Ritardati pagamenti, dopo la doccia fredda dell'UE una nuova nota degli Ingegneri

27/03/2013

Doccia fredda dalla UE. Quando sembrava ormai avviato il processo che avrebbe portato allo sblocco dei 40 miliardi di debiti deliberato dal Governo, è arrivato lo stop dall'Europa. Per l'Italia è "più difficile la chiusura della procedura per deficit eccessivo aperta a Bruxelles", poiché l'erogazione dei 40 miliardi comporterebbe un incremento del deficit 2013 al 2,9%.

Comincia in questo modo il nuovo comunicato del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che, su richiesta della nostra redazione, è tornato sul problema dei ritardi dei pagamenti e dello sblocco della prima trance di 40 miliardi di euro da destinare alle imprese che vantano crediti con le pubbliche amministrazioni.

Il CNI è tornato a parlare anche della "possibile" applicazione del D.Lgs. n. 192/2012, di recepimento della direttiva 2011/7/UE, al settore dei lavori pubblici.

"E pensare che, documenti alla mano, risulta estesa alla progettazione e all'esecuzione di opere e edifici pubblici, nonché ai lavori di ingegneria civile, la nuova normativa relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali e nei contratti pubblici. Una Nota diramata dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri illustra i termini dell'applicazione al settore dei contratti pubblici dell'articolo 2 del Dlgs n.192/2012. La Nota, in particolare, specifica le tempistiche dei pagamenti, stabiliti in 30 giorni, estendibili a 60 giorni in determinate condizioni".

"E' perfettamente logico - ha affermato il leader degli Ingegneri, Armando Zambrano - che le nuove direttive sui pagamenti vengano estese anche al settore dei lavori pubblici. I ritardi costanti e patologici nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione hanno messo in grave crisi le imprese ma anche i professionisti. Adesso questo stop che arriva dall'Europa rappresenta una brutta notizia".

La nota del CNI ha ricordato, inoltre, l'elaborato predisposto dagli esperti del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri con il quale hanno verificato (se ce ne fosse ancora bisogno) come la questione dei ritardati pagamenti da parte della pubblica amministrazione abbia raggiunto livelli insostenibili. La ricerca mostra come il ritardo medio sia passato dai 204 giorni del 2007 ai 240 giorni del 2010. Lo spread, la differenza di pagamento rispetto agli altri paesi europei, risulta egualmente allarmante. La nostra pubblica amministrazione paga in media con 145 giorni di ritardo rispetto a quella tedesca, 133 rispetto a quella britannica e 116 rispetto a quella francese. Sempre secondo il documento del Centro Studi del CNI, a fronte di un fatturato dell'attività del mondo delle professioni tecniche valutabile intorno ai due miliardi di euro, il credito accumulato ammonta a circa il 5% di questa cifra. Dunque 100 milioni di euro di crediti che stanno mettendo in seria difficoltà i professionisti tecnici italiani.

Teniamo ancora una volta a precisare che la direttiva 2011/7/UE ha certamente l'intento di regolare il problema dei pagamenti anche al settore dei lavori pubblici, ma anche che l'Italia possedendo una propria lex specialis che regola i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, avrebbe dovuto modificare gli articoli del codice (D.Lgs. n. 163/2006) e del regolamento (D.P.R. n. 207/2010).

A cura di Ilenia Cicirello


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