Terremoto centro-Italia: Classificazione sismica e linee guida per gli edifici

26/08/2016

Con il violento e recente terremoto nel centro-Italia torna d’attualità la consapevolezza che, nella nostra Italia, gli eventi sismici non possono essere considerati sorprendenti perché ricordando quelli del 2012 nell'Emilia Romagna, del 2009 all'Aquila e quelli del Molise, dell'Umbria e delle Marche e dobbiamo  comprendere che, per terremoti che sistematicamente sconvolgono i nostri territori ogni 3/4 anni, l'unico strumento veramente efficace è la prevenzione.

Torna d’attualità, quindi, la classificazione del rischio sismico dei nostri territori ed il gruppo di Studio "... per la proposizione di una o più ipotesi normative per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni, finalizzata all’incentivazione fiscale di interventi per la riduzione dello stesso rischio, anche individuando le modalità di applicazione di incentivi fiscali per interventi di riduzione del rischio sismico del patrimonio esistente..." istituito con il DM del 17 ottobre 2013 dall’allora Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi.

Dall’aprile del 2015 le linee guida per la classificazione del rischio sismico sono all’attenzione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio e sono in attesa dell’emanazione con un Decreto Ministeriale.

Torna d’attualità, anche, un’interrogazione parlamentare a risposta scritta del mese di maggio di quest’anno, rivolta al Ministro Graziano Delrio, da parte del deputato e componente dell’VIII Commissione della Camera dei Deputati Claudia Mannino con cui era stato chiesto “quali siano i risultati del lavoro che è stato effettuato dal gruppo di studio” istituito con il citato decreto 17/10/2013. La risposta all’interrogazione era affidata al sottosegretario Umberto DEL BASSO DE CARO che, tra l’altro affermava “Il gruppo di studio all'uopo costituito ha elaborato specifiche linee guida prendendo in considerazione la classificazione in termini di vulnerabilità con la finalità di arrivare ad una classificazione riferita al rischio sismico dipendente non solo dalla vulnerabilità ma anche dalla pericolosità del sito e dall'esposizione. Per la prima volta in Italia, si è cercato di tracciare un percorso chiaro per la classificazione del rischio sismico degli edifici. Queste linee guida, che costituiscono un documento tecnicamente valido e innovativo, sono ad oggi all'esame dei competenti uffici tecnici del MIT e verranno a breve rese pubbliche; certamente potranno costituire un valido supporto all'azione di riduzione del rischio sismico nonché alla migliore comprensione e percezione del rischio sismico da parte dei proprietari delle costruzioni, pubblici o privati, e da parte dei progettisti”.

Claudia Mannino replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta e auspica che, come anticipato dal sottosegretario, le conclusioni dell'attività del gruppo di lavoro per la classificazione del rischio sismico siano effettivamente disponibili entro il mese di giugno.

A tutt’oggi l’unica notizia è quella che il Ministro Delrio ha dato nel corso di una recente puntata della trasmissione “Porta a Porta” in cui ha annunciato che il lavoro sulla classificazione sismica è quasi terminato e che a breve verrà pubblicata la regola tecnica.

Ricordiano che le linee guida introducono sei classi, dalla A alla F e tale classificazione è utile per definire quando un edificio ha un rischio sismico più elevato, in funzione della sua capacità di non danneggiarsi troppo nel corso di un terremoto.

L'obiettivo da cui è partita la commissione era quello di creare un supporto tecnico che consentisse di operare una valutazione tecnico economica degli investimenti da fare. Non si trattava di una norma tecnica perché non c'è nessun collegamento con le NTC. Si trattava di uno strumento di pianificazione sia privata che pubblica con al centro il costo medio annuo da sostenere per riparare i danni e coprire le perdite causate da eventi sismici: in una struttura efficiente questo costo è trascurabile, nelle strutture più vecchie tende a salire, fino al momento in cui può essere più conveniente demolire e ricostruire i fabbricati. 

Come abbiamo già detto, le linee guida introducono sei classi, dalla A alla F. che servono a definire quando un edificio ha un rischio sismico più elevato, in funzione della sua capacità di non danneggiarsi troppo nel corso di un terremoto ed il punto di partenza è stato quello delle detrazioni fiscali con l'esigenza di creare uno strumento tecnico in grado di consentire la misurazione dei miglioramenti antisismici. La classificazione, dunque, potrà essere uno strumento che consentirà di aiutare a mitigare il rischio di un patrimonio edilizio vulnerabile, risparmiando i miliardi all'anno che lo Stato paga per il ripristino dopo eventi calamitosi. 

Al lavoro di preparazione del documento predisposto dalla commissione ha partecipato anche Ingegneria Sismica Italiana (ISI), associazione che riunisce i diversi attori che operano nel settore del contrasto ai terremoti nel nostro paese. “La classificazione parte anche da un Manifesto che abbiamo presentato nel 2013 e che puntava a individuare un sistema che evitasse di attribuire gli incentivi in questo settore a pioggia. Bisognava pensare un meccanismo in tutto simile a quello del risparmio energetico. Finalmente abbiamo chiuso il lavoro tecnico, portandolo sul tavolo del Ministro», racconta Paolo Segala, coordinatore della sezione software di ISI. 

Dall’aprile del 2015 il Ministro Delrio ha, sostanzialmente, due alternative per le quali non ha effettuato, ancora, una scelta. La prima è usare le linee guida come uno strumento volontario di programmazione. La seconda - decisamente più affascinante - è legarle a un meccanismo di incentivazione. “Ad esempio, il contributo potrebbe essere rilasciato qualora i lavori di miglioramento sismico permettano al fabbricato di migliorare almeno di una classe”, dice il presidente di ISI Luca Ferrari che aggiunge: “Tra le ulteriori conseguenze positive della classificazione appaiono evidenti le possibilità di effettuare scelte razionali tra i vari interventi di miglioramento sismico, che permetterebbero cambiamenti di classe, di avere una base razionale per la stima del premio assicurativo e di quantificare l'aumento di valore dell'immobile a seguito di un intervento di miglioramento”.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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