Sfida rigenerazione urbana: agire subito è priorità nazionale

di Redazione tecnica - 11/10/2020

“Non c’è tempo da perdere: la più grande sfida che abbiamo davanti è quella di rigenerare le nostre città, e per farlo dobbiamo intraprendere subito un percorso comune che ci consenta un vero rilancio ambientale, economico e sociale dei luoghi in cui viviamo e lavoriamo, utilizzando con efficacia le risorse che l’Europa mette a disposizione. Facciamolo insieme perché questo non è un tema che riguarda solo gli operatori del settore, ma che interessa da vicino un Paese intero: cittadini, istituzioni, politica”.  Con queste parole il presidente Gabriele Buia ha dato il via al primo appuntamento del ciclo di incontri promossi dall’Ance e dedicati alla rinascita urbana. All’evento, dal titolo “Trasformare le città: obiettivo o rischio?”, hanno preso parte il  vicepresidente Ance, Filippo Delle Piane, il vicepresidente Assoimmobiliare, Davide Albertini Petroni, il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini, e parlamentari di maggioranza e opposizione: Luca Briziarelli (Lega), Maurizio Gasparri (FI), Franco Mirabelli (Pd), Paola Nugnes (Leu) e Patrizia Terzoni (M5s).

Rigenerazione urbana, pubblico interesse

“Nell’era dei decreti, decretare che la rigenerazione urbana rappresenta un pubblico interesse sarebbe la prima, indispensabile scintilla per far ripartire i nostri territori” , ha sottolineato il vicepresidente Filippo Delle Piane, che ha aggiunto: “è necessario far fare al dibattito un passo avanti, perché a parole siamo tutti d’accordo, ma per ora i risultati non si vedono. Norme a macchia di leopardo e veti incrociati non ci fanno arrivare da nessuna parte”. Preoccupazioni condivise dal vicepresidente di Legambiente: “Siamo l’unico Paese Ocse che non ha un ministero di riferimento che si occupi di aree urbane – ha detto Edoardo Zanchini – e i sindaci da soli non ce la fanno. Lavoriamo tutti insieme e facciamo atterrare le risorse del Recovery dove ce n’è più bisogno, nelle periferie”. Rigenerare edifici obsoleti e spazi abbandonati è un dovere per migliorare il benessere dei cittadini, ma per farlo bisogna prevedere incentivi e premialità per attrarre gli investitori, che hanno bisogno di regole chiare e tempi certi, ha sottolineato il vicepresidente Assoimmobiliare Davide Albertini Petroni

I punti del dibattito

Diversi i punti toccati nel dibattito con i parlamentari: dalla necessità di riqualificare il patrimonio immobiliare vecchio e energivoro per dare risposte adeguate ai nuovi modelli di vita e di lavoro, all’uso razionale e responsabile del suolo, fino al recente dl semplificazioni, con le diverse opinioni delle forze politiche in campo. “I tempi della realtà non sono quelli della politica, ma non per questo si possono affrontare i problemi con colpi di mano”, ha detto il senatore della Lega Luca Briziarelli, che ha sottolineato inoltre la necessità di un disegno di legge complessivo che incardini le norme sull’uso del suolo con la rigenerazione urbana, perché i due ambiti non possono viaggiare separati. Sull’articolo 10 del dl semplificazioni è intervenuto il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: “un testo pessimo, sul quale è necessario rimettere mano. E’ giusto che ci siano zone in cui l’intervento edilizio deve essere più cauto – ha spiegato Gasparri – ma ci sono tante aree di nessun valore che potrebbero essere nettamente migliorate e questo decreto lo impedisce”. Di segno diverso il senatore Franco Mirabelli del Pd: “non mi ritrovo nella narrazione sull’articolo 10, che prevede che al di fuori delle zone A e dei centri storici diventa sufficiente la Scia per abbattere e ricostruire. Questa è semplificazione”, ha concluso. “Il dl semplificazioni non è la sede della rigenerazione urbana. Il Parlamento sta provando da anni a portare a casa una legge quadro, lasciamolo lavorare”, ha affermato la senatrice Leu Paola Nugnes. Infine la deputata del Movimento 5 stelle Patrizia Terzoni, che si è soffermata in particolare sulla questione superbonus 110%: “una leva importante che va potenziata ampliandolo anche al di là degli edifici privati”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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