Regione siciliana: Cancellazione delle province e riflessi sugli ordini territoriali

21/03/2013

L'Assemblea regionale siciliana, nella seduta pomeridiana di ieri 20 marzo 2013 ha approvato con 51 voti favorevoli 22 contrari e un astenuto il disegno di legge "Norme transitorie per l'istituzione dei consorzi di comuni".
Nel disegno di legge, di soli 2 articoli, viene precisato che entro il 31 dicembre 2013 la Regione, con propria legge, in attuazione dell'articolo 15 dello Statuto speciale della Regione siciliana, disciplina l'istituzione dei liberi Consorzi comunali per l'esercizio delle funzioni di governo di area vasta, in sostituzione delle Province regionali e che verrà disciplinata, inoltre, l'istituzione nel territorio della Regione delle città metropolitane.

In pratica con il disegno di legge approvato viene data attuazione all'articolo 15 dello Statuto siciliano, comma secondo, che recita testualmente "l'ordinamento degli enti locali si basa, nella Regione stessa, su comuni e liberi consorzi comunali", senza nessuna traccia di province regionali.
Di fatto, quindi, la Regione siciliana fa da apripista nella cancellazione delle province ed il presidente della regione Rosario Crocetta ha commentato: "L'abolizione delle Province è la vittoria del governo e della maggioranza; do atto anche ai 5 stelle di avere votato la norma che abbiamo proposto. Si tratta della prima tappa della rivoluzione: oggi ha vinto il modello Sicilia. "
Il capogruppo del Movimento 5 stelle Giancarlo Cancelleri ha commentato: "A buon diritto possiamo definirla una delle vittorie politiche del movimento che ha riportato sui giusti binari una discussione che aveva preso un'altra direzione. Noi abbiamo sparigliato un po' le carte e riacceso il dibattito e alla fine sia Crocetta sia la maggioranza hanno ripreso quella che era una delle nostre proposte."

Con la cancellazione delle province regionali siciliane si pone, adesso, il problema degli attuali ordini professionali provinciali e crediamo che, in qualche modo, i consigli nazionali che, in riferimento al DPR n. 169/2005, avevano previsto il rinnovo dei consigli per il prossimo mese di luglio dovranno porsi il problema di capire se non sia il caso di chiedere al Ministero della Giustizia le necessarie indicazioni perché con la legge approvata vengono sospesi i rinnovi degli attuali organi provinciali che saranno sostituiti entro il 31 dicembre 2013 dai liberi Consorzi comunali e dalle Città metropolitane.
Nel mese di luglio, quindi, non sarà possibile avere una dettagliata indicazione dei liberi consorzi comunali ed una perimetrazione delle Città metropolitane ed i nuovi consigli provinciali che durerebbero in carica 4 anni avrebbero una perimetrazione, certamente, diversa dalle citta metropolitane e dai liberi consorzi dei comuni che sarebbero definiti successivamente ma entro il 31 dicembre 2013

Ricordiamo, per altro, che sia il CNAPPC che il CNI qualche mese fa si erano posti il rpoblema del riordino delle province contenuto nel decreto legge n. 95/2012
Il CNAPPC aveva chiesto un parere ad uno Studio legale che nella nota di risposta aveva risposto che "il riordino (o, evidentemente l'abolizione n.d.r.) delle province comporterà il riordino dei Consigli territoriali degli Ordini degli architetti, atteso che questi ultimi sono per legge istituiti su base provinciale." e, successivamente, nella circolare n. 129 del 23/10/2012 aveva precisato di aver inoltrato ai Ministeri di riferimento una richiesta di chiarimenti.
Il CNI all'interno di un documento dal titolo "Le possibili ricadute della soppressione ed accorpamento delle province sull’Ordine degli ingegneri" datato 9 ottobre 2012 precisa che "riguardo alla questione in esame, il compendio normativo citato esplicita due condizioni fondamentali ossia che l'Ordine deve essere provinciale e deve avere la sede presso il capoluogo della provincia. L'evidente ed ineliminabile (quanto meno alla luce del vigente quadro normativo di riferimento) connessione fra organizzazione delle Province ed organizzazione ordinistica impone logicamente di ritenere che al mutare della prima muti anche la seconda. In sintesi la soppressione di una provincia, operata ai sensi del DL 95/2012, comporterà automaticamente il venir meno dell'organismo periferico ordinistico, così come avverrà per tutti gli altri organismi periferici su base provinciale (ad es: gli Uffici Territoriali di Governo, oppure gli Uffici scolastici provinciali)."

Alla luce delle superiori considerazioni sarebbe auspicabile che i Consigli nazionali affrontino il problema, con una certa celerità anche con l'intento di arrivare ad una soluzione che sia omogenea per le diverse professioni interessate dalle elezioni nel mese di luglio

A cura di Paolo Oreto


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