Conversione decreto Infrastrutture, audizione ANCE al Senato

di Redazione tecnica - 06/07/2022

Si è svolta ieri, presso la Commissione Lavori Pubblici del Senato, con l'intervento del vicepresidente per le Opere Pubbliche Luigi Schiavo, l’audizione di ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) nell’ambito dei lavori per la conversione in legge del D.L. n. 68/2022, recante “Disposizioni urgenti per la sicurezza e lo sviluppo delle infrastrutture, dei trasporti e della mobilità sostenibile, nonché in materia di grandi eventi e per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili” (cd. “Decreto Infrastrutture”).

Conversione del DL Infrastrutture, in Senato l'audizione ANCE

Il provvedimento introduce alcune novità in materia di infrastrutture e mobilità sostenibili, in continuità con le finalità del PNRR e degli analoghi decreti adottati nell’ultimo anno. Si tratta, tra le altre, di misure per accelerare e aumentare gli investimenti infrastrutturali, semplificando le procedure, attraverso le quali il Governo intende rendere il sistema infrastrutturale nazionale più moderno, digitalizzato, efficace e resiliente ai cambiamenti climatici e fornire servizi di trasporto più sicuri e adeguati ai bisogni dei cittadini.

In generale, l’Ance ha espresso apprezzamento per le misure volte ad accelerare gli iter amministrativi e autorizzativi. Come ha sottolineato il vicepresidente Schiavo, "Si tratta di disposizioni che intervengono nella fase a 'monte della gara', quella più critica dove, secondo uno studio dell’Associazione stessa si concentra il 70% delle criticità che bloccano il processo realizzativo e determinano tempi attuativi estremamente lunghi e incompatibili con le tempistiche del PNRR".

Non solo: per quanto attiene al settore dei lavori pubblici, secondo ANCE il decreto potrebbe essere l’occasione per risolvere talune criticità presenti nell’ordinamento. Il richiamo è all’articolo 48 del D.L. n. 77/2021, che prevede che le stazioni appaltanti possano ricorrere alla procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara quando ciò è necessario per la realizzazione degli obiettivi o il rispetto dei tempi di attuazione del PNRR o del PNC.

"La norma, ricorda Schiavo, consente l’utilizzo di una procedura a concorrenza fortemente ridotta, qual è la procedura negoziata, non al ricorrere di presupposti oggettivi  come vorrebbe la normativa europea - bensì rimettendo tale scelta ad una valutazione soggettiva della stazione appaltante".

In più, gli avvisi attraverso cui le stazioni appaltanti devono dare evidenza dell’avvio di dette procedure continuano ad avere una finalità di mera trasparenza, e non di piena pubblicità - come invece auspicato da ANCE.

Secondo l’Associazione, questo rischia di determinare un grave danno al mercato. Spiega Schiavo: "L’assenza, infatti, di una piena pubblicità delle procedure rende assai difficile, quando non impossibile, la partecipazione in raggruppamenti temporanei d’impresa, ossia di uno strumento chiave per la crescita delle MPMI".

Ciò soprattutto considerando che, come recentemente affermato dal Presidente Giuseppe Busia nella relazione annuale ANAC, negli ultimi anni vi è stato un significativo aumento delle soglie per il ricorso a procedure negoziate (37,1% nel 2021, a fronte del 18,5% delle procedure aperte).

Pertanto, il disegno di legge può rappresentare l’occasione per introdurre una modifica alla normativa, stabilendo che i predetti avvisi debbano essere tempestivamente e preventivamente pubblicati sui siti istituzionali delle stazioni appaltanti, in modo da consentire alle imprese interessate di poter manifestare preventivamente il loro interesse ad essere invitate, come operatore singolo o in raggruppamento.

Decreto Infrastrutture: le criticità nell’attuazione del PNRR

In merito all’attuazione del PNRR, ANCE ha evidenziato alcune criticità che rischiano di ostacolare la realizzazione degli investimenti:

  • il “caro materiali”, gravemente acuito negli ultimi mesi dagli effetti economici della Guerra;
  • il caro energia con incrementi fortissimi dei prezzi elettricità e gas.

L'Associazione rileva che le conseguenze del rialzo dei prezzi sono già evidenti nella realizzazione del PNRR. Lo dimostrano i rallentamenti nella pubblicazione delle gare, rispetto alle previsioni, nonché la scarsa partecipazione alle gare per prezzi non remunerativi.

Pur apprezzando sforzo finanziario messo in atto dal Governo, ANCE propone quindi l’introduzione di alcune modifiche, in sede di conversione, all’articolo 26 del Decreto Aiuti con l’obiettivo di facilitare i pagamenti alle imprese dei maggiori oneri derivanti dai rincari delle materie prime, consentendo, nelle more dell’accesso ai Fondi previsti dallo stesso articolo, la possibilità di utilizzare, a titolo di acconto, le somme relative agli impegni contrattuali già assunti.

Altro punto critico è la carenza di progetti avanzati da affidare rapidamente. Da un’indagine condotta dall’Ance presso le amministrazioni locali, è risultato che il 66% degli interventi candidati e/o finanziati con il PNRR è allo stato progettuale preliminare. In generale risultano finanziati, a valere sull’annualità 2022, poco meno di 1.800 progetti per 280 milioni di euro, a fronte di una graduatoria complessiva di richieste ritenute valide di 12.180 progetti per complessivi 1,5 miliardi. Ciò vuol dire che circa 10.400 progetti per 1,2 miliardi di euro non risultano finanziati. "La nostra proposta - spiega il Vicepresidente alle opere pubbliche - è di potenziare il Fondo progettazione, prevedendo già nel 2022 maggiori risorse per accelerare l’avvio delle iniziative".

Il Settore privato

Infine, per quanto concerne il settore privato, ANCE segnala che il forte rincaro dei materiali da costruzione, aggravato dall’aumento dei costi dell’energia, sta ulteriormente peggiorando la situazione di tutti i cantieri edili privati che rischiano di essere fermati. Queste criticità si vanno a sovrapporre a un contesto già provato dalla pandemia e da anni di recessione economica.

Sul punto, l’Associazione auspica l’introduzione di misure a supporto delle imprese del “mercato privato” delle costruzioni, come la rimodulazione degli strumenti di programmazione o pianificazione negoziata, accordi di programma e tutte le convenzioni urbanistiche comunque denominate dalla normativa regionale, "nel rispetto del principio di 'collaborazione e buona fede' fra pubblico e privato", ha concluso Schiavo.



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