Ponte sullo stretto: Proroga di due anni in attesa di investitori

05/11/2012

Sulla Gazzetta ufficiale n. 256 del 2 novembre 2012 è stato pubblicato il Decreto-legge 2 novembre 2012, n. 187 recante “Misure urgenti per la ridefinizione dei rapporti contrattuali con la Società Stretto di Messina S.p.A ed in materia di trasporto pubblico locale.
Con l'articolo 1 del decreto-legge rubricato “Disposizioni in materia di collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e continente” il Governo “ha deciso di prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina al fine di verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità. Tale decisione è motivata dalla necessità di contenimento della spesa pubblica, vista anche la sfavorevole congiuntura economica internazionale, ed è in linea con la proposta della Commissione europea dell’ottobre 2011 di non includere più questo progetto nelle linee strategiche sui corridoi trans-europei. Solo tali opere, infatti, possono godere del co-finanziamento comunitario.
Qualora in questo periodo di tempo non si giungesse a una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile, scatterà la revoca ex lege dell’efficacia di tutti i contratti in corso tra la concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale, con il pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata al 10%”.

Immediato il Commento del Vice-Presidente di Legambiente Edoardo Zanchini che così commenta la proroga decisa dal Governo “Non è la proroga per l’approvazione la strada più conveniente, ma al contrario quella di bocciare il progetto definitivo, perché tecnicamente irrealizzabile e dai costi insostenibili. E subito dopo occorre sciogliere la Società Stretto di Messina. Il Governo Monti ha preso una decisione sbagliata e contro l'interesse del Paese decidendo di continuare a sperperare soldi pubblici per una struttura inutile e per un progetto irrealizzabile. L'unica motivazione che si possa immaginare per questa scelta è quella per cui ha vinto la pressione della lobby del Ponte e di quel pezzo della Maggioranza che ha sostenuto per anni questo assurdo progetto. Tenere in piedi per altri due anni il progetto del Ponte significa continuare a pagare studi e magari costruire inutili opere di collegamento a un opera che mai verrà costruita. L'unico vero progetto a cui dedicarsi con urgenza - ha concluso Zanchini - è quello per una finalmente efficiente e sostenibile mobilità nell’area dello Stretto”.

Giunge, anche, la replica di Giuseppe Zamberletti, presidente della società pubblica concessionaria per l'opera che ha affermato come ci sia «un interesse accertato non solo del fondo sovrano China Investment Corporation ma anche di imprese di costruzione e fornitura cinesi e, in questa prospettiva, la finestra di due anni aperta dal governo Monti sullo Stretto per la eventuale realizzazione del Ponte viene salutata come una opportunità.

Di certo, con la soluzione della proroga il presidente del consiglio dei Ministri Mario Monti ha fatto marcia indietro rispetto alla decisione di non fare l'opera con due anni di tempo per dare l'opportunità agli investitori internazionali di intervenire attirati dall'opportunità di sfruttare l'opera stessa.

A cura di Gabriele Bivona


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