Rimozione Amianto: le linee guida italiane diventano strategia per tutta l'Ue

12/12/2012

Un passo significativo nel contrasto all'amianto: la proposta dell'Italia di inserire il tema dell'asbesto e la strategia per lottare contro le patologie correlate - in particolare il mesotelioma maligno pleurico - è diventata adesso una strategia comune dell'Unione europea. Lo ha annunciato il ministro per la sanità, Renato Balduzzi, a Bruxelles, a margine del suo intervento di venerdì scorso al Consiglio dei ministri della sanità durante il quale ha illustrato le linee guida del progetto d'intervento predisposto da Palazzo Chigi. Il tema dell'amianto, dunque, sarà inserito nel programma strategico "Sanità" della Commissione Ue per il 2013.

Risposta concreta sul coordinamento e la ricerca.
"Abbiamo avuto la grande soddisfazione di avere dal commissario alla Salute, Tonio Borg , un apprezzamento della proposta e dell'iniziativa italiana - ha spiegato Balduzzi ai cronisti - e una risposta anche concreta in quanto il tema amianto è inserito nel programma strategico sanità della Commissione per il 2013, in particolare per quanto riguarda proprio il coordinamento e la ricerca sul mesotelioma pleurico, per cui non c'è ancora una risposta pleurica efficace".

L'obiettivo: una rete internazionale di riferimento per le cure.
Le linee guida illustrate da Balduzzi, toccano profili di sanità pubblica in senso stretto. Vanno, in primo luogo, "dalla sorveglianza epidemiologica alla messa in rete delle banche dati biologiche esistenti, all'individuazione di marcatori per una diagnosi precoce". Un secondo elemento sotteso alla strategia complessiva d'intervento - ha proseguito il ministro - "è quello di poter disporre di dati che non siano solo nazionali, ma anche europei, per poter fare delle valutazione anche di prospettiva". L'Italia propone, poi, "la costituzione di una rete europea dei centri di riferimento per la cura del mesotelioma". La direttiva Ue - relativa all'assistenza sanitaria transfrontaliera e da recepire entro il prossimo ottobre nell'ordinamento nazionale dei singoli Stati membri - "prevede proprio la possibilità di costituire i centri di riferimento - ha concluso Balduzzi - e uno di questi dovrebbe essere dedicato all'amianto, in particolare al mesotelioma pleurico".

I dati Inail: dal 1993 al 2008 quasi 16mila mesoteliomi maligni.
Secondo i dati del quarto rapporto del ReNaM (Registro nazionale dei mesoteliomi) recentemente diffusi dall'Inail nel corso della II Conferenza sull'amianto e le patologie correlate sono 15.845 i mesoteliomi maligni - i tumori dovuti all'esposizione all'amianto - rilevati in Italia tra il 1993 e il 2008. L'analisi di circa 12mila di questi casi ha evidenziato che il 69,3% è dovuto a cause professionali, il 4,4% ha un'origine familiare (per esempio, l'inalazione dell'asbesto durante il lavaggio di tute da lavoro impregnate della sostanza cancerogena), il 4,3% ambientale e l'1,6% per un'attività extralavorativa di svago o hobby. Nel 20,5% dei casi, infine, l'esposizione è improbabile o ignota.

Una fibra killer che colpisce a distanza di 40 anni.
Ancora, il tasso di incidenza della è malattia pari a 3,5 casi ogni 100mila uomini e a 1,4 casi ogni 100mila donne, con una "latenza"- ovvero il periodo che intercorre tra l'esposizione e la manifestazione della patologia - di circa 40 anni. L'età media d'insorgenza dei mesoteliomi si attesta attorno ai 69 anni, salvo una percentuale ridotta (il 2,3% del totale dei casi) per cui il male si manifesta prima dei 45 anni.

Fonte: INAIL

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