Appalti e revisione dei prezzi materiali: cosa succederà nel 2023?

di Redazione tecnica - 12/11/2022

La revisione dei prezzi a seguito dell’aumento del costo delle materie prime ha trovato, per il 2022 e per gli anni precedenti, una soluzione temporanea, con le disposizioni previste dal Decreto Sostegni-Ter e dal Decreto Aiuti. Ma la fine dell’anno si sta avvicinando e nel settore inizia a chiedersi cosa succederà nel 2023.

Compensazione prezzi: l'appello di FINCO per la proroga delle misure

Sul tema è tornata a parlare la presidente di FINCO, Carla Tomasi, in una lettera indirizzata al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini. Come spiega Tomasi, attualmente gli Operatori Economici che si aggiudicano appalti nel corso del 2022 possono beneficiare dell’automatico inserimento nel bando di gara del meccanismo della revisione prezzi previsto dall’art. 29 del D.L. n. 4/2022 (il Sostegni-ter, appunto).

Chi si è aggiudicato un appalto nel 2021 e negli anni precedenti, viene eccezionalmente tutelato dall’art. 26 del D.L. n. 50/2022 (il Decreto Aiuti), soltanto fino alla fine del corrente anno. E dopo, cosa accadrà?

“Questa previsione “a termine” - sottolinea Tomasi - per gli appalti che sono ancora in corso, pone in seria difficoltà il mondo delle costruzioni e, all'interno di esso, in particolare quello afferente alle opere specialistiche e super specialistiche che mi onoro di rappresentare come Presidente della Federazione”.

Ricorda Tomasi che FINCO raggruppa 40 Associazioni nazionali di categoria e oltre 17mila imprese: tutte realtà che risentono di tale mancanza di adeguamento del livello dei prezzi, tenuto conto dell’alto livello di investimenti che sostengono in relazione al personale qualificato, ai macchinari ed alle tecnologie utilizzate.

La nuova bozza di Codice e la proroga del meccanismo di compensazione

Proprio per questo, è stato particolarmente apprezzato il fatto che il meccanismo della revisione prezzi e quello del riequilibrio contrattuale siano inseriti nella bozza di Codice dei Contratti Pubblici predisposta dal Consiglio di Stato.Tenendo conto però dei tempi entro cui le nuove disposizioni andranno a regime, è necessario che l’attuale meccanismo di compensazione venga prorogato oltre il 31 dicembre 2022.

Da qui la richiesta di prevedere, nel primo provvedimento utile, la proroga dell’art. 26 del Decreto Aiuti “Anche al fine di non trovarsi nella condizione di dover sospendere i cantieri”, conclude Tomasi.



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