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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