Ponte sullo Stretto: Indennizzi record per la caducazione del contratto
04/03/2013

Venerdì 1 marzo decaduti i contratti stipulati tra il General
contractor Eurolink e la società Stretto di Messina e
visto che entro tale data, così come previsto dai commi 8 e 9
dell'art. 34-decies dal decreto-legge 18 ottobre 2012, n, 179
(decreto "Sviluppo bis") convertito dalla legge 17 dicembre 2012,
n. 221, non è stato firmato alcun atto aggiuntivo in grado di
garantire la sostenibilità del piano economico finanziario
dell'opera, cala definitivamente il sipario sul Ponte sullo
Stretto di Messina e la Società Stretto di Messina Spa sarà
commissariata e posta in liquidazione.
In una nota congiunta le associazioni ambientaliste Fai, Italia Nostra, Legambiente Man e Wwf affermano che "Di straordinario il ponte sullo Stretto di Messina ha solo il tempo e i soldi sprecati per un'opera insostenibile dal punto di vista tecnico, ambientale ed economico", aggiungono anche che lo "straordinario lavoro svolto da un grande team internazionale" ha avuto "come risultato la redazione del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina elaborato da Eurolink SpA, considerato talmente lacunoso dalla Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale da far avanzare la richiesta il 10 novembre 2011 di ben 223 integrazioni su tutti gli aspetti nodali (strutturali, trasportistici, economico-finanziari, geologici, idrogeologici, naturalistici, paesaggistici, relativi alle emissioni atmosferiche, ai rumori e alle vibrazioni), a cui Eurolink non è ancora riuscita rispondere esaurientemente".
E' giusto, anche, ricordare, sottolineano le associazioni ambientaliste, "che qualcuno da oltre 10 anni pensa di costruire, in una delle aree a più alto elevato rischio sismico del Mediterraneo, un ponte sospeso, ad unica campata di 3,3 km di lunghezza, sorretto da torri di circa 400 metri di altezza, a doppio impalcato stradale e ferroviario, (quando allo stato attuale delle conoscenze tecniche il ponte più lungo esistente al mondo con analoghe caratteristiche è quello del Minami Bisan-Seto in Giappone, di 1118 metri di lunghezza)".
Oggi, con la mancata firma dell'atto aggiuntivo, la rinuncia espone al pagamento di indennizzi rilevantissimi - dovuti perché previsti dal contratto - elevando le spese e le perdite a una somma vicina al contributo pubblico necessario a realizzare l'opera.
Sembra che le spese già sostenute dalla società per progettazioni, studi, sondaggi, ammontano a 300 milioni di euro, sostenuti grazie agli aumenti di capitale versati negli anni dai soci pubblici della Stretto di Messina (Anas, Fs, Fintecna). Dunque, spese e perdite potranno salire a una cifra vicina a 1,5 miliardi, con la richiesta di un indennizzo record.
© Riproduzione riservata
In una nota congiunta le associazioni ambientaliste Fai, Italia Nostra, Legambiente Man e Wwf affermano che "Di straordinario il ponte sullo Stretto di Messina ha solo il tempo e i soldi sprecati per un'opera insostenibile dal punto di vista tecnico, ambientale ed economico", aggiungono anche che lo "straordinario lavoro svolto da un grande team internazionale" ha avuto "come risultato la redazione del progetto definitivo del ponte sullo Stretto di Messina elaborato da Eurolink SpA, considerato talmente lacunoso dalla Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale da far avanzare la richiesta il 10 novembre 2011 di ben 223 integrazioni su tutti gli aspetti nodali (strutturali, trasportistici, economico-finanziari, geologici, idrogeologici, naturalistici, paesaggistici, relativi alle emissioni atmosferiche, ai rumori e alle vibrazioni), a cui Eurolink non è ancora riuscita rispondere esaurientemente".
E' giusto, anche, ricordare, sottolineano le associazioni ambientaliste, "che qualcuno da oltre 10 anni pensa di costruire, in una delle aree a più alto elevato rischio sismico del Mediterraneo, un ponte sospeso, ad unica campata di 3,3 km di lunghezza, sorretto da torri di circa 400 metri di altezza, a doppio impalcato stradale e ferroviario, (quando allo stato attuale delle conoscenze tecniche il ponte più lungo esistente al mondo con analoghe caratteristiche è quello del Minami Bisan-Seto in Giappone, di 1118 metri di lunghezza)".
Oggi, con la mancata firma dell'atto aggiuntivo, la rinuncia espone al pagamento di indennizzi rilevantissimi - dovuti perché previsti dal contratto - elevando le spese e le perdite a una somma vicina al contributo pubblico necessario a realizzare l'opera.
Sembra che le spese già sostenute dalla società per progettazioni, studi, sondaggi, ammontano a 300 milioni di euro, sostenuti grazie agli aumenti di capitale versati negli anni dai soci pubblici della Stretto di Messina (Anas, Fs, Fintecna). Dunque, spese e perdite potranno salire a una cifra vicina a 1,5 miliardi, con la richiesta di un indennizzo record.
A cura di Gabriele
Bivona
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