Terremoto centro-Italia: dal CNI i documenti su rischio simico e costi di ricostruzione

31/08/2016

Tornano d’attualità due documenti elaborati dal Centro Studi CNI. Il primo contiene, tra l'altro, l'analisi dettagliata dei costi che il nostro Paese ha sostenuto per le ricostruzioni dopo gli eventi sismici. Il secondo è, invece, l'ultimo rapporto completo prodotto dagli esperti del CNI sul tema del rischio sismico in Italia e sulla messa in sicurezza di abitazioni e territori.

I due documenti risalgono il primo al novembre 2014 ed il secondo al gennaio 2013.

Nel primo, quello dei costi per le ricostruzioni dopo gli eventi sismici è possibile rilevare nella tabella 6 i dati a consuntivo relativi ai terremoti della Valle del Belice, del Friuli Venezia Giulia, dell’Irpinia, delle Marche e Umbria, della Puglia Molise mentre sono riportati a preventivo quelli dell’Abruzzo e dell’Emilia. Si tratta di un importo attualizzato al 2014 di circa 122 milioni di euro con quasi il 40% (52 milioni di euro) assorbiti dal terremoto dell’Irpinia. Notizie più dettagliate sono rilevabili nel documento relativo ai costi allegato alla presente notizia.

Per quanto concerne, invece, il rapporto completo sul tema del rischio sismico in Italia e sulla messa in sicurezza di abitazioni e territori, nel documento è evidenziato come oltre 21,5 milioni di persone abitino in aree del paese esposte a rischio simico molto o abbastanza elevato (classificate, rispettivamente, 1 e 2), con una quota pari quasi a 3 milioni nella sola zona 1 di massima esposizione. Altri 19 milioni risiedono, invece, nei comuni classificati in zona 3; zona che non può dirsi sicura, visto che molti comuni emiliani recentemente colpiti dal sisma del maggio 2012 appartenevano proprio a questa fascia di rischio sismico.

Se si considerano solo gli ultimi 40 anni, secondo la Protezione Civile, gli eventi sismici hanno comportato danni diretti per circa 147 miliardi di euro (3,6 miliardi per anno). Una recente ricerca dell’Ania ha stimato, per il futuro, danni da eventi sismici per circa 2,6 miliardi di euro l’anno.

I costi per la messa in sicurezza del patrimonio abitativo dai terremoti dipendono dal livello di copertura del rischio che si ritiene accettabile. Sulla base di questa assunzione, prendendo a riferimento tutto il patrimonio abitativo del paese e utilizzando come parametro di intensità sismica l’impatto del terremoto de L'Aquila (che rappresenta, nella scala di intensità storicamente registrata in Italia, un evento distruttivo medio) il Centro Studi del Cni ha ipotizzato una possibile distribuzione degli interventi di recupero in funzione della distribuzione per età degli edifici e delle loro condizioni strutturali.

Si tratta in questa prospettiva di intervenire su circa 12 milioni di immobili che dovrebbero essere destinatari di opere di risanamento e messa in sicurezza statica. Con un coinvolgimento di una popolazione pari a circa 23 milioni di cittadini. Notizie più dettagliate sono rilevabili nel documento relativo ai costi allegato al rapporto completo sul tema del rischio sismico in Italia e sulla messa in sicurezza di abitazioni e territori.

A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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